In genere l’energia finale fornita è tre – quattro volte quella spesa per il funzionamento (Figura 2). I sistemi di condizionamento con pompe di calore non producono emissione di gas o altre sostanze nocive e la loro installazione e funzionamento hanno un impatto nullo o trascurabile sull’ambiente.

Componenti principali di una pompa di calore geotermica sono un  compressore, mosso  			da un motore elettrico, un condensatore, un organo di espansione, un evaporatore ( 			che formano la pompa di calore vera e propria) ed uno scambiatore di calore esterno,  			attraverso il quale viene assorbito (o ceduto) calore al terreno o ad una massa d’acqua  			(lago, bacino artificiale,  corso d’acqua) (Figura 3). Questo insieme di elementi 			può avere configurazioni  diverse dipendenti dalla fonte termica disponibile    			e dall’ingegneria  del sistema di condizionamento. 

Il ciclo di funzionamento di una pompa di calore è relativamente semplice.  			Uno speciale fluido, detto “frigorigeno”, assorbe, nell’evaporatore, la quantità  			di calore Q1, sottraendola al liquido (acqua o miscela anticongelante)  			proveniente dallo scambiatore  esterno, ed evapora alla temperatura  			Te ed alla pressione pe.  			
 Il vapore prodotto viene aspirato dal compressore e compresso alla pressione pc con la  			spesa del lavoro L. E’ quindi inviato al condensatore  ove cede la quantità di calore  			Q2 = Q1 + L all’ambiente da riscaldare, passando allo stato  			liquido alla pressione pc ed alla temperatura Tc.  			
 Il liquido viene quindi fatto espandere, attraverso l’organo di espansione, 			dalla pressione di condensazione pc alla pressione di evaporazione pe.,  			in modo che la sua temperatura si abbassi da Tc a Te, ed inviato nuovamente  			all’evaporatore per iniziare un nuovo ciclo.  			
 In sintesi, durante il funzionamento della pompa di calore si ha un assorbimento di  			calore dall’ambiente esterno nell’evaporatore (Q1), una cessione di calore all’ambiente  			da riscaldare nel condensatore (Q2) ed un consumo di energia elettrica  			nel compressore (L) (Figura 4a).  			
 L’effetto utile della pompa è il calore Q2 = Q1 + L,  			che può essere utilizzato per riscaldare un ambiente o altro. 			
 Il rendimento (COP, Coefficient of Performance) teorico di una pompa di calore è dato dal rapporto 			
 
 Esso è tanto più elevato, a parità di Tc, quanto minore è la differenza  			Tc – Te. 			Per determinare il rendimento effettivo, è necessario tener conto, nel calcolo di L,   			oltre che dell’energia elettrica consumata dal compressore, anche di quella utilizzata  			da tutti gli altri organi accessori (ventilatore, pompe, ecc.). 			
 Le pompe di calore sono reversibili e possono essere usate sia per fornire  che  			per sottrarre calore ad un ambiente, svolgendo una funzione riscaldante nel periodo  			invernale e refrigerante in quello estivo.  			
 Nelle due configurazioni,  di riscaldamento e di raffreddamento, la macchina ed  			il ciclo termodinamico restano gli stessi. Il cambiamento dell’effetto della pompa  			è ottenuto invertendo, con un’apposita valvola,  il flusso del fluido frigorigeno tra  			i due scambiatori di calore in modo che quelli che operano come evaporatore e condensatore,  			operino come condensatore ed evaporatore (Figura 4b).


In configurazione di raffreddamento, lo scambiatore di calore esterno cede calore al  			terreno o ad una massa d’acqua. Il rendimento, in configurazione di raffreddamento,  			è dato dal rapporto 			
 Le pompe di calore descritte ed illustrate nella Figura 4 sono pompe di calore acqua/aria,  			in cui lo scambio di calore con l’ambiente condizionato avviene tramite uno scambiatore  			frigorigeno/aria. Questo tipo di macchine, usate in genere  per riscaldamento domestico,  			è il più diffuso nel mercato americano.  			
 In altri paesi, come in Europa, sono più diffuse  			le pompe di calore acqua/acqua, in cui  lo scambio di calore avviene in uno scambiatore  			frigorigeno/acqua, che poi è fatta circolare in termosifoni, pannelli  radianti  o sotto i p 			avimenti per condizionare gli ambienti (Figura 3).   			
 Le pompe di calore sono fabbricate con una gamma di potenze che va dai circa 10 kilowatt  			per le macchine per residenze singole ad alcuni megawatt per i grandi edifici o complessi  			residenziali.   			
 Le pompe di calore geotermiche possono avere due configurazioni principali:
A) con connessione al terreno. In questa configurazione, l’acqua (o una miscela  			     anticongelante),  che scambia (assorbe o cede) calore con il terreno, circola 				 in tubi di plastica che formano un circuito chiuso. I tubi possono essere disposti 				 verticalmente, in uno o più pozzi profondi di solito 50 – 100 m  (Figure 3 e 5a),  				 od orizzontalmente, alla profondità di 100 – 150 cm (Figura 5b). Le diverse soluzioni  				 dipendono dal tipo di terreno che si trova nel luogo dell’installazione, dallo spazio 				 disponibile,  dalla  possibilità  di perforare uno o più pozzi, ecc. 				 
 Una variante è costituita dal cosiddetto “sistema di pali energetici”con il quale  				 lo scambio termico con il terreno è realizzato attraverso i pali di fondazione di un  				 edificio (Figura 6). In questa particolare configurazione la pompa di calore è  				 collegata ad un sistema di tubi ad U posti all’interno dei pali di fondazione che  				 formano la base portante dell’edificio.


Nel caso della connessione ad una massa d’acqua superficiale, può essere usato un sistema aperto o chiuso. Con il sistema aperto (Figura 7b), l’acqua è pompata dalla massa idrica e, dopo essere passata attraverso lo scambiatore di calore della pompa, ritorna nel bacino di provenienza. Con il sistema chiuso (Figura 7c) la pompa di calore è connessa ad un circuito sommerso di tubi di plastica in cui circola l’acqua che effettua lo scambio termico con la massa idrica.
Le pompe di calore geotermiche sono utilizzate in molti paesi. Il maggior numero di installazioni, tuttavia, si trovano in Europa e negli Stati Uniti. La potenza totale installata nel mondo in questo tipo di impianti è stata valutata, in difetto, in 10.000 MWt e l’energia totale utilizzata in circa 16.470 GWh/anno (2005). La Tabella 1 riporta i principali paesi utilizzatori, indicando potenza installata, energia utilizzata e numero di impianti.

Figura 7. Esempi di installazioni di pompe di calore connesse a corpi idrici. Nella figura (a), l’acqua che cede o assorbe calore dallo scambiatore della pompa è estratta da un pozzo e reiniettata nel sottosuolo; nella figura (b), l’ acqua è pompata da un bacino superficiale e scaricata nello stesso bacino dopo l’utilizzazione; nella figura (c) la pompa di calore nell’edificio è connessa ad un circuito chiuso di tubi immerso in una massa d’acqua con cui avviene lo scambio termico.
| Tabella 1. Principali paesi che utilizzano pompe di calore geotermiche. | |||
| Paese | MWt | GWh/a | Numero di installazioni | 
| Austria | 275 | 370 | 23.000 | 
| Canada | 435 | 300 | 36.000 | 
| Svezia | 2000 | 8000 | 200.000 | 
| Svizzera | 440 | 660 | 25 | 
| Usa | 6.300 | 6.300 | 600.000 | 
In Italia il settore delle pompe di calore geotermiche è in fase di rapida espansione e numerose aziende producono ed installano impianti di vario tipo e dimensione. Un esempio di sistema con pompa di calore di dimensioni abbastanza ragguardevoli è l’impianto di teleriscaldamento per il centro di Bergamo. Il sistema è dotato di una pompa di calore della potenza di 3000 kWt connessa ad acque correnti superficiali della temperatura di 13°C.
L’elettricità per il funzionamento della pompa e degli equipaggiamenti ausiliari è fornita da un motore a gas (Figura 8). I sistemi di condizionamento geotermico di dimensioni minori, che ora si stanno diffondendo in Italia, richiedono pompe di calore di potenza proporzionalmente inferiore.

Figura 8. Pompa di calore da 3 MWt (fotografata prima di essere installata) dell’impianto di teleriscaldamento di Bergamo. La macchina è connessa ad acque correnti superficiali e l’elettricità per il suo funzionamento è fornita da un motore a gas.
Macchine da qualche diecina di kilowatt sono usate in complessi industriali o residenziali, mentre macchine da alcuni kilowatt (tipicamente circa 10 kW) sono impiegate in residenze familiari (Figura 9) e si dimostrano particolarmente adatte ad essere installate in aree non servite dalla rete di distribuzione del gas naturale.

Figura 9. Piccolo edificio nei pressi di Biella (foto a destra) con sistema di condizionamento (riscaldamento e raffreddamento) alimentato da una pompa di calore connessa al terreno (foto a sinistra).
In Italia, nel 2005, vi erano pompe di calore installate per una potenza totale di circa 120 MWt.
Autore: Mario Fanelli Liù Bellucci
Istituto di Geoscienze e Georisorse
Area della Ricerca CNR
Pisa - Italy
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