Scienzaonline - Ultimi Articoli

Darfur: un esame di coscienza di fronte all'orrore

Darfur: un esame di coscienza di fronte all'orrore

13 Settembre 2025

Introduzione: il paradosso dell'indifferenzaIn un mondo in cui ogni singola...

Svelato il meccanismo che causa la morte cellulare anomala in una rara malattia infantile

Svelato il meccanismo che causa la morte cellulare anomala in una rara malattia infantile

12 Settembre 2025

Una collaborazione scientifica tra l'Università di Colonia e l'Ospedale Pediatrico...

Gardnerella vaginalis

Gardnerella vaginalis

12 Settembre 2025

Spesso, quando si parla di disturbi intimi femminili, l'attenzione si...

Microchip e sovranità nazionale: quando la tecnologia diventa una minaccia

Microchip e sovranità nazionale: quando la tecnologia diventa una minaccia

12 Settembre 2025

Oggi, ogni aspetto della nostra vita è governato da un...

L'obsolescenza programmata, dal Cartello Phoebus a oggi: una lampadina può durare più di 125 anni?

L'obsolescenza programmata, dal Cartello Phoebus a oggi: una lampadina può durare più di 125 anni?

11 Settembre 2025

L'obsolescenza programmata non è un'invenzione moderna, ma una strategia che...

Lunedì, 21 Luglio 2025

 

L’incontro tra neuroscienze e tecnologie digitali sta vivendo un’accelerazione senza precedenti, trainata dallo sviluppo di nuove interfacce cervello-macchina (BCI, Brain-Computer Interface) capaci di restituire funzioni motorie e sensoriali in pazienti con gravi disabilità, ma anche di espandere le possibilità della mente umana. Nel 2025, l’attenzione del mondo scientifico, industriale e bioetico si concentra sul salto di qualità di queste tecnologie, ormai non più solo spettro della fantascienza.

Cosa sono le interfacce cervello-macchina?

Le BCI sono sistemi che mettono in comunicazione diretta l’attività neurale con dispositivi esterni—computer, arti robotici, sistemi domotici—consentendo di trasmettere pensieri in comandi reali, aggirando vie nervose danneggiate o assenti. La generazione attuale di BCI utilizza microelettrodi impiantabili ad altissima densità, in grado di leggere e stimolare l’attività di aree cerebrali anche molto piccole.

Pubblicato in Tecnologia


Pubblicato su “Psychological Research” uno studio coordinato dalle Università di Padova e Bergamo rivela come l'effetto placebo – l'aspettativa positiva – abbia migliorato la lettura nei bambini con dislessia evolutiva in misura superiore rispetto ai tradizionali programmi di riabilitazione. I risultati, replicati anche in studenti universitari, evidenziano che la riabilitazione tradizionale della dislessia quasi mai tiene conto dell'effetto placebo.

Pubblicato in Medicina

 

Scienzaonline con sottotitolo Sciencenew  - Periodico
Autorizzazioni del Tribunale di Roma – diffusioni:
telematica quotidiana 229/2006 del 08/06/2006
mensile per mezzo stampa 293/2003 del 07/07/2003
Scienceonline, Autorizzazione del Tribunale di Roma 228/2006 del 29/05/06
Pubblicato a Roma – Via A. De Viti de Marco, 50 – Direttore Responsabile Guido Donati

Photo Gallery