Tecnologia digitale, motore o minaccia per l’innovazione?

Molti pensano che la tecnologia sia il motore e la guida dello sviluppo. Ma è proprio così? Quante volte è il caso a giocare un ruolo determinante nelle grandi innovazioni? Tanto che gli stessi protagonisti non sempre sono in grado di prevedere  le ricadute delle loro scoperte, come nel caso del motore di ricerca Google o del social networking. “Ed è proprio in queste situazioni che diventa prioritario raccontare storie vere, piuttosto che cercare di teorizzare”. E’ quanto sostiene Francesco Antinucci nel suo ultimo libro L’algoritmo al potere. Vita quotidiana  ai tempi di Google (Laterza editori). Antinucci, direttore di ricerca all’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Consiglio nazionale delle ricerche ha al suo attivo numerose pubblicazioni che affrontano tematiche che riguardano l’apprendimento e la comunicazione in relazione alle tecnologie digitali. In questo volume intende illustrare, attraverso una piacevole trattazione,  alcuni casi esemplificativi di innovazioni,  partendo proprio dal contesto in cui sono nate, fino alle applicazioni inaspettate e sorprendenti che ne sono scaturite e che hanno cambiato il nostro modo di vivere.

Come Netflix, un negozio virtuale dove prendere in affitto i film, senza vincoli di tempo e di quantità, senza modifiche di costo, e con il coinvolgimento degli utenti che diventano al contempo spettatori e recensori. You Tube: i cui ideatori con lungimiranza  hanno compreso che lo scopo del video in rete, non è la conoscenza, ma il divertimento unito al desiderio di condividere con molti le esperienze personali. La condivisione è anche alla base di Wikipedia enciclopedia che, abolendo il concetto di elite culturale, permette chiunque a scrivere, modificare o cancellare una qualsiasi voce. Tutte queste innovazioni hanno in comune il fatto di sfruttare Internet e il social networking che da esso deriva. Ed è proprio sul social networking che Antinucci invita a fermare l’attenzione pensando al futuro. Il social networking investe ormai numerosi settori, dando vita alla cosiddetta filosofia dell’ ‘uno come te’ che elimina qualsiasi tipo di intermediazione, determinando a volte effetti devastanti. Implementata  dalla rete, ‘come luogo aperto’, ‘democratico’, questa filosofia potrebbe infatti estendersi in numerosi settori della vita sociale. “Abolizione di giornali e riviste? E perché non dei libri? E se toccasse alla medicina? Se si votasse, da uno a cinque stelle, su medicine e terapia?” si chiede l’autore. E su questo scenario da scongiurare si apre anche la questione della nostra  privacy minacciata sempre più dal social networking che potrebbe ridurre la dimensione del nostro vivere a quella di un piccolo villaggio dove tutti sanno ciò che fa l’altro. Con il rischio  non solo di tornare ad uno stato di arretratezza culturale, ma anche di soccombere alla forza di persuasori e adulatori. “Rendere accessibile a chiunque tutto ciò che è scritto, parlato, ritratto, filmato”, conclude Antinucci, “decretare la validità delle conoscenze con un voto di maggioranza, scegliere le cure in base alla popolarità, ritornare alla condizione arcaica del villaggio, dove i comportamenti di ognuno erano sotto gli occhi di tutti. Questo è il futuro che ci annunciano Google, Wikipedia, YouTube, Facebook & Co”.


Francesco Antinucci è Direttore di ricerca all’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR. Si occupa di linguaggio, apprendimento, percezione e comunicazione, sopratutto in relazione alle nuove tecnologie digitali. Ha svolto parte della sua attività di ricerca negli Stati Uniti, al Dipartimento di Psicologia dell’Università di California a Berkeley, alla School of Information della stessa università e al Palo Alto Research Center (PARC) della Xerox. Ha lavorato con le nuove tecnologie fin dal loro inizio sviluppando numerose applicazioni multimediali e di realtà virtuale. Per i nostri tipi è autore di: Computer per un figlio. Giocare, apprendere, creare (20012); La scuola si è rotta. Perché cambiano i modi di apprendere (20032); Musei virtuali (2007); Comunicare nel museo (20096).

 

 

Sandra Fiore

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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