1. Non più dei, ma persone vere
L'eroe perfetto, il superuomo invincibile alla Superman, appartiene a un'altra epoca. Sebbene questi personaggi abbiano segnato generazioni, oggi il loro archetipo fatica a risuonare con un pubblico abituato a una narrazione più sfaccettata. La figura del superuomo invincibile, privo di dubbi e paure, rischia di apparire piatta e irrealistica. Il pubblico moderno, infatti, non cerca più un ideale irraggiungibile, ma personaggi in cui potersi rispecchiare, con cui condividere ansie e incertezze.
Ecco perché l'imperfezione è diventata il nuovo superpotere. Le insicurezze, i difetti, un aspetto fisico "normale" non sono più ostacoli, ma i motori che spingono l'eroe a evolversi. L'eroe contemporaneo non nasce già pronto, ma si forma, impara a gestire le proprie fragilità e, proprio superandole, diventa un simbolo di forza. È un viaggio fatto di cadute e rinascite, non un punto di arrivo.
2. Storie di formazione: il viaggio verso l'eroismo
Gli esempi sono lampanti. In Gotham, il giovane Bruce Wayne non è ancora il Cavaliere Oscuro, ma un ragazzo tormentato, a tratti goffo e immaturo. Deve imparare a incanalare il suo dolore e la sua rabbia, e lo fa scontrandosi con una realtà criminale che non ha niente di mitico, ma è brutale e sporca. La sua iniziale inesperienza è fondamentale per mostrarci la sua crescita, il processo che lo trasformerà nell'eroe che conosciamo. Non ci viene presentato il risultato finale, ma il percorso, con tutte le sue cadute, le sue frustrazioni e i suoi piccoli trionfi.
Allo stesso modo, ne Gli Anelli del Potere, vediamo versioni più giovani e meno sicure di personaggi che nella saga originale apparivano già completi e potenti, come Galadriel o Elrond. Il loro hero's journey è appena iniziato: Galadriel è impulsiva e ossessionata dalla vendetta, Elrond è un talentuoso ma insicuro diplomatico che cerca di farsi strada in un mondo che sembra dargli poco credito. Le loro imperfezioni iniziali sono ciò che rende affascinante la loro storia, un racconto di formazione che ci mostra come abbiano forgiato il loro destino, passo dopo passo, fino a diventare le figure leggendarie che conosciamo. L'eroismo, in queste narrazioni, non è un dato di fatto, ma una conquista.
3. Uno specchio della nostra cultura
Questa tendenza non è solo una scelta narrativa, ma riflette un sentimento culturale più ampio. La nostra società è sempre più critica verso gli standard di bellezza e successo irrealistici imposti dai media e dai social network. Stiamo imparando ad abbracciare l'autenticità e a rifiutare la facciata di una vita perfetta. Il cinema, in questo senso, diventa uno specchio, mostrandoci che la vera forza non sta nell'essere impeccabili, ma nell'accettare le proprie fragilità e usarle per crescere. L'eroe "bruttarello" e "imbranato" ci insegna una lezione essenziale: non serve essere perfetti per fare la differenza, ma serve il coraggio di provarci, anche quando si cade. Questi personaggi ci confortano, ci dicono che non c'è bisogno di essere nati con un destino glorioso per essere speciali.
Tuttavia, è lecito chiedersi se questa ricerca di realismo non stia diventando una prigione narrativa. Non stiamo forse esagerando con questa ricerca ossessiva di calibrare ogni personaggio in modo da non poter essere criticato, camminando sugli specchi per trovare una figura che risponda a tutti i requisiti possibili? A volte, si ha la sensazione che la fragilità sia diventata un obbligo, che l'eroe non possa più essere semplicemente forte e sicuro di sé, per paura di essere percepito come un archetipo superato o, peggio, un modello inaccessibile e quindi "sbagliato".
Questo presunto perbenismo e questa voglia di essere egualitari, però, spesso nascondono un paradosso evidente: mentre la psicologia dei personaggi si fa più umana, la violenza sullo schermo si fa sempre più estrema. Se un tempo le scene di combattimento erano stilizzate o facevano solo intendere le conseguenze, oggi i film e le serie non si risparmiano nulla, arrivando a un gore e a uno splatter veramente violenti, che mostrano in modo esplicito la brutalità degli scontri. L'eroe vulnerabile, che ci viene presentato come uno di noi, si trova a vivere in un mondo dove le ferite e il sangue sono mostrate senza filtri, creando un contrasto stridente tra la sua fragilità psicologica e la brutalità del mondo in cui opera.
Il nuovo paradigma
Il cinema contemporaneo non ha semplicemente "rovinato" l'eroe classico. Al contrario, lo ha reso più autentico, complesso e, in definitiva, più eroico proprio perché più umano. Ci mostra che il viaggio di un eroe è fatto di dubbi, incertezze e a volte, di insuccessi, proprio come la vita vera. La loro imperfezione è la loro maggiore risorsa, perché li rende capaci di connettersi con noi su un livello più profondo, ispirandoci a superare le nostre difficoltà non con la forza sovrumana, ma con la tenacia e la crescita personale.
E voi, quale tipo di eroe preferite? Quello impeccabile e senza macchia, o quello che si sporca le mani (e non solo) per diventare tale?
Bibliografia
Guido Donati Gotham and the mistake that could cost you a limb. 07.09.2025 Scienzaonline
Guido Donati Gotham e l'errore che può costarti un arto. 7.09.2025 Scienzaonline.