
Ambiente (619)
In Salento sopravvive uno degli ultimi pezzi di un antico ecosistema mediterraneo. Un’area protetta che contribuisce a mantenere viva la rete di biodiversità europea, e che deve essere "conservata, difesa e tutelata", come previsto dalla Direttiva Habitat del 1992. Ma questa zona sta per essere distrutta, se non faremo nulla per evitarlo.
Ignorando i vincoli ambientali di questi habitat prioritari, la Regione Puglia ha approvato la distruzione di circa 200 ettari di area naturale per l’ampliamento delle piste automobilistiche della Porsche.
Chiediamo alla Regione Puglia di sospendere la delibera di Giunta del 29 agosto 2023 con cui ha consegnato un’area protetta agli interessi di una multinazionale. Oltre a permettere la distruzione di un ecosistema raro, questo crea un precedente pericoloso per aggirare la protezione di altre aree naturali.
Come mappare e tutelare la biodiversità dei Poli – la proposta di un Team di ricerca internazionale.
È stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista «Nature Communications» l’articolo Multi-omics for studying and understanding polar life, che analizza i possibili effetti del riscaldamento globale sui poli e sulla loro biodiversità. L’articolo - frutto di una collaborazione internazionale delle più importanti istituzioni che si occupano di studiare gli
ecosistemi e gli organismi polari - valuta le potenziali minacce alle specie artiche ed antartiche dovute ai cambiamenti climatici. A far parte del team di ricercatori internazionale anche Tomaso Patarnello e Luca Bargelloni, docenti del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università di Padova.
Il 22 novembre serve un voto per una norma europea forte ed efficace per la tutela della salute delle persone e della Natura.
Il WWF Italia ha inviato a tutti gli europarlamentari italiani una lettera a firma del Presidente nazionale, Luciano Di Tizio, per sollecitare un voto responsabile e lungimirante sul Regolamento UE per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (SUR), che sarà discusso e votato la prossima settimana nelle riunioni in plenaria del Parlamento europeo del 21 e 22 novembre.
Le Strategie UE del Green Deal, Farm to Fork e Biodiversità 2030, indicano gli obiettivi di riduzione del 50% di tutti i pesticidi, un traguardo fondamentale per la transizione ecologica dell’agricoltura europea, prima causa di perdita della biodiversità nel nostro continente.
Microplastiche negli Oceani: Una minaccia invisibile per l'ecosistema marino
20 Nov 2023 Scritto da Veronica Rocco
Negli ultimi anni, l'aumento della preoccupazione globale sull'inquinamento da plastica ha focalizzato l'attenzione su un avversario microscopico: le microplastiche. Queste minuscole particelle, con un diametro inferiore a cinque millimetri, rappresentano una minaccia considerevole e spesso invisibile per gli ecosistemi marini. Mentre i ricercatori esplorano la complessa rete della vita marina, emergono prove allarmanti dell'infiltrazione delle microplastiche negli organismi attraverso tutto lo spettro oceanico.
Le microplastiche provengono da diverse fonti, tra cui il degrado di detriti di plastica più grandi, i microgranuli presenti nei prodotti per la cura personale e il distacco di fibre sintetiche dai tessuti. Queste particelle microscopiche si infiltrano negli oceani di tutto il mondo, spinte dalle correnti oceaniche e dai venti. La loro pervasività le ha trasformate in invasori silenziosi, che si diffondono negli habitat marini dalla superficie dell'oceano al fondale marino.
Uno studio, coordinato dal Cnr-Isac e svolto in collaborazione con l’Università ‘Sapienza’ di Roma e le Università ‘Bicocca’ e ‘La Statale’ di Milano, dimostra che l’esposizione a nanoparticelle da traffico veicolare in ambiente urbano può generare risposte pro-infiammatorie nell’epitelio polmonare anche a basse concentrazioni di materiale particolato fine, le cosiddette polveri sottili. Lo studio è pubblicato su Scientific Reports.
L’esposizione a nanoparticelle di origine urbana, anche a bassi valori di materiale particolato fine (PM2.5), può generare risposte pro-ossidative ed infiammatorie, alla base dello sviluppo di malattie polmonari. È quanto emerge da uno studio, condotto e coordinato dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), in collaborazione con le Università ‘Bicocca’ e ‘La Statale’ di Milano, l’Università ‘Sapienza’ di Roma, l’Istituto nazionale di fisica nucleare, pubblicato su Scientific Reports (Nature).
Paleoclima: studio UniTS conferma le Alpi "hot spot" dei cambiamenti climatici
15 Nov 2023 Scritto da Università degli studi di Trieste
Uno studio condotto dall’Università degli studi di Trieste e pubblicato sulla rivista Climate of the Past apre nuove prospettive sull’uso dei modelli climatici.
Il riscaldamento globale sulle Alpi procede a velocità quasi doppia rispetto alla media globale: un processo dalle conseguenze molto impattanti che trova un precedente in senso opposto nell’ultima glaciazione.
Lo studio condotto dall’Università degli studi di Trieste appena pubblicato sulla rivista internazionale “Climate of the Past” dal titolo “Atmosphere–cryosphere interactions during the last phase of the Last Glacial Maximum in the European Alps” ha stimato come tra 26mila e 21mila anni fa il clima delle Alpi abbia registrato valori di raffreddamento quasi doppi rispetto alla scala globale. L’equazione utilizzata per ricostruire il paleoclima – ossia, il clima di periodi geologici e storici precedenti lo sviluppo degli strumenti di misura delle componenti climatiche e del tempo atmosferico – in questa zona funziona anche in direzione opposta e offre utili indicazioni rispetto al futuro.
Ascesa e declino di un'oasi aviare: Il monitoraggio degli impatti del cambiamento d'uso del suolo in una chiave zona umida costiera nella megalopoli più grande del mondo - uno studio di Felix Leung e altri
08 Nov 2023 Scritto da Guido Donati
Le zone umide tropicali ospitano ecosistemi con un alto valore di biodiversità e forniscono servizi ecosistemici essenziali. Molte di queste aree, tuttavia, sono punti critici globali per l'urbanizzazione, in particolare in Asia, dove questo processo ha comportato una rapida conversione, frammentazione e degrado dell'80% delle zone umide lungo la Via dell'Asia orientale-Australasia (EAAF) per gli uccelli migratori. Tuttavia, l'impatto di questi cambiamenti su larga scala sulle specie di uccelli migratori in un sito chiave lungo l'EAAF non è stato ancora valutato. In uno studio condotto da Felix Leung e colleghi, sono stati utilizzati dati a lungo termine (oltre 40 anni) provenienti da Deep Bay (Hong Kong), un'insenatura poco profonda nell'estuario del Fiume delle Perle (PRE) nella Cina meridionale, per investigare l'impatto dell'urbanizzazione sulla qualità del bacino imbrifero e dell'acqua e sulla capacità dell'ecosistema di sostenere le popolazioni di uccelli acquatici migratori.
La cottura dei cibi in acqua inquinata da PFAS contamina gli alimenti e aumenta i rischi per la salute: la ricerca di CNR-IRSA e Greenpeace Italia
10 Nov 2023 Scritto da Greenpeace
Diversi alimenti comunemente consumati sulle nostre tavole come pasta, riso, carote, patate e manzo, se cotti in acqua contaminata da PFAS (composti per- e poli-fluoroalchilici), possono diventare a loro volta una fonte di questi pericolosi inquinanti. Lo rivela un’indagine di laboratorio preliminare condotta da Greenpeace Italia e CNR-IRSA, secondo cui la presenza di PFAS negli alimenti cotti in acqua contaminata può essere decine di volte superiore rispetto agli alimenti crudi.
Negli esperimenti realizzati da Greenpeace Italia e CNR-IRSA sono stati lessate porzioni di pasta, riso, carote, patate e manzo in acqua contaminata da PFAS proveniente dal pozzo di una famiglia di Lonigo (Vicenza) che, per decenni e fino alla primavera 2023, ha usato quest’acqua come unica fonte. La storia della famiglia è stata raccontata da Greenpeace nei mesi scorsi.
Mosche d’alta quota, guardiane della biodiversità a rischio climatico
08 Nov 2023 Scritto da Università di Roma La Sapienza
Un nuovo studio condotto dal Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin, in collaborazione col Museo di Zoologia dell’Università Sapienza, ha evidenziato come la diminuzione di mosche tachinidi per effetto del cambiamento climatico rappresenti un rischio per l’intero ecosistema delle aree montane. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista PNAS
Il cambiamento climatico ha un impatto particolarmente rilevante sulla biodiversità montana. Infatti, le specie di alta quota sono spesso specialiste, cioè capaci di vivere in una ristretta varietà di condizioni ambientali ( a volte estreme), e quindi sono anche molto sensibili ai cambiamenti climatici.
Le mosche tachinidi sono insetti parassitoidi che “sfruttano” altri insetti (specialmente bruchi) allo stadio larvale, mentre sono a vita libera e si nutrono di nettare da adulti.
“Negli ecosistemi montani – spiega Pierfilippo Cerretti, Direttore del Museo di Zoologia e autore senior dello studio - il loro ruolo è cruciale perché tengono sotto controllo le popolazioni di diversi insetti erbivori di cui sono parassiti. Alcune specie mostrano una preferenza per specifici ospiti, mentre altre sono largamente generaliste”.
A rischio oltre la metà delle specie di squali nel Mediterraneo, percentuale più alta rispetto al resto degli oceani
42 SPECIE DI SQUALI E RAZZE SONO A RISCHIO
Il WWF lancia un appello a tutti i paesi del Mediterraneo, affinchè mettano in atto le misure vincolanti emanate dalla Commissione Generale della FAO per la Pesca nel Mediterraneo e dalla CITES, recentemente adottate e che potrebbero migliorare la gestione della pesca e del commercio di squali e razze e aiutare il recupero delle 42 specie appartenenti a questo gruppo e ancora minacciate. Oltre la metà delle specie presenti nel Mediterraneo, infatti, sono a rischio: si tratta della percentuale più alta rispetto al resto degli oceani.
In occasione dello Shark Awareness Day (giornata mondiale dedicata allo squalo, il 14 luglio) il WWF ricorda come, in un Mediterraneo surriscaldato, popolazioni sane di squali e razze svolgano anche un ruolo ‘insospettabile’ e importante nel mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici, aumentando con la loro presenza e attività il sequestro del carbonio e supportando la biodiversità marina.