4. Limiti insuperabili del modello capitalistico e la necessità di nuovi paradigmi
La perpetuazione di un sistema economico che, intrinsecamente, necessita di shock distruttivi come la guerra per sostenere la propria crescita è intrinsecamente insostenibile da un punto di vista etico, sociale, ecologico e di sopravvivenza della nostra specie. La pretesa di una crescita illimitata su un pianeta finito è, come ampiamente denunciato dai pensatori citati, un'illusione pericolosa. È qui che la comprensione dei meccanismi di stimolo economico legati alla guerra si connette direttamente con le critiche fondamentali alla logica capitalistica e ai limiti biofisici del nostro pianeta.
4.1 La Convergenza delle Crisi: Popolazione, Risorse e Ambiente
La capacità del capitalismo di "riavviarsi" attraverso la guerra è un sintomo di una tensione più profonda: la discrepanza tra un sistema che richiede crescita esponenziale e un pianeta con risorse lineari o decrescenti.
Esaurimento delle risorse naturali. L'attuale modello di consumo e produzione globale, alimentato dalla logica di crescita capitalistica, sta portando a un'accelerata deplezione delle risorse non rinnovabili (metalli, combustibili fossili) e a un sovrasfruttamento di quelle rinnovabili (acqua dolce, foreste, suolo fertile, stock ittici). Già nel 1972, il rapporto del Club di Roma, "The Limits to Growth" (Meadows et al., 1972) [38], basato sul modello World3, simulò che la continuazione delle tendenze di crescita demografica, industrializzazione, inquinamento, produzione alimentare e consumo di risorse avrebbe portato al superamento delle capacità di carico del pianeta entro il XXI secolo, con un conseguente "declino improvviso e incontrollabile" della popolazione e della capacità industriale. Studi più recenti, come quelli citati nel Journal of Industrial Ecology di Yale (2020) [48], confermano la validità generale delle conclusioni originali, evidenziando che i limiti fisici del sistema terrestre sono reali e in avvicinamento.
Sovraccarico dei sistemi ecologici: il concetto di "Confini Planetari" (Planetary Boundaries). Oltre alla deplezione, il modello di crescita produce un volume insostenibile di rifiuti e inquinamento, superando la capacità di assorbimento del pianeta. Il concetto di "Confini Planetari" (Rockström et al., 2009 [40]; Steffen et al., 2015 [43]) identifica nove processi biofisici che regolano la stabilità e la resilienza del sistema Terra. Il superamento di questi confini (come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, i cicli biogeochimici di azoto e fosforo) spinge il pianeta fuori dal suo stato di stabilità olocenica. Attualmente, sei dei nove confini planetari sono stati superati, segnalando un rischio crescente di cambiamenti ambientali irreversibili e potenzialmente catastrofici (Stockholm Resilience Centre, 2024 [44]). Questo include la crisi climatica (con un aumento delle temperature medie globali di circa 1.2 °C rispetto ai livelli preindustriali) e l'accelerata perdita di biodiversità (con tassi di estinzione specie da decine a centinaia di volte superiori al tasso di fondo) (IPCC, 2023 [20]; IPBES, 2019 [19]).
Impronta ecologica e disuguaglianza. L'impronta ecologica misura la domanda umana sulla biosfera, confrontando l'area produttiva di terra e mare necessaria per sostenere uno stile di vita con la capacità bioproduttiva disponibile del pianeta. I dati del Global Footprint Network (2024) [15] mostrano che l'umanità consuma risorse come se avesse a disposizione circa 1.7 pianeti Terra. Questo "overshoot" annuale si traduce in un deficit ecologico che si accumula nel tempo, erodendo il capitale naturale. Questa impronta non è distribuita equamente: i paesi ad alto reddito hanno impronte ecologiche significativamente maggiori rispetto a quelli a basso reddito, evidenziando come la crescita nei paesi ricchi sia spesso insostenibile e si basi su un'ingiusta appropriazione delle risorse globali.
Crescita demografica e pressione sistemica. La popolazione mondiale, che continua a crescere (le proiezioni delle Nazioni Unite indicano circa 9.7 miliardi entro il 2050 e 10.9 miliardi entro il 2100 - UN DESA, 2022 [45]), esercita una pressione crescente su ogni aspetto della sostenibilità. Maggiori persone significano maggiore domanda di cibo, acqua, energia, alloggi e beni di consumo. Questa pressione può portare a deforestazione, scarsità d'acqua, perdita di biodiversità e aumento delle emissioni, esacerbando le tensioni sociali e la competizione per le risorse. L'incapacità di fornire servizi di base e opportunità a una popolazione in crescita può altresì aumentare il rischio di instabilità interna e conflitti (Earth.org, 2023 [10]; Ehrlich, 1968 [13]).
4.2 L'illusione della crescita sganciata e la necessità di un cambio di paradigma
La risposta convenzionale alla crisi dei limiti, spesso avanzata dagli apologeti della crescita continua, è la "dematerializzazione" o il "disaccoppiamento" (decoupling) della crescita economica dal consumo di risorse e dall'impatto ambientale, principalmente attraverso l'efficienza tecnologica. Tuttavia, l'evidenza empirica mostra che, sebbene l'efficienza possa migliorare (disaccoppiamento relativo), il "rimbalzo" (rebound effect) e la scala complessiva della crescita economica globale spesso annullano questi guadagni, portando a un aumento assoluto del consumo di risorse e dell'impronta ecologica (Jackson, 2017 [22]; Parrique et al., 2019 [38.5]). Non vi è prova di un disaccoppiamento assoluto sufficiente per raggiungere la sostenibilità entro i confini planetari.
Questo ci porta alla conclusione che il modello di crescita illimitata è fondamentalmente incompatibile con la realtà biofisica del nostro pianeta. La dipendenza del sistema da meccanismi di "reset" distruttivi come la guerra evidenzia la sua incapacità di gestire le proprie contraddizioni interne in modo sostenibile e pacifico. È imperativo, quindi, immaginare e costruire modelli economici e sociali alternativi che si distacchino dalla dipendenza dalla crescita quantitativa e che integrino intrinsecamente i limiti planetari come principi guida invalicabili.
* Board Member, SRSN (Roman Society of Natural Science)
Bibliografia (Parte 3)
[10] Earth.org. (2023). How Does Overpopulation Affect Sustainability? Challenges and Solutions.
[13] Ehrlich, P. R. (1968). The Population Bomb. Ballantine Books.
[15] Global Footprint Network. (2024). National Footprint Accounts 2024.
[19] IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services). (2019). Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services.
[20] IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change). (2023). AR6 Synthesis Report: Climate Change 2023.
[22] Jackson, T. (2017). Prosperity Without Growth: Foundations for the Economy of Tomorrow. Routledge.
[38] Meadows, D. H., Meadows, D. L., Randers, J., & Behrens, W. W. (1972). The Limits to Growth. Universe Books.
[38.5] Parrique, T., Barth, J., Briens, F., Kerschner, C., Kraus-Polk, L., Kuokkanen, A., & Spangenberg, J. H. (2019). Decoupling debunked: Evidence and arguments against green growth as a sole strategy for sustainability. European Environmental Bureau.
[40] Rockström, J., et al. (2009). A safe operating space for humanity. Nature, 461(7263), 472-475.
[43] Steffen, W., et al. (2015). Planetary boundaries: Guiding human development on a changing planet. Science, 347(6223), 1259855.
[44] Stockholm Resilience Centre. (2024). The planetary boundaries framework.
[45] United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division (UN DESA). (2022). World Population Prospects 2022.
[48] Yale University's Journal of Industrial Ecology. (2020). Is The Limits To Growth still relevant?.
Nota per il lettore: Hai completato la Parte 3 del nostro saggio. Nella prossima e ultima, la Parte 4: Verso un futuro di bene-essere: proposte per un paradigma di pace e sostenibilità, presenteremo modelli economici e sociali alternativi e le conclusioni finali del nostro studio.La guerra come meccanismo endogeno di crescita nel capitalismo: una prospettiva critica e proposte per modelli alternativi.
Elenco delle Parti:
• Parte 1: Il paradosso del capitalismo: crescita infinita in un mondo finito
• Parte 2: La guerra: un "reset" nascosto per l'economia capitalistica?
• Parte 3: Oltre il limite: l'insostenibilità di un modello distruttivo
• Parte 4: Verso un futuro di bene-essere: proposte per un paradigma di pace e sostenibilità