Noto per la sua straordinaria conservazione di materiali organici e manufatti, che offrono una finestra unica sulla vita quotidiana delle popolazioni neolitiche, il sito archeologico de La Marmotta della Marmotta non smette di sorprendere. È qui, infatti, che esaminando una serie di reperti archeologici con tecniche avanzate di analisi chimica e mineralogica, i ricercatori italo-spagnoli hanno individuato la presenza di cinabro in vari manufatti del sito. Un ritrovamento che suggerisce un utilizzo di questo particolare minerale come pigmento. Lo studio dei depositi di cinabro presenti nella penisola suggerisce che questa sostanza venisse estratta da depositi situati a notevoli distanze da La Marmotta, indicando una rete di scambi e commerci ben sviluppata, in cui materie prime, idee e tradizioni venivano condivise tra le diverse aree della penisola.
“La scoperta dell'uso del cinabro in questo contesto è particolarmente significativa perché il cinabro è un minerale tossico che richiede una gestione e un trattamento particolari – spiega la dottoressa Cristiana Petrinelli Pannocchia del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa - Questo implica, infatti, un certo grado di conoscenza e competenza tecnica da parte delle popolazioni che lo utilizzavano”.
“Oltre a ciò, l'uso del cinabro a La Marmotta riflette un significativo aspetto culturale e simbolico delle società neolitiche – prosegue Petrinelli Pannocchia - Il pigmento rosso, ottenuto dal cinabro, è infatti spesso associato a pratiche rituali e cerimoniali, inclusi i riti funerari e le decorazioni corporee. Questo uso simbolico del cinabro potrebbe indicare una complessa struttura sociale e spirituale tra le popolazioni neolitiche della regione”.
“La datazione che siamo riusciti a stabilire attraverso i reperti del sito de La Marmotta – conclude la ricercatrice dell’Università di Pisa – ci permette di arretrare l'uso del cinabro in Italia all’inizio del VI millennio a.C., ridefinendo così la cronologia dell'uso di questo pigmento nel Mediterraneo occidentale. Oltre ad offrirci importanti spunti sulla complessità delle società preistoriche in termini di tecnologia, commercio e cultura”.