Planetologia

Planetologia (20)

Il 12 novembre 2014 è una data che rimarrà nella storia: dopo un viaggio lungo 10 anni e oltre sei miliardi di chilometri in giro nel nostro sistema solare, alle 17:03 (ora italiana) il lander Philae della sonda Rosetta è sbarcato sulla cometa cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko.

Si tratta di un primato storico: per la prima volta in assoluto nella storia, uno strumento costruito dall’uomo ha toccato la superficie di una cometa. È una conquista europea: Rosetta, infatti, è una missione dell’ESA e “come nel passato, come ai tempi di Newton o Galileo questo grande passo l’ha fatto l’Europa, la vecchia Europa. E il nostro Paese ha dato un contributo straordinario”, come ha dichiarato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston.

 

È il più ambizioso programma di osservazione della Terra mai sviluppato. Una volta operativo, il sistema di monitoraggio fornirà informazioni accurate, tempestive e facilmente accessibili per migliorare la gestione dell'ambiente, per comprendere e mitigare gli effetti del cambiamento climatico e garantire la sicurezza civile. È il programma spaziale Copernicus, battezzato così in onore del celebre astronomo che per primo scoprì che era la Terra a ruotare intorno al Sole.

Il progetto è coordinato e gestito dall’Unione Europea: la realizzazione è stata affidata all’Agenzia Spaziale Europea, e a livello industriale a Thales Alenia Space, con il contributo di Telespazio e e-Geos.

Sarà la prima navicella spaziale della storia a incontrarsi con una cometa: dopo ben dieci anni, il 6 agosto Rosetta incontrerà la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Questa tappa rappresenta proprio l’obiettivo della missione, che è costituita da due elementi: la sonda vera e propria, Rosetta, e il lander Philae.

Lanciato nel 2009, dopo 4 anni ha dovuto ridimensionare la sua attività a causa di un guasto, eppure ancora oggi non smette di sorprenderci: è Kepler, il telescopio spaziale della NASA, lo strumento con cui in un colpo solo siamo passati dal conoscere circa 1000 pianeti extrasolari a quasi il doppio. La NASA ha infatti annunciato la scoperta di 715 nuovi pianeti che orbitano attorno a 305 stelle: questo dato fa salire a 1700 il numero di pianeti extrasolari finora conosciuti.

Per la prima volta è stata misurata la profondità di un mare “alieno”: si chiama Ligeia, è uno dei mari del più grande satellite di Saturno, Titano, ed è profondo circa 160 metri.

Gran parte del merito della scoperta è italiano: il raggiungimento di questo importante risultato scientifico è il frutto di uno studio condotto con dei radar planetari concepiti e sviluppati in Italia dall’Agenzia Spaziale Italiana, in collaborazione con la Nasa. La ricerca, poi, è stata guidata da ricercatori italiani, a cui hanno contribuito anche americani e francesi: l’analisi dimostra la natura liquida del Mare Ligeia, composto di metano quasi puro (con piccole quantità di etano ed azoto) e fornisce la profondità di un mare extraterrestre che raggiunge più o meno 160 metri.

I risultati dello studio sono stati presentati mercoledì 11 dicembre al congresso dell’American Geophysical Union a San Francisco e saranno pubblicati sulla rivista Journal of Geophysical Research.

“Si tratta di un grande successo che si è potuto conseguire grazie alle competenze scientifiche sviluppate in Italia nel campo dei radar planetari realizzati dall’ASI in collaborazione con la Nasa - ha dichiarato Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana e uno degli autori del lavoro. “Abbiamo un bellissimo esempio di come gli algoritmi ed i metodi di processo dei dati sviluppati nei nostri programmi siano potenti e flessibili e come, grazie all’intuizione di un giovane ricercatore, supportato da un grande team, possano portare a risultati non aspettati, ma anche come la missione Cassini non smetta mai di stupirci”.

 

Appena se lo sono trovato di fronte, sugli schermi del centro ESTEC dell’Agenzia Spaziale Europea di Darmstadt, lo hanno subito definito un “diamante”. Qualcun altro, meno poetico, ci ha visto solo un grosso sasso di forma vagamente triangolare. Ma sono comunque immagini storiche quelle che la sonda ESA Rosetta (partita nel 2004 per esplorare i confini del sistema solare) ci ha mandato il 5 settembre, dopo uno storico incontro ravvicinato con l’asteroide (2867) Steins.

In questo articolo si esaminano le conseguenze che avrebbe avuto la Terra se non
ci fosse stata la Luna. Come si è formata la Luna ? Quale sarebbe stato l'ambiente
Terra senza la presenza del nostro satellite naturale ? Può la Luna avere contribuito
allo sviluppo della vita sulla Terra ? Quali sono gli effetti che la Luna determina
sul nostro pianeta ? Quale sarà l'evoluzione del sistema Terra-Luna ? A queste e ad
altre domande cercheremo di dare una risposta.

 

Sonda su MarteChe il genere umano finirà prima o poi su Marte è inevitabile. Non è certo l'esser comodo o utile quello che spinge gente dotata di spirito di avventura a raggiungere un determinato luogo.  L'Antartide è meno gradevole di Marte, il monte Everest non è un luogo di villeggiatura e le isole Kerguelen non scherzano neppur loro. Inoltre, per quanto oggi lo spirito di avventura appaia profondamente addormentato, non credo che sarà sempre così. E' per  spirito di avventura allo stato istintivo che alcune Tupaie abbandonarono gli alberi su cui abitavano venti milioni anni fa e s esero a scorrazzare  nelle praterie, vivendo arrischiatamente, acquistando la posizione eretta, ed infine producendo la gloriosa specie umana.
Dunque su Marte si andrà. Ma quando?

Il piede sulla Luna dell'astronauta AldrinQuando l’uomo posò il piede sulla luna, mi sembrò strano. Non emozionante, non suggestivo: solo strano. Non mi sembrò un miracolo, ma una sfida. Forse perfino uno sfregio. Quell’impronta pesante, quella polvere sollevata come aria secca, quei gesti goffi: niente riusciva ad affascinarmi.
Tutti i miei compagni di classe lo erano, anche tutte le suore del convento delle Figlie della Misericordia dove mi trovavo. Ricordo anche un’immagine del Papa, Paolo VI, che alzava le mani esultando. Avevo nove anni allora. “Siamo arrivati sulla luna”, sentivo esultare intorno.

Luna e modulo lunareVenti luglio del 1969. La data che segna un prima e un dopo nell'esplorazione umana dello spazio. A dire il vero, in Italia era ormai il 21, le 4 del mattino del 21, quando Neil Armstrong faceva quell’ormai proverbiale piccolo, grande passo che cambiava per sempre la storia umana. Una diretta-tour de force di oltre 25 ore, prima volta nella storia della RAI aveva tenuto inchiodati tutti gli italiani davanti al televisore, seguendo momento per momento la missione Apollo 11, fino all’allunaggio (avvenuto sei ore prima, alle 22 circa ora italiana) e la discesa di Armstrong e Aldrin sul suolo lunare.

Tra loro anche alcuni spettatori decisamente interessati: alcuni già interpreti dell'avventura spaziale del nostro paese, o che ne sarebbero diventati protagonisti negli anni a venire. Per loro, ripensare lo sbarco sulla Luna a quaranta anni di distanza significa rivivere un momento che ha influenzato profondamente la loro vita professionale, e che ha finito per influenzare, per quanto indirettamente, il corso stesso delle attività spaziale italiane.

 

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