Alle fotografie è stata invece dedicata una specifica area della mostra. Imponenti quelle di Gabriele Basilico che sembra ricercare attraverso il volto dell’inconfondibile skyline l’autentica personalità della Grande Mela. Austeri e raccolti invece gli scatti di Olimpia Ferrari nel catturare i banchi gremiti delle Chiese di Manhattan.
Jay One, noto esponente della graffiti-Art made in USA, ha evocato, attraverso il suo stile fumettistico, il profilo underground di New York, regno incontrastato della street-Art e dei ritmi hip-hop.
Particolarmente toccanti le Foto Polaroid raccolte da Michael Ackerman che ritraggono i volti delle persone scomparse durante l’attentato. Guardare quei visi contribuisce efficacemente a far percepire che le fredde cifre dei dispersi e delle vittime dell’11 Settembre non sono sufficienti a rappresentare completamente la tragedia umana che si è consumata.
Infine un tocco di poesia e di delicatezza contribuiscono a conferire all’intera esposizione i pastelli ed i carboncini dei disegni astratti di Susan Crile, esponente di spicco dell’attuale palcoscenico artistico statunitense.
La mostra “Cities of New York” ha dunque rappresentato una valida iniziativa e un’occasione per onorare la memoria di molti individui, vittime dirette ed indirette di una immane tragedia. Ciò è stato realizzato utilizzando sapientemente differenti linguaggi, proprio come quelli in cui si esprime la città che più di qualsiasi altra incarna lo spirito cosmopolita e multietnico.
Fabrizio Giangrande