In particolare i ricercatori hanno confrontato gli effetti di ciascuna strategia di gestione forestale su tre distinte componenti: diversità funzionale, ridondanza funzionale e dominanza misurate rispetto alle foreste non sfruttate per la produzione di legname.
Il primo indicatore stima la disponibilità di specie diversificate per funzioni ambientali. La presenza di un’elevata diversità funzionale incrementa la probabilità che, in caso di instabilità climatica o eventi catastrofici, alcune specie possano sfruttare a loro vantaggio le nuove condizioni, contribuendo così alla resilienza post-disturbo dell’ecosistema.
Il secondo indicatore si riferisce alla compresenza di specie che svolgono funzioni simili, le quali possano garantire il mantenimento di processi ecosistemici, come la produttività, la cattura del carbonio o il ciclo dei nutrienti dopo la perdita di specie dovuta a forti disturbi o perturbazioni. Infine, il terzo riguarda la dominanza di una o più specie rispetto alle altre.
I dati necessari per valutare questi effetti sono stati raccolti a livello locale in 2107 punti di campionamento in 146 siti sparsi in tutta Europa, ognuno dei quali è associato ad una specifica strategia di gestione. Per ciascuna unità di campionamento è stata effettuata l’identificazione delle specie e la stima dell’abbondanza di piante vascolari presenti nel sottobosco. In seguito i dati sono stati inseriti su una piattaforma di gestione e armonizzazione dei dati, che ne ha permesso il confronto.
I risultati dimostrano come le differenti metodologie di silvicoltura impattano sul sottobosco e sulle sue caratteristiche. In particolare, se le foreste non gestite presentano sia un sottobosco funzionalmente diversificato che ridondante, gli stessi effetti possono essere ottenuti attraverso strategie di gestione e sfruttamento a bassa intensità.
D’altro canto, lo sfruttamento intensivo è associato a una diminuzione della diversità funzionale parzialmente controbilanciata da un aumento della ridondanza funzionale. Ciò implica che, sebbene la gestione intensiva possa mantenere le funzioni delle foreste in caso di perdita di alcune specie, con questo tipo di gestione viene anche fortemente limitata la gamma di risposte del sottobosco ai cambiamenti ambientali.
Dunque, i diversi regimi gestionali influenzano diversi aspetti delle caratteristiche funzionali del sottobosco e data la complessità delle interazioni tra queste componenti ambientali è impossibile individuare un regime di silvicoltura universalmente consigliabile. Le diverse opzioni dovrebbero essere bilanciate in un paesaggio forestale per sostenere le molteplici funzioni che le società umane richiedono agli ecosistemi forestali.