Secondo S.E. Ravasi una attenta riflessione sul tema proposto rappresenta oggi una vera esigenza alla luce delle umiliazioni che la “parola” subisce.
L'attuale linguaggio, che il Cardinale definisce “scarnificato”, ha tramutato la “parola” in uno strumento delittuoso, dimenticando e violando la duplice ed elevata natura del concetto di “parola”, insieme manifestazione del Divino e dell'Umano.
Attraverso una attenta, precisa e lucida analisi di testi fondamentali per la cultura religiosa, non solo cristiana ma anche ebraica ed islamica, e di testi chiave per la cultura laica in generale, il Cardinal Ravasi ha tracciato un percorso composto da due strade parallele che dalla notte dei tempi ha visto la “parola” al centro degli eventi, di qualsiasi natura essi fossero. Sia nei testi Biblici che in quelli di filosofia indiana e greca la “parola” assume il valore di simbolo dell'archetipo, di evento creativo e radice stessa dell'essere. Una natura quella della “parola” che è costituita da 3 differenti aspetti: quello fonico, quello grafico e quello di logos, che conferiscono alla parola stessa il rango di evento ontologico primordiale.
Una riflessione, quella di S.E. Ravasi, che, facendo riferimento a testi di differenti culture ed epoche, ha dunque preso spunto dalla parola come suono per giungere al significato della “parola” come “silenzio”. Il silenzio come la parola suprema, o meglio come il punto zero della contemplazione.
Nel corso dell'interessantissima lezione non sono mancati momenti in cui il Cardinal Ravasi ha rivolto il proprio sguardo ai fenomeni comunicativi contemporanei. In particolar modo ha condannato un uso distorto e cosciente del grande potere della parola, troppo spesso finalizzato a colpire ed a creare inquietudine tra i fruitori della comunicazione.
A tal proposito S.E. Ravasi ha auspicato un ritorno ad una maggiore ricchezza nella “parola”, augurandosi al tempo stesso una crescente attenzione per l'esercizio del dialogo e per la cultura dell'ascolto.
S.E. il Cardinal Ravasi, confidando nella capacità della “parola” di poter salvare il genere umano, ha concluso la propria lezione riconoscendo alla parola uno scopo "fondante" di questa sia nella Teologia che nella Scienza.
Fabrizio Giangrande{jcomments on}