Medioevo e medicina: il primo esempio di chirurgia cranica attraverso incisione cruciforme già al tempo dei longobardi

Università di Roma La Sapienza 10 Feb 2023


Le analisi macroscopiche, microscopiche e la tomografia computerizzata su un cranio rinvenuto nei pressi di Ascoli Piceno hanno rivelato i segni di almeno due operazioni chirurgiche. Lo studio, pubblicato sulla rivista International Journal of Osteoarchaeology, è stato condotto da un team internazionale e multidisciplinare coordinato dalla Sapienza
Un nuovo studio internazionale, coordinato da Sapienza in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il McDonald Institute for Archaeological Research di Cambridge, le Università di Aix-Marseille e di Caen in Francia e l’Università di Washington, rivela l'esistenza di trapanazioni nel cranio di una donna longobarda, rinvenuto nel cimitero di Castel Trosino, presso Ascoli Piceno.

Le analisi macroscopiche, microscopiche e la tomografia computerizzata (TC) hanno rilevato i segni di almeno due operazioni effettuate sul cranio, tra cui un intervento chirurgico a forma di croce, di poco precedente alla morte della donna. Inoltre grazie all’applicazione di un nuovo metodo di indagini biochimiche ad alta risoluzione, applicato a uno dei denti conservatisi, sono state ricostruite alcune variazioni della dieta e della mobilità della donna, dai primi anni di vita all’età adulta. Ciò ha permesso di identificare cambiamenti nell’alimentazione e nell’ambiente frequentato nel corso della sua vita, e di evidenziare cura e interesse fornitole dalla comunità.

“Abbiamo scoperto – spiega Ileana Micarelli dell’University of Cambridge, ex post doc in Sapienza e primo autore dello studio – che la donna era sopravvissuta a diversi interventi, essendo stata sottoposta a una terapia chirurgica a lungo termine, che consisteva in una serie di trapanazioni successive.”

“L’ultimo intervento chirurgico – conclude Giorgio Manzi del Dipartimento di Biologia ambientale – sembra essere avvenuto poco prima della morte dell’individuo. Non ci sono lesioni che possano far pensare alla presenza di traumi, tumori, malattie congenite o altre patologie. Inoltre, anche se è intrigante considerare la possibilità di un motivo rituale o giudiziario, nessuna evidenza osteologica o storica sostiene ipotesi del genere.”

La scoperta della rara testimonianza di un intervento di trapanazione apre la strada a futuri studi sulle ragioni e sulle modalità di terapia, oltre che sul ruolo assistenziale della comunità nei confronti del malato durante il Medioevo.

 

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