Svelata l'architettura 3D di NFI-X: implicazioni cruciali per staminali, distrofie muscolari e terapie oncologiche

Alessia Di Gioacchino 10 Dic 2025


Un importante studio dell'Università Statale di Milano, pubblicato su Nature Communications, ha svelato la struttura tridimensionale della proteina NFI-X, un fattore chiave nello sviluppo, nella rigenerazione tissutale e nell'oncogenesi. Questa scoperta apre nuove e significative prospettive per la ricerca sulle cellule staminali, sulle distrofie muscolari e per l'ideazione di nuove strategie terapeutiche antitumorali.

Il Dettaglio Strutturale e il Ruolo Biologico
Il 9 dicembre 2025, due gruppi di ricerca del Dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano, sotto il coordinamento di Marco Nardini e Graziella Messina, hanno determinato per la prima volta la conformazione tridimensionale del fattore di trascrizione NFI-X, sia nel suo stato libero che in quello legato al DNA.

Le proteine della famiglia Nuclear Factor I (NFI) sono essenziali per la replicazione del DNA adenovirale, la regolazione dell'espressione genica e il controllo della proliferazione e differenziazione delle cellule staminali. La loro funzionalità è implicata in processi di sviluppo, patologie tumorali e numerosi disturbi congeniti. In particolare, NFI-X riveste un ruolo di rilievo nella biologia delle staminali neurali, nella formazione delle cellule ematiche, nello sviluppo e nella rigenerazione del tessuto muscolare, nelle distrofie muscolari e nell'oncogenesi.

Metodologia Innovativa e Prospettive Future
Per la realizzazione dello studio, i ricercatori hanno impiegato un approccio integrato che combina tecniche avanzate di biochimica e biologia strutturale, inclusa la criomicroscopia elettronica a singola particella. Ciò ha permesso di definire con risoluzione atomica non solo la struttura di NFI-X, ma anche di chiarire i meccanismi molecolari con cui la proteina identifica e si lega al proprio sito sul DNA, formando il complesso essenziale per l'attivazione della trascrizione genica.

Questo risultato è di straordinaria importanza in quanto unifica e interpreta anni di dati cellulari e biochimici raccolti a livello mondiale. La struttura di NFI-X, infatti, può essere considerata rappresentativa anche degli altri fattori della famiglia NFI, sebbene ognuno mantenga specifiche funzioni biologiche.

I ricercatori sottolineano che: “La conoscenza dettagliata dell’architettura tridimensionale di NFI-X apre ora la strada all’identificazione di molecole in grado di modularne l’attività, con potenziali ricadute sulla biologia delle cellule staminali, sulle distrofie muscolari e sullo sviluppo di nuove strategie terapeutiche contro il cancro.”

Il lavoro è il frutto di un progetto di ricerca pluriennale che ha coinvolto una ventina di ricercatori, grazie a collaborazioni tra diversi dipartimenti dell'Università Statale (Bioscienze, Chimica, Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti, Scienze per gli alimenti, la nutrizione e l’ambiente) e con il sincrotrone ELETTRA di Trieste.

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