La sonda Rosetta è entrata nella storia: accometaggio riuscito per il suo lander Philae

Il 12 novembre 2014 è una data che rimarrà nella storia: dopo un viaggio lungo 10 anni e oltre sei miliardi di chilometri in giro nel nostro sistema solare, alle 17:03 (ora italiana) il lander Philae della sonda Rosetta è sbarcato sulla cometa cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko.

Si tratta di un primato storico: per la prima volta in assoluto nella storia, uno strumento costruito dall’uomo ha toccato la superficie di una cometa. È una conquista europea: Rosetta, infatti, è una missione dell’ESA e “come nel passato, come ai tempi di Newton o Galileo questo grande passo l’ha fatto l’Europa, la vecchia Europa. E il nostro Paese ha dato un contributo straordinario”, come ha dichiarato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston.

 

Così come la stele di Rosetta ci ha dato la chiave di interpretazione dei geroglifici egizi, la sonda da cui prende il nome ci farà comprendere i segreti del sistema solare e ci dirà come i pianeti si sono formati. Nel segno dell’eredità egizie anche il nome del lander Philae, nome dell’isola in cui era eretto l’obelisco di File con iscrizione bilingue, e il sito di sbarco, Agilkia, l’isola sul Nilo dove furono trasferiti i reperti dei templi di File dopo la costruzione della diga di Assuan. Entrambi i nomi sono stati selezionati attraverso concorsi internazionali. Quello che portò al battesimo del lander fu vinto da una quindicenne lombarda, Serena Vismara, che oggi è un ingegnere aerospaziale.

 

 

Ora cosa farà Philae sulla cometa? Proprio stamattina è stato dato il via libera all’attivazione del “trapano” italiano che perforerà la superficie della cometa. “Si è deciso di caricare la sequenza che attiverà lo strumento”, ha dichiarato il coordinatore scientifico dell’ASI, Enrico Flamini, dal centro di controllo del lander Philae a Colonia. La decisione è stata presa considerando che le batterie potrebbero non durare a lungo. Nella scomoda posizione in cui si trova, Philae è infatti illuminato un unico pannello solare e non sappiamo quanto siano cariche le batterie, né quanto la temperatura e altri fattori possano scaricarle rapidamente. Secondo gli scienziati il lander si troverebbe in bilico sull'orlo di un cratere, in una posizione definita dagli esperti “acrobatica”: due zampe poggiate sulla roccia e una che punta in alto. Tale posizione fa sì che soltanto uno dei pannelli solari sia correttamente esposto alla luce. L’Esa dovrà dunque provare a modificarne l’esposizione, in caso contrario il lander Philae difficilmente riuscirà ad avere energia sufficiente per continuare a lavorare nei prossimi giorni. Nel caso in cui non si riuscirà a riposizionare i pannelli solari l’Agenzia Spaziale Europea potrebbe optare per l’ibernazione del lander, almeno finché la 67/P Churyumov-Gerasimenko si avvicinerà al Sole.

Ultima modifica il Venerdì, 14 Novembre 2014 23:07
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