Venerdì, 27 Giugno 2025




This essay, an in-depth analysis of the dynamics among capitalism, growth, and conflict, is divided into four parts to facilitate reading and understanding.

Table of Contents:
• Part 1: The Paradox of Capitalism: Infinite Growth in a Finite World
• Part 2: War: A Hidden "Reset" for the Capitalist Economy?
• Part 3: Beyond the Limit: The Unsustainability of a Destructive Model
• Part 4: Towards a Future of Well-Being: Proposals for a Paradigm of Peace and Sustainability

Pubblicato in Scienceonline



Questo saggio, un'analisi approfondita delle dinamiche tra capitalismo, crescita e conflitto, è suddiviso in quattro parti per facilitarne la lettura e l'approfondimento.

Elenco delle Parti:
• Parte 1: Il Paradosso del Capitalismo: Crescita Infinita in un Mondo Finito
• Parte 2: La Guerra: Un "Reset" Nascosto per l'Economia Capitalistica?
• Parte 3: Oltre il Limite: L'Insostenibilità di un Modello Distruttivo
• Parte 4: Verso un Futuro di Bene-Essere: Proposte per un Paradigma di Pace e Sostenibilità

Parte 1: Il Paradosso del Capitalismo: Crescita Infinita in un Mondo Finito

Abstract: Questo articolo esamina criticamente la presunta necessità strutturale dei conflitti armati all'interno del sistema economico capitalistico. Sosteniamo che, in un mondo di risorse finite e con una popolazione in crescita costante, la logica di crescita illimitata del capitalismo porti a dinamiche intrinseche di crisi. La guerra, lungi dall'essere un mero evento esogeno, può funzionare come un meccanismo di riavvio e rigenerazione economica. Si argomenta, pertanto, l'urgenza di trascendere questo modello verso paradigmi alternativi che privilegino il controllo demografico consapevole e il benessere sociale, anziché la mera accumulazione di capitale, in un'ottica di sostenibilità ed equità globale.

Pubblicato in Redazionale




Medicine, in its essence, is a discipline based on science, evidence, and constant research [16]. Yet, upon closer observation of the dynamics that govern it, a disturbing reflection emerges: medical practice, unfortunately, sometimes takes on the guise of a religion, where protocol becomes the new ritual, and criticism is often suppressed in favor of orthodoxy.


The physician: executor or critical thinker?
As rightly noted, the foundation of the medical profession has historically been anchored to directives from above. Just consider how long it took them to understand that hands should be washed before operations. A dramatic historical example of this resistance is the story of Ignaz Semmelweis, a Hungarian physician who, in the mid-19th century, observing the extremely high mortality rates from puerperal fever in obstetric clinics, intuited the correlation with the lack of hand hygiene among doctors who moved from autopsies to examining birthing mothers. Despite the drastic reduction in deaths achieved by introducing the obligation to wash hands with a chlorinated lime solution, his theories were widely ridiculed and rejected by the medical community of the time. Semmelweis was opposed, lost his position, and ended his days in an asylum, dying from septicemia contracted due to an infected wound [13]. His story is a powerful warning about how difficult it is for science to accept inconvenient truths that challenge established practices and professional prestige.

Pubblicato in Scienceonline



La medicina, nella sua essenza, è una disciplina basata sulla scienza, sull'evidenza e sulla ricerca costante [16]. Eppure, osservando da vicino le dinamiche che la governano, emerge una riflessione inquietante: la pratica medica, purtroppo, assume talvolta le sembianze di una religione, dove il protocollo diventa il nuovo rituale e la critica è spesso soppressa in favore dell'ortodossia.


Il medico: esecutore o pensatore critico?
Come giustamente osservato, la base della classe medica è stata storicamente ancorata alle direttive provenienti dall'alto. Basti pensare a quanto tempo hanno impiegato a capire che le mani andavano lavate prima degli interventi. Un esempio storico e drammatico di questa resistenza è la vicenda di Ignaz Semmelweis, un medico ungherese che a metà del XIX secolo, osservando le altissime mortalità per febbre puerperale nelle cliniche ostetriche, intuì la correlazione con la mancanza di igiene delle mani dei medici che passavano dalle autopsie alle visite alle partorienti. Nonostante la drastica riduzione dei decessi ottenuta introducendo l'obbligo di lavare le mani con una soluzione di calce clorata, le sue teorie furono largamente derise e rifiutate dalla comunità medica del tempo. Semmelweis fu osteggiato, perse la sua posizione e finì i suoi giorni in un manicomio, morendo per una setticemia contratta proprio a causa di una ferita infetta [13]. La sua storia è un monito potente su quanto sia difficile per la scienza accogliere verità scomode che sfidano le pratiche consolidate e il prestigio della professione.

Pubblicato in Medicina

 

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