Riportiamo un estratto della relazione del dott. Giuseppe Francione che ringraziamo per avreci concesso la pubblicazione:
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La scoperta, è stata fatta sulla catena dell’Appennino Meridionale; ci troviamo alle propaggini occidentali di un massiccio avente un’ossatura di natura calcarea. Il versante calcareo in esame è del Mesozoico (Cretacico Sup.), delimita il massiccio con andamento NW-SE lungo il suo lato meridionale, che con brusco aumento dell’inclinazione degli strati (40°) dà origine ad una monoclinale che s’immerge, verso sud-ovest, sotto la formazione flyschoide del miocene. Diversi sono stati gli elementi che hanno spinto lo scrivente ad interessarsi all’area in esame.
Innanzitutto la presenza di anelli semiconcentrici presenti soprattutto al lato ovest della monoclinale carbonatica (ad est sono meno marcati). Ma ciò che ha dato l’imput definitivo alla scoperta, è stata la curiosità di scoprire la causa dei frequenti crolli di massi calcarei di piccole e medie dimensioni, fino ad invadere la sottostante Strada Provinciale, creando diversi incidenti. Prima di eseguire un sopralluogo sull’area, visto che la zona si presenta alquanto impervia e con elevata acclività, sono state studiate le immagini satellitari e queste hanno fatto notare una gran forma geomorfologica ad ellisse.
Nessun fenomeno terrestre che si conosce è in grado di generare una forma morfologica come quella in esame, anche se in un primo momento si è pensato ad una cava di pietre, ad una frana, ad una forma d’erosione glaciale, ad un fenomeno carsico, e solo per ultima ipotesi all’impatto prodotto da un corpo celeste.
Escluse tutte le altre, l’ultima appariva comunque inverosimile, in quanto si sa che la caduta di un corpo celeste sulla Terra produce un cratere a forma di scodella (semisferica), come quello del Meteor Crater in Arizona (USA), e non a forma d’ellisse.
E’ scientificamente provato che solo il volo molto radente di un corpo celeste può dar origine ad un cratere avente forma ad elisse. Nel caso in esame il corpo celeste ha impattato il suolo con un angolo bassissimo, quasi radente ad esso, con un’angolazione che i calcoli indicano molto rara (10° ÷ 15°). Di norma l’impatto che avviene con angoli maggiori, anche se ancora abbastanza bassi, origina comunque crateri aventi una forma quasi semicircolare in quando l’onda d’urto che si genera dall’impatto si propaga in modo semisferico (simmetricamente). In tali casi si mantiene la forma e diminuisce l’energia dell’impatto.
Se ciò fosse confermato dagli ulteriori rilievi in atto, in via di pubblicazione, sarebbe una scoperta di notevole importanza scientifica, non solo perchè sembra essere l’unica in Italia, ma anche per il modo in cui si è verificata.
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Lo studio dell’area è in corso dal Natale 2008, e sta proseguendo, come confermato dal dott. Giuseppe Francione da noi raggiunto al telefono. Ora sono sotto attenta osservazione campioni di roccia ed elementi geologici che potrebbero comprovare l’origine della struttura geologica.
Link:
http://maps.google.it/maps?hl=it&tab=wl
http://en.wikipedia.org/wiki/Impact_crater
http://en.wikipedia.org/wiki/Mud_volcano
http://spaceguard.rm.iasf.cnr.it/tumblingstone/issues/num18/it/sirenteback.htm
http://www.zac-online.it/zac_PDF/zac_1/speciale%201.pdf
http://it.wikipedia.org/wiki/Meteorite
http://www.globalgeografia.com/italia/secinaro.htm
http://www.sciencedaily.com/releases/2009/05/090505072948.htm
http://www.lpi.usra.edu/meetings/lpsc2008/pdf/1027.pdf
Nicola Cosanni