Acqua sulla Luna, trovata dalla sonda LCROSS

Finalmente l’acqua sulla Luna è confermata. Negli anni passati si è dato molto scalpore alle notizie: Acqua si! Acqua no!
Ora non ci sono più dubbi, l’acqua, anche se in alcune zone solamente può esistere e conservarsi sulla superficie lunare.
In una entusiastica conferenza stampa tenuta da Antonio Colaprete, scienziato del progetto LCROSS e ricercatore della NASA presso il Centro Ricerche Ames in California, è stato data la notizia e la conferma ufficiale della scoperta dell’acqua sulla Luna.
La sonda LCROSS inviata dalla Nasa ed il suo stadio propulsore hanno impattato sul suolo lunare nel cratere Cabeus, nelle vicinanze del Polo lunare Sud, lo scorso 6 ottobre. Un pennacchio di detriti è stato espulso ad elevata angolazione al di là del bordo del cratere Cabeus, fino alla luce diretta del Sole, mentre un’altra cortina di materiale si è distribuita lateralmente.
“Ci sono parecchie evidenze che mostrano la presenza di acqua in entrambi i pennacchi di materiale creati dalla LCROSS e dallo stadio Centaur” dice Colaprete, “La concentrazione e la distribuzione dell’acqua e di altre sostanze richiede ulteriori analisi, ma possiamo già affermare fin d’ora con certezza che c’è acqua nel cratere Cabeus”.
Dall’istante dell’impatto, il team di scienziati dell’LCROSS ha iniziato l’analisi della montagna di dati che la sonda aveva raccolto e inviato a Terra. Il team si era concentrato nell’analisi dei dati spettrometrici della sonda, che avrebbero fornito i maggiori indizi sulla presenza di acqua. Uno spettrometro infatti aiuta nella determinazione della composizione di un materiale proprio esaminando la luce che questo emette o assorbe.
Esaminando le ben note “firme” spettrali dell’acqua e di altri materiali nel vicino infrarosso e i dati spettrali ottenuti dall’impatto da parte della sonda LCROSS, gli scienziati sono rimasti estasiati dalla perfetta collimazione degli spettri dell’acqua e del ghiaccio.

 


 

La foto mostra il plume di ejecta dopo circa 20 secondi dall’impatto. Credit: NASA

 

Dati del down-looking near-infrared spectrometer. La curva rossa mostra come dovrebbe essere uno spettro con vapore acqueo e ghiaccio in quantità osservate sulla Luna. Le aree gialle indicano le bande di assorbimento d'acqua.
Credit Nasa

 

Dati del down-looking near-infrared spectrometer. La curva rossa mostra come dovrebbe essere uno spettro con vapore acqueo e ghiaccio in quantità osservate sulla Luna. Le aree gialle indicano le bande di assorbimento d'acqua.
Credit Nasa

L’origine dell’acqua lunare osservata può essere di tre tipi: acqua originaria della Luna (improbabile), acqua generata dall’azione del vento solare (possibile, ma solo in piccole quantità), acqua portata dalla caduta di comete e rimasta sul fondo del cratere Cabaeus in quanto lì non arrivano mai i raggi del Sole (ipotesi più probabile, tenendo conto della notevole quantità di acqua osservata). Infatti “E’ molto più che un po’ di umidità!”, ha scherzato Peter Schulz, professore di geologia alla Brown University impegnato nella missione della Nasa.

Il proiettile costituito da "Centaur", l'ultimo stadio del razzo della Nasa, aveva una massa di 891 chilogrammi e nell’impatto ha formato un cratere di 14 metri e profondo due, sollevando detriti fino a un chilometro e mezzo di altezza e liberando una quantità di energia che, secondo il colorito paragone della Nasa, equivaleva a quella di 100 milioni di lampadine da 60 Watt.


Dati dallo spettrometro  ultraviolet/visible presi poco dopo l’impatto che evidenziano linee di emissione (indicate dalle frecce). Queste linee sono diagnostiche della composizione della nube di polvere e vapore generate dall’impatto.
Credit: NASA

 

 

La Nasa ha dedicato questa navicella a Walter Concrite, il giornalista che negli Anni 60 curò le telecronache degli sbarchi sulla Luna per una tv americana.

Sono poi in fase di analisi i dati provenienti dagli altri strumenti della LCROSS, alla ricerca di ulteriori indizi sullo stato e la composizione di altri materiali nel sito di impatto. Il team di scienziati dell’LCROSS ed i colleghi stanno studiando attentamente questi dati per comprendere meglio l’evento di impatto, a partire dal bagliore iniziale fino alla creazione di un cratere. Lo scopo è conoscere la distribuzione di tutti i materiali che compongono il terreno del luogo d’impatto.


Link:
http://www.nasa.gov/mission_pages/LCROSS/main/prelim_water_results.html



Nicola Cosanni

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
Vota questo articolo
(0 Voti)

Lascia un commento

Assicurati di aver digitato tutte le informazioni richieste, evidenziate da un asterisco (*). Non è consentito codice HTML.

 

Scienzaonline con sottotitolo Sciencenew  - Periodico
Autorizzazioni del Tribunale di Roma – diffusioni:
telematica quotidiana 229/2006 del 08/06/2006
mensile per mezzo stampa 293/2003 del 07/07/2003
Scienceonline, Autorizzazione del Tribunale di Roma 228/2006 del 29/05/06
Pubblicato a Roma – Via A. De Viti de Marco, 50 – Direttore Responsabile Guido Donati

Photo Gallery