L’assistenza al parto è sempre stata considerata una peculiarità che ci distingue dagli altri animali e la principale ragione è che per le donne il parto è reso estremamente difficoltoso dall’evoluzione che ci ha reso bipedi e “cervelloni”, abbiamo cioè un cranio molto voluminoso che però deve passare da un canale reso angusto per soddisfare le esigenze dettate dalla postura eretta. Queste condizioni però non valgono per le grandi scimmie, bonobo compreso, dove tuttavia il travaglio è comunque un evento sociale ed emotivo. Secondo i ricercatori, le somiglianze nelle dinamiche sociali attorno alla partoriente osservate nel bonobo e nell’uomo sono legate agli alti livelli di coesione femminile che caratterizzano queste due specie “cugine”. I bonobo, infatti sono considerati dagli etologi una specie estremamente tollerante e “femminista” dove il ruolo di comando spetta alle femmine che cooperano e formano forti alleanze e amicizie che vanno al di là dei semplici legami di parentela.
“La nostra ricerca dimostra quindi come l’assistenza al parto nei bonobo sia presente anche se l’evento non risulta particolarmente complicato – conclude Palagi – il che potrebbe suggerire addirittura il ribaltamento di un paradigma evolutivo che ci riguarda direttamente. In altre parole, potrebbe non essere stata la difficoltà dell’evento in sé a determinare l’assistenza al parto ma, al contrario, la socialità nel momento al parto potrebbe aver favorito l’evoluzione di quelle caratteristiche morfo-anatomiche, dalla misura del cranio all’andatura bipede, che hanno reso la nostra specie così peculiare”.
L’assistenza al parto? Una questione femminile non solo negli umani ma anche nei bonobo
La scoperta di un team di etologi delle Università di Pisa e Parma e del CNRS francese pubblicata sulla rivista “Evolution and Human Behavior”
L’assistenza al parto, come evento sociale tutto al femminile, non è una caratteristica esclusiva degli umani come sinora ritenuto, ma un comportamento che condividiamo con i bonobo, una specie “cugina” molto vicina a noi dal punto di vista evolutivo. La scoperta arriva da una ricerca pubblicata sulla rivista americana “Evolution and Human Behavior” e condotta da Elisabetta Palagi dell’Università di Pisa, Elisa Demuru dell’Università di Parma e Pier Francesco Ferrari del CNRS francese.
Le studio etologico è stato realizzato presso il Parco Primati Apenheul nei Paesi Bassi e La Vallée des Singes in Francia dove i ricercatori sono riusciti a filmare tre nascite nel bonobo fin dalle prime fasi del travaglio, un’opportunità eccezionale che ha permesso di documentare non solo il comportamento della mamma, ma anche quello dell’intero gruppo sociale. Mai prima d’ora i comportamenti legati al parto in una grande scimmia erano stati descritti e analizzati in modo così dettagliato.
“Durante il parto di una loro compagna, le femmine di bonobo le si stringono intorno e mettono in atto comportamenti per proteggerla e supportarla in un momento di massima vulnerabilità, fino ad arrivare ad aiutare la partoriente a sorreggere il piccolo durante la fase espulsiva – spiega Elisabetta Palagi – Inoltre, gli scambi di espressioni facciali, vocalizzazioni e gesti raccontano una storia di intensa partecipazione emotiva che i ricercatori non hanno mai registrato in altre situazioni”.
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