International Law -Ten Years after 9/11

I tragici attentati terroristici che hanno colpito gli Stati Uniti l'11 settembre del 2001 hanno inciso sulle nostre abitudini come forse nessun altro avvenimento della storia recente.
Le misure adottate dal governo americano e dagli Alleati per rispondere alla minaccia di nuovi attentati terroristici, hanno dovuto limitare le libertà ed i diritti dei cittadini di questi Paesi.
In ragione del crescente bisogno di sicurezza, i singoli Stati sono intervenuti sugli ordinamenti giuridici nazionali con tempestività e coerenza, apportando le modifiche necessarie. Non così immediati sono stati gli interventi che gli Stati sono riusciti a concordare riguardo la definizione del quadro giuridico internazionale specificamente riguardante la Guerra al terrorismo.
A fare chiarezza circa il quadro giuridico internazionale attinente la “lotta al terrorismo” e gli sviluppi presenti e futuri, ha contribuito una interessante conferenza intitolata “International Law Ten Years after 9/11” svoltasi il 14 settembre presso il Centro di Studi Americani di via Caetani a Roma.
L’ incontro, patrocinato dall’Ambasciata Americana in Italia, a pochi giorni dal decimo anniversario dei terribili eventi, ha visto la partecipazione di illustri relatori come Giuliano Amato, John B. Bellingher, Consulente Legale del Consiglio di Sicurezza Nazionale americano durante l'amministrazione Bush tra il 2001 ed il 2005, e l’Ammiraglio Bruno Branciforte, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare Italiana.
La presenza alla conferenza di relatori di primo livello ha favorito una visione trasversale dei fenomeni legati agli attentati dell’11 settembre, analizzandoli attraverso la lente politica, giuridica e militare.
Così il Presidente Amato ha incentrato il proprio intervento sulle novità manifestate sin dal principio, dal punto di vista politico, di una Guerra combattuta non contro uno Stato, ma contro una organizzazione terroristica. I singoli Governi hanno dovuto attuare misure straordinarie per rispondere a tale sfida. Il Prof. Amato ha quindi insistito sulla necessità di una maggiore chiarezza riguardo al piano giuridico internazionale di riferimento della Guerra al terrorismo ed ha auspicato una più intensa collaborazione tra giuristi americani ed europei finalizzata alla armonizzazione delle differenti posizioni.
Secondo i giuristi statunitensi, il quadro giuridico di riferimento che deve delimitare la Guerra al terrorismo deve essere quello del Diritto Internazionale. Di differente avviso sono i giuristi europei secondo i quali, non essendo una guerra condotta nei confronti di uno “Stato vero”, ma di una organizzazione terroristica, l'unico quadro di riferimento possibile resta quello del diritto penale interno. In tutti i casi, il Prof. Amato ha espresso la necessità della politica di disporre, al fine di intervenire efficacemente, di un quadro giuridico chiaro e condiviso da tutti gli Stati facenti parte della coalizione in guerra contro il terrorismo.
Tale necessità di chiarezza è stata ribadita anche dall’Ammiraglio Branciforte, nel corso del proprio intervento. Una chiarezza che diviene fondamentale per la sicurezza e l’efficienza di coloro che operano in prima linea e che non riguarda esclusivamente le cosiddette “regole d’ingaggio” ma anche l'applicazione, o meno, delle Convenzioni di Ginevra sui prigionieri, aspetto non chiaro non trattandosi, nel caso di terroristi, di appartenenti a forze militari convenzionali di Stati firmatari di tali Convenzioni.
L’ Ammiraglio ha rappresentato le difficoltà incontrate dalla comunità internazionale per il raggiungimento di una definizione del termine “terrorista” che possa essere accettata e condivisa al di fuori del quadro Nato. Il Capo di Stato Maggiore ha sottolineato allo stesso modo come politica e diritto, per il raggiungimento dei propri obiettivi, si muovono con  tempistiche differenti rispetto all’ambito militare, le cui risposte debbono spesso essere immediate. Quindi l'Ammiraglio Branciforte, in attesa di un nuovo quadro giuridico di riferimento condiviso, ha auspicato un impegno maggiore da parte delle organizzazioni internazionali, finalizzato ad un controllo efficace dei finanziamenti di cui beneficiano le organizzazioni terroristiche.
Mr John Bellinger, che il giorno dell’attacco al Pentagono si trovava nella “Situation Room” della Casa Bianca al fianco di Condoleezza Rice e che come membro dell’Amministrazione Bush ha vissuto in prima persona quei tragici momenti, ha voluto aprire l'intervento riconoscendo come il quadro giuridico di riferimento in cui è stata iniziata la Guerra al terrorismo fosse mal definito. Un intervento anti-terrorismo, oltre i confini nazionali, ha fatto sorgere il dubbio circa il quadro giuridico di riferimento: l’intervento doveva essere inquadrato nell’ambito dei principi dei Diritti Umani, ovvero nell’ambito del Diritto Internazionale, o ancora in quello  del Diritto Penale nazionale? Lo studioso americano ha ricordato come lo stesso Presidente Bush sia stato fortemente criticato negli Stati Uniti per non aver avviato un intervenuto, preventivo e tempestivo, nonostante i ripetuti allarmi da parte della Cia sulla possilità di attentati terroristici.
Secondo Mr Bellinger la decisione di non intervenire è stata presa coscientemente dal Presidente americano, al fine di non compromettere i rapporti diplomatici con altri membri della Nato.
Con l'elezione di Barack Obama alla Casa Bianca, l'opinione pubblica europea ha auspicato un cambiamento drastico delle strategie e delle regole di intervento nella lotta al terrorismo. Una evoluzione strategica in cui i Diritti Umani fossero considerati come ambito giuridico di riferimento.
Durante la prima parte del proprio mandato, la nuova Presidenza ha operato un tentativo per mutare le strategie di intervento. Questa volontà si è però scontrata con quella della maggioranza del Congresso americano, intenzionato a mantenere una linea di continuità con le scelte politiche, diplomatiche e strategiche dell'amministrazione Bush.
Il maggiore consenso di cui il Presidente Obama gode nell'opinione pubblica internazionale ed un cambiamento apportato dalla sua amministrazione, nella terminologia usata per definire gli interventi nell'ambito della lotta al terrorismo, hanno reso accettabili anche alcune scelte impopolari.
Secondo Mr Bellinger, durante la Presidenza di Obama il numero degli attacchi è aumentato, l'utilizzo di aerei pilotati a distanza si è ormai diffuso ed è proseguita l’attivitaà dei tribunali  militari.
Gli Alleati dell'America hanno accettato la linea di continuità con la precedente amministrazione.
Ma proprio in questa fase in cui i rapporti diplomatici non presentano particolari attriti, quindi, sottolinea Mr Bellinger, sarebbe particolarmente proficuo aprire un dibattito sulla condivisione degli ordinamenti vigenti in materia di terrorismo internazionale. Un dialogo coerente con i valori condivisi tra i membri Nato ed indispensabile per colmare le numerose lacune che gli ordinamenti giuridici mostrano in una Guerra contro un nemico non convenzionale.
Fabrizio Giangrande
Ultima modifica il Giovedì, 10 Maggio 2012 10:16
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