Could ‘superfoods’ stop disease?
Lentils and broccoli, algae and insects: science is investigating traditional and new diets in a bid to reduce the risks of us getting ill
The importance of healthy eating for our well-being is scientifically proven and having a varied diet goes without saying. Part of this are the so-called superfoods, which are exploding in popularity because of their antioxidant and anti-inflammatory properties, even if we must pay attention to sensationalist promises. In 2007 the EU banned the use of "superfood" on labels without a health claim that’s “clear, accurate and based on scientific evidence”, explaining why the food is good for the health of consumers. Some superfoods appear quite exotic, things like Goji berries, quinoa or algae. Many companies are testing out new recipes, including these ingredients, to whet Western palates. Take the Irish start-up Seamore, for example. At this year’s edition of Seeds & Chips, a global food innovation summit, the company presented reinterpretations of traditional foods like Italian “tagliatelle” or English bacon, replacing pasta and pork with marine algae. Founder and CEO Willem Sodderland explained that “in essence, seaweeds are a vegetable, but they contain nutrients absent in most vegetables, like Iodine and Omega-3. Indeed, fish get their Omega-3 from seaweed.” The three cold-water seaweeds studied by the start-up, namely the brown Himanthalia, the red Palmaria Palmata, which tastes like bacon, and the most known green variety have very little fat.
Anche le scimmie hanno ‘tradizioni’
I cebi barbuti di Fazenda Boa Vista, in Brasile, tramandano di generazione in generazione comportamenti tecnologici come l’uso di strumenti per rompere noci di palma: allo studio che ha ottenuto la copertina di Pnas partecipa Elisabetta Visalberghi dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr
Le tradizioni culturali umane si mantengono attraverso meccanismi quali l’imitazione e l’insegnamento. Ma cosa accade in altre specie? I risultati di uno studio su una popolazione di cebi barbuti ‘Sapajus libidinosus’, condotto da un gruppo di ricercatori - fra cui Elisabetta Visalberghi dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Istc-Cnr) - a Fazenda Boa Vista, nel Nord-Est del Brasile, mostrano che l’uso di strumenti per queste scimmie è una ‘tradizione’ che gli individui imparano da giovani e che passa di generazione in generazione. L’articolo ‘Synchronized practice helps bearded capuchin monkeys learn to extend attention while learning a tradition’ è stato appena pubblicato sul numero dei Proceeding of the National Academy of Science (Pnas) guadagnandosi anche l’onore della copertina. “I risultati sono chiarissimi. Se un cebo esperto usa strumenti, l’attenzione di quelli inesperti viene ‘catturata’ facendo aumentare significativamente la frequenza con cui questi individui eseguono comportamenti rilevanti per l’apprendimento dell’uso di strumenti, come battere una noce su un’incudine o un sasso sulla noce. Anche dopo che il cebo esperto ha rotto la sua noce, quelli inesperti continuano a svolgere queste attività per parecchi minuti”, spiega Visalberghi.
Incontinentia pigmenti: l’ereditarietà è anche paterna
Ricercatori dell’Istituto di genetica e biofisica del Cnr di Napoli, in collaborazione con Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e Università di Ferrara, hanno scoperto meccanismi di trasmissione della malattia genetica non solo materni: anche i padri possono trasmetterla, a causa del ‘mosaicismo’ che caratterizza il Dna di maschi affetti. Lo studio, pubblicato sulla rivista Pediatrics, delinea nuove prospettive di diagnosi molecolare
Una ricerca dell’Istituto di genetica e biofisica ‘Adriano Buzzati-Traverso’ del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Igb-Cnr), condotta in collaborazione con l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e con l’Università di Ferrara, ha scoperto che l’ereditarietà dell’Incontinentia pigmenti (IP; OMIM#308300) non è solo materna: le forme familiari della malattia genetica rara che colpisce le bambine possono, infatti, essere trasmesse anche dal padre. Lo studio è pubblicato sulla rivista internazionale Pediatrics. “Questa malattia è letale nei maschi: per questo si è sempre ritenuto che l’eredità fosse solo materna. Le pochissime eccezioni documentate di maschi con Incontinentia pigmenti sopravvivono perché la mutazione stabilisce nelle cellule somatiche una situazione di ‘mosaicismo’, cioè l’espressione contemporanea di diversi patrimoni genetici nello stesso individuo”, spiega Matilde Valeria Ursini dell’Igb-Cnr, coordinatrice dello studio. “In pratica, i bambini di sesso maschile non ereditano la malattia dai genitori ma la mutazione avviene nelle cellule del feto maschio. In questi pazienti la possibilità di diagnosticare la presenza delle cellule malate nel sangue periferico era fino ad oggi assai scarsa”.
Ritmo auroral"magnetico"
Uno studio basato sui dati di THEMIS evidenzia il legame tra il fenomeno delle aurore e le perturbazioni nel campo magnetico terrestre generate dalle particelle cariche trasportate dal vento solare
È uno show di luci e colori che vibra a passo di danza nei pressi dei poli del pianeta, stimolato dall’interazione tra il vento solare e l’atmosfera. Le aurore, un exploit di particelle cariche in viaggio dal Sole che dà vita ad emissioni energetiche a varie lunghezze d’onda che risplendono in archi azzurri, verdi e rossi, sono un fenomeno ottico scrutato con interesse da sempre e studiato nel recente passato con l’ausilio di satelliti, camere e sensori. L’ultima ricerca, realizzata con i dati della missione NASA THEMIS – Time History of Events and Macroscale Interactions during Substorms – e pubblicata sulla rivista Nature Physics, tenta di indagare la natura dell’evento mettendo in relazione cielo e terra, ovvero individuando il legame tra i disturbi provocati dal flusso di particelle cariche trasportate dal vento solare sulla magnetosfera con la risposta osservata al suolo con il naso all’insù. Gli scienziati hanno analizzato la vibrazione del campo magnetico terrestre nel corso del brillamento aurorale nella notte sopra il Canada, evidenziando come lo sbocciare delle aurore coincida con un mutamento nella magnetosfera terrestre.