L’equilibrio dell’intero Sistema Solare è determinato dalle attività dell'astro madre e il flusso di particelle cariche emesso raggiunge ogni angolo della nostra struttura planetaria. La Terra è grado di proteggersi dal vento solare grazie alla magnetosfera anche se, a determinate condizioni, le particelle energetiche sono in grado di penetrarla disturbando il campo magnetico e dando vita ad una “sottotempesta”, ovvero una perturbazione magnetosferica. L’invadenza di protoni ed elettroni emessi dal nostro astro fanno contrarre la magnetosfera come una molla che schiocca in avanti e indietro, dando il là alla danza delle aurore. L’interazione delle particelle cariche con l’ossigeno e l’azoto nell’alta atmosfera crea bande di luce che strisciano nel cielo come serpenti. Per mapparne il ritmo elettrico gli autori dello studio hanno puntato al cielo notturno canadese con sensori magnetici di terra - per misurare la perturbazione magnetica nel corso della sottotempesta – e con il supporto dei cinque “occhi” di THEMIS rivolti alle bande aurorali dall'alto. Il risultato è stato una sincronia tra i movimenti delle scie luminose e la vibrazione delle linee di campo magnetico che oscillano ogni sei minuti circa. Capire come e perché le aurore si manifestino fornisce la chiave per la comprensione dell’ambiente spaziale attorno a noi ed è fondamentale per la crescente invadenza della tecnologia satellitare nella nostra routine.