Per aggirare tale resistenza, le soluzioni più promettenti si basano sull'uso simultaneo di più principi attivi. Se da un lato queste combinazioni incrementano l'efficacia terapeutica, dall'altro sono spesso associate a una significativa tossicità per gli organi e i tessuti non malati, limitandone l'applicazione clinica. Allo scopo di prevenire questo rischio, il team dell'UNIGE ha realizzato un "banco di prova" che permette di saggiare in laboratorio la pericolosità di queste associazioni farmacologiche, in modo veloce e senza ricorrere a modelli animali.
Tre Organi Riuniti in un Modello
"Questa piattaforma replica in vitro, sotto forma di aggregati di cellule derivate da organi umani, il rene, il cuore e il fegato. Questi organi sono particolarmente sensibili agli effetti collaterali dei farmaci", spiega Patrycja Nowak-Sliwinska, professoressa associata presso la Sezione di Scienze Farmaceutiche della Facoltà di Scienze dell'UNIGE. "Con questa metodologia, siamo in grado di studiare l'interazione di nuove combinazioni farmacologiche con questi organi, stabilendo se il passaggio ai test in vivo, sull'uomo o sull'animale, sia giustificato".
Adottando questo approccio, gli scienziati hanno già sperimentato due specifiche associazioni di farmaci (C2, composta da erlotinib HCl, dasatinib, tubacin, tacedinaline; e REMP, composta da erlotinib HCl, parthenolide, metformine HCl, RAPTA-C), entrambe attualmente in fase di sviluppo. "Ad esempio, abbiamo riscontrato che la combinazione C2 manifestava una tossicità specifica per il fegato. Ciò dimostra che non è necessariamente opportuno procedere con test in vivo per questa specifica associazione", precisa la ricercatrice.
Un Vantaggio in Ottica "3R"
Questo metodo è particolarmente rapido. Sono sufficienti due settimane per ottenere un risultato, contro le dieci o più – a seconda della gravità della tossicità – richieste dai test su modelli animali. "Oltre a rappresentare un notevole risparmio di tempo, questa strategia si allinea perfettamente al concetto 3R (Ridurre, Rimpiazzare e Raffinare) che mira a minimizzare l'uso di modelli animali nella ricerca".
Per il futuro, i ricercatori hanno in programma di includere un ulteriore organo nel modello e, in una prospettiva a lungo termine, di sostituire le linee cellulari standard con cellule prelevate direttamente dai pazienti. Questa evoluzione consentirebbe di testare la tossicità delle associazioni farmacologiche in maniera ancora più personalizzata.



