Il campione degli intervistati
Al questionario hanno risposto per il 94 per cento madri, con un'età media di 42 anni e in grande maggioranza con un livello d’istruzione superiore. Per l'80% sono donne lavoratrici che durante il lockdown hanno continuato a lavorare (67%), molte in modalità smartworking (57%). Nei quasi 10.000 figli sono rappresentati tutti gli ordini di scuola dalla primaria alla secondaria di II grado, anche se in gran parte (7.000 su 10.000) frequentanti la Scuola primaria.
Le 5 aree tematiche di riflessione
Nello specifico, l’indagine ha poi analizzato 5 aree: i tempi, gli spazi, e le metodologie didattiche; la partecipazione alle attività didattiche e le relazioni a distanza; le emozioni prevalenti provate e i comportamenti osservati nei figli; i punti di forza e di debolezza delle modalità didattiche in remoto; priorità, desideri e timori sulla ripresa della scuola dopo l’estate.
Le conclusioni
Il bilancio dei genitori sulla didattica a distanza mette in luce pro e contro dell’esperienza. Da un lato, i genitori riconoscono come positivo il maggior utilizzo di tecnologie digitali per lo studio e la didattica; la possibilità di conoscere maggiormente le attività didattiche dei propri figli e l’acquisizione di nuove competenze digitali da parte dei bambini.
Dall’altro, sottolineano però alcuni importanti aspetti negativi: le relazioni a distanza con i compagni e con gli insegnanti; la quantità di compiti da svolgere, ritenuta spesso eccessiva; la scarsa varietà nella proposta didattica; il difficile bilanciamento del tempo dedicato alle lezioni, ai compiti e allo svago.
È proprio quest’ultimo aspetto che più preoccupa le intervistate: ben il 65 per cento ritiene la DAD non conciliabile con il lavoro e il 30 per cento prenderebbe in considerazione la possibilità di lasciare il lavoro per seguire i figli.
«La ripartenza della scuola, così come di nidi e scuole d'infanzia – dice Giulia Pastori, coordinatrice scientifica della ricerca - è un'emergenza sociale di massima urgenza che è stata ed è ancora molto trascurata. Bisogna fare tutto il possibile perché ripartano e bene, ne va del benessere di bambini e ragazzi in primis, ma anche dei loro genitori, in particolare delle donne. L'esperienza della DAD ha reso ancora più evidente che abbiamo bisogno di una politica per la scuola al contempo tempestiva e lungimirante.»