CHE GUEVARA Fotografo

Fabrizio Giangrande 27 Mar 2012

A fare luce su di un aspetto meno conosciuto di Ernesto Guevara de la Serna, ha contribuito una interessante mostra allestita dal 17 giugno all'11 settembre presso il Museo di Roma in Trastevere, intitolata “CHE GUEVARA Fotografo”.

L'esposizione, presentata per la prima volta a Cuba nel 1990 e successivamente riproposta in numerose città latinoamericane ed europee, fa parte di un progetto più ampio condotto dal Centro Studio CHE GUEVARA.

Tale progetto è finalizzato a far conoscere l'aspetto umano ed artistico del "Che" e costituisce un passaggio fondamentale per illustrare la personalità di questo medico nato a Rosario in Argentina nel 1928, amante della poesia ed in particolare delle opere di Pablo Neruda, dipinto dalla iconografia ufficiale principalmente come guerrigliero. 

Le fotografie riflettono gli sguardi ed i valori di riferimento che hanno delineato l'universo culturale e politico di questa personalità.

La mostra, costituita da copie moderne realizzate a partire da positivi e negativi originali in bianco e nero e a colori, consta anche di documenti originali che testimoniano il lavoro come fotografo del Comandante Ernesto Che Guevara.

Lo spettatore della mostra viene senza dubbio colpito dall'altissimo numero di paesi in cui le fotografie sono state scattate, che mostrano anche la passione per il viaggio da parte del Che. Tutto il sud America, India, Tanzania, Giappone, Spagna, Egitto e Marocco.

Ovunque si recasse Ernesto Guevara era affascinato dalla cultura, dalla storia e dall'architettura in primis, ma anche dai paesaggi e dalla natura. E poi il lavoro, il mondo degli operai delle fabbriche, dei minatori di carbone e dei contadini delle piantagioni di tabacco.

Un ambito, quello del lavoro, che nel percorso fotografico sembra essere quasi un'ossessione e che per l'autore ha rappresentato un punto di vista da cui osservare l'evoluzione della società.

Non mancano istantanee dei momenti più intimi e privati come quelle in compagnia dei figli oppure solo seduto alla sua scrivania con il suo immancabile sigaro.

Una mostra quindi che oltre a rappresentare un interessante documento storico mostra, nel suo percorso, la profonda sensibilità estetica ed umana di quest'uomo, attento e curioso osservatore della realtà.

 

Fabrizio Giangrande

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