Foglietti di grafene come stampi per costruire nuove protesi ossee personalizzate
Sviluppati da ricercatori della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica in collaborazione con l’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma
Ricercatori della Facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, in collaborazione con esperti dell’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche (Isc-Cnr) di Roma, hanno sviluppato ‘fogli nanotecnologici’ per costruire nuovo tessuto osseo che un giorno potrà essere usato su pazienti per la ricostruzione personalizzata di parti lesionate del loro scheletro. I fogli di grafene funzionano come stampi in 3D su cui prende forma il nuovo osso. La figura sullo stampo è incisa da un raggio laser e si può personalizzare a seconda della forma che si vuole ottenere. Il risultato si deve al team di Massimiliano Papi dell'Istituto di fisica dell'Università Cattolica insieme al direttore dell'Isc-Cnr Claudio Conti, ed è stato reso noto su 2D Materials, rivista scientifica internazionale peer-reviewed che si occupa di nuove applicazioni dei materiali bidimensionali come il grafene. L'uso di questi fogli di grafene in campo clinico potrebbe beneficiare anche delle naturali proprietà antibiotiche dell’ossido di grafene. “Il potere antibiotico rappresenta, quindi, un ulteriore vantaggio di questo tipo di materiale”, spiega il professor Papi. “Infatti oltre a controllare i processi osteogenici, il grafene possiede anche una naturale attività antibatterica. Questo è particolarmente interessante perché uno dei problemi principali quando si inserisce in un organismo un materiale sintetico è l’insorgenza di infezioni post operatorie”.
Researchers identify a protein that keeps metastatic breast cancer cells dormant
Nuclei of metastatic breast cancer cells showing the protein MSK1 in green (Author: Cristina Figueras-Puig, IRB Barcelona)
The time needed for breast cancer metastases (secondary lesions caused by cells that have escaped from the original tumour) to develop varies between patients, and little is known about the mechanisms that govern latency (the dormant state of cells that have already spread through the body). A study headed by ICREA researcher Roger Gomis at the Institute for Research in Biomedicine (IRB Barcelona) has identified the genes involved in the latent asymptomatic state of breast cancer metastases. The work sheds light on the molecular basis underlying how the expression of certain genes facilitates the spread of metastatic lesions. The team has studied the most common kind of breast tumour—estrogen-positive (ER +) and accounting for 80% of breast cancer tumour cases—that is characterised by a long period of latency with no symptoms. The study has been published today in Nature Cell Biology.
Donne e stroke: pillola, fumo ed emicrania associazione pericolosa
Il 55% delle morti delle donne, in Europa, e' causato da cardiopatia ischemica e ictus. Dopo gli 80 anni, le donne colpite da ictus sono il 20% in piu' rispetto agli uomini. Ma alcune specifiche condizioni rendono il rischio molto piu' elevato anche nelle fasce di eta' piu' giovani. Dal punto di vista epidemiologico, ogni 100.000 donne in eta' fertile si registrano 4,4 ictus ischemici che rappresentano circa l'85% per centro di tutti gli stroke. In modo particolare, per le donne che soffrono di emicrania con 'aura', che utilizzano contraccettivi orali e hanno il vizio del fumo, si registra un rischio 30 volte maggiore di essere colpite da ictus. Nel corso degli ultimi anni si e' evidenziato come fattori esclusivamente femminili (ormoni, gravidanza, parto, menopausa) agiscano a breve, medio e lungo termine, aumentando il rischio di ictus lungo l'arco dell'intera vita della donna.
Procreazione medicalmente assistita, oltre 3mila alterazioni genetiche oggi note
Le alterazioni genetiche ad oggi note sono oltre 3mila, ma e' un continuo scoprirne di nuove: dalle piu' comuni come la trisomia del cromosoma 21 (cioe' la sindrome di Down) alla talassemia (malattia ereditaria del sangue che comporta anemia e colpisce il 5-6% della popolazione italiana). L'incidenza di queste alterazioni genetiche e' varia, poiche' dipende dall'eta' della donna: in una ventenne si tratta del 2%, ma in una donna quarantenne raggiunge il 18-20%. Nel campo della Procreazione medicalmente assistita ci sono intanto delle novita': da circa 6 mesi, infatti, all'ospedale Santa Margherita di Cortona e' disponibile un nuovo servizio volto a prevenire la trasmissione di alterazioni genetiche. Si chiama diagnosi genetica preimpianto (Pdg secondo l'acronimo) e viene effettuata per la prima volta a livello di sistema sanitario pubblico; in pratica, il cittadino dovra' pagare solamente il ticket.
Sostanze estratte dalle piante, efficaci contro la cefalea
È quanto emerge da uno studio dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo e dell’Istituto di scienze neurologiche del Cnr sui rimedi vegetali usati nella medicina popolare tra il XIX e il XX secolo. Circa l’80%, alla luce delle attuali conoscenze farmacologiche, presenta componenti in grado di contrastare i meccanismi alla base del mal di testa. Il 40% di queste piante era in uso già da circa 2000 anni. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Ethnopharmacology. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la cefalea è tra i disturbi del sistema nervoso più diffusi, con conseguenti gravi problemi di salute e disabilità. I ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche - Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo (Isafom-Cnr) e Istituto di scienze neurologiche (Isn-Cnr) - si sono interessati all’argomento con uno studio sui rimedi vegetali usati dalla medicina popolare italiana tra il XIX ed il XX secolo. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Ethnopharmacology.
Res Urbis, il progetto Sapienza per il recupero sostenibile degli scarti urbani: per la Ue è un esempio efficace di economia circolare della plastica
Il documento della Commissione Ue “A european strategy for plastics in a circular economy”, ha individuato nel progetto italiano Res Urbis, “REsources from URban BIo-waSte”, un modello da seguire per la trasformazione dei rifiuti urbani in plastiche ecocompatibili.
Il documento su riciclo e riutilizzo “A european strategy for plastics in a circular economy”, diffuso dalla Ue nei giorni scorsi, cita il progetto italiano Res Urbis come modello da seguire per la trasformazione dei rifiuti urbani in bioplastiche. La nuova strategia europea sulla plastica ha infatti individuato, come soluzione allo spreco di risorse, la creazione di un mercato dei prodotti riciclati, nell’ottica di un’economia circolare. La finalità di Res Urbis – REsources from URban BIo-waSte – è la valorizzazione degli scarti urbani di origine organica mediante trasformazione in bio-polimeri per la produzione di plastiche ecocompatibili ed è finanziato dalla Comunità Europea, all’interno del programma Horizon 2020, con 3 milioni di euro.
Trasporto su gomma da oggi più green
Il Politecnico di Milano partner di HDGAS, un progetto H2020 per ridurre l’impatto ambientale dei veicoli pesanti alimentati a gas naturale
Sviluppare, dimostrare e ottimizzare un nuovo concetto di powertrain per veicoli pesanti alimentati a gas naturale, che rispetti gli attuali Standard EURO VI. È questo l’obiettivo del progetto HDGAS (Heavy Duty Gas Engines integrated into Vehicles) finanziato dalla Comunità Europea, all’interno del programma Horizon 2020, che garantirà un miglioramento della qualità dell’aria, riducendo le emissioni di gas serra, di ossidi di azoto e di particolato. Il progetto, di cui il Politecnico di Milano è partner, prevede lo sviluppo di tecnologie chiave (impianti di alimentazione del gas naturale, comprensivi di serbatoi ad alta pressione, compatti e isolati, pompe criogeniche e sistemi di post-trattamento dei gas di scarico) e di tre diversi motori (Volvo, Iveco, MAN) da installare su tre veicoli dimostrativi che saranno poi valutati grazie a test indipendenti sulla base di procedure WHDC (World Heavy Duty Cycle) e che utilizzano la migliore tecnologia PEMS (Portable Emission Measurement System) disponibile. Nello specifico, i veicoli dimostrativi dovranno: garantire almeno la riduzione del 10% delle emissioni di CO2 rispetto a quelle ottenute dall’uso di altre pre-esistenti tecnologie; garantire almeno 800 km di autonomia prima del rifornimento di gas naturale ed essere competitivi con i migliori veicoli convenzionali in termini di prestazioni, durata, vita del motore, costi di possesso e sicurezza.