Una corona proteica per la diagnosi precoce del tumore del pancreas

Università di Roma La Sapienza 05 Mar 2021


Una possibilità per individuare il tumore nelle fasi iniziali potrebbe venire dalle nanotecnologie. I risultati dello studio coordinato dal Dipartimento di Medicina molecolare sono stati pubblicati sulla rivista Cancers
Si chiama “corona proteica” ed è uno strato di proteine che si forma su nanoparticelle messe in contatto con un liquido biologico. Il gruppo di ricerca coordinato da Giulio Caracciolo del Dipartimento di Medicina molecolare della Sapienza Università di Roma, se ne occupa da una decina d'anni e grazie a un piccolo studio pilota, pubblicato sulla rivista Cancers, ha mostrato che l'accoppiamento tra i livelli di emoglobina nel sangue e l'analisi della corona proteica che si forma per contatto tra nanoparticelle di ossido di grafene e plasma sanguigno potrebbe essere usato per la diagnosi precoce del tumore del pancreas.

“C'è grande bisogno di strumenti efficaci per la diagnosi precoce di alcuni tumori - commenta Giulio Caracciolo - e in particolare dell’adenocarcinoma del pancreas, molto difficile da individuare nelle fasi iniziali. Molti approcci si stanno concentrando sull'analisi in contemporanea di più marcatori, ma nessuno si è rivelato definitivo. Forti della nostra esperienza nell'ambito delle nanotecnologie abbiamo quindi pensato a un approccio differente basato sulla corona proteica, che permette un'analisi generale, a colpo d'occhio, di tutto il proteoma che si trova in un liquido biologico, in questo caso il plasma”.

Già alcuni anni fa il gruppo di Giulio Caracciolo, composto da fisici, chimici, biologi e biotecnologi, aveva mostrato che la corona proteica che si forma mettendo il plasma in contatto con un nanomateriale è specifica per il tipo di nanomateriale usato e personalizzata: ogni individuo ha la propria e in caso di malattia si verificano alterazioni riconoscibili. Nel corso del loro ultimo lavoro, condotto grazie al fondamentale sostegno di Fondazione AIRC e svolto in collaborazione con Damiano Caputo del Policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma, Caracciolo e colleghi hanno valutato l'efficacia della combinazione tra i livelli di emoglobina del sangue e l'analisi della corona proteica formata dal plasma su ossido di grafene nel discriminare tra presenza e assenza di tumore del pancreas.

Mettendo a confronto i risultati ottenuti da circa trenta pazienti con la malattia e altrettanti volontari sani, i ricercatori hanno scoperto che il metodo riesce a distinguere in modo efficace le due situazioni in oltre il 90% dei casi.

Un aspetto molto interessante del lavoro è che l'indagine della corona proteica è stato effettuata con una tecnica semplice ed economica: l'elettroforesi su gel di agarosio, ampiamente utilizzata in tutti i laboratori di biologia del mondo.

“La tecnica non ci permette di caratterizzare in dettaglio la composizione di questo strato proteico, ma offre un identikit generale che sembra sufficiente a scopo diagnostico - conclude Caracciolo. “Se i risultati ottenuti saranno confermati da uno studio clinico più ampio, questa nuova tecnica potrebbe essere utilizzata per lo screening di persone a rischio per il tumore del pancreas, come persone con obesità o diabete”.

 

Vota questo articolo
(0 Voti)

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.

 

Scienzaonline con sottotitolo Sciencenew  - Periodico
Autorizzazioni del Tribunale di Roma – diffusioni:
telematica quotidiana 229/2006 del 08/06/2006
mensile per mezzo stampa 293/2003 del 07/07/2003
Scienceonline, Autorizzazione del Tribunale di Roma 228/2006 del 29/05/06
Pubblicato a Roma – Via A. De Viti de Marco, 50 – Direttore Responsabile Guido Donati

Photo Gallery