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Leggere il pensiero attraverso i muscoli: la nuova frontiera della decodifica motoria

Emma Bariosco 18 Dic 2025


Un’equipe di ricerca dell'Università Statale di Milano ha messo a punto MultiMEP, un sistema rivoluzionario capace di tradurre l’immaginazione di un movimento non analizzando direttamente il cervello, ma interpretando i segnali inviati ai muscoli. Lo studio, apparso sulla rivista Brain Stimulation, promette di trasformare l'approccio alla riabilitazione e lo sviluppo delle tecnologie che collegano mente e macchina.

Il "ponte" tra intenzione e azione
Quando compiamo un gesto, i nostri muscoli si contraggono in modo visibile. Quando invece ci limitiamo a immaginare di muoverci, il nostro cervello attiva aree specifiche senza però produrre un movimento reale. Fino ad oggi, decifrare questo "pensiero motorio" direttamente dalle registrazioni cerebrali è risultato estremamente complesso.

Il nuovo metodo, sviluppato presso il Cognition in Action Lab (PhiLAB) e coordinato da Guido Barchiesi, Francesca Genovese ed Elena Mussini, ha superato l'ostacolo utilizzando la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS). Questa tecnica agisce come un impulso che "spinge" l'informazione del gesto immaginato dal cervello fino ai muscoli dell'avambraccio, rendendola leggibile dall'esterno.

Come funziona la tecnologia MultiMEP
Per mappare l'attività invisibile della mente, i ricercatori hanno seguito un processo in tre fasi:

Stimolazione: Un impulso TMS viene inviato alla corteccia motoria mentre il soggetto immagina un'azione.

Registrazione: L’impulso genera micro-contrazioni involontarie (potenziali evocati motori - MEP) in diversi punti del braccio.

Decodifica: Algoritmi di intelligenza artificiale analizzano questi segnali (MultiMEP) per identificare quale dei tre gesti proposti stesse visualizzando il partecipante.

I risultati hanno mostrato una precisione altissima. Sorprendentemente, il modello di machine learning è in grado di riconoscere un'azione immaginata anche se è stato "addestrato" su movimenti reali, a dimostrazione del fatto che immaginare e agire condividono la stessa impronta neurale.

Collaborazioni e prospettive future
La ricerca è il frutto di una sinergia tra la Statale di Milano (Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti”) e prestigiosi partner scientifici:

Scuola IMT Alti Studi Lucca

Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli (Brescia)

Università degli Studi di Brescia e di Trento

"Questo metodo ci permette di esplorare stati motori finora nascosti, come la preparazione o l’inibizione di un movimento," spiegano gli autori. "Riuscire a mappare questi 'stati invisibili' con tale accuratezza apre strade inedite per la diagnostica, per protocolli di riabilitazione più efficaci e per la creazione di interfacce cervello-computer (BCI) di nuova generazione."

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