Resistenza umana per i diversamente occupati

I risultati dei più recenti studi pongono al primo posto nella classifica dei desideri degli italiani “il lavoro”, che ha scavalcato nella graduatoria quello che per lungo tempo lo aveva preceduto: la casa, elemento che certo non stupisce se messo in relazione ai dati sulla disoccupazione giovanile nel nostro Paese.
In Italia un giovane su 3 non lavora. Questo dato diviene ancora più preoccupante se ad essere considerate sono specifiche categorie quali disoccupazione del meridione e femminile per cui il lavoro non è più un dovere, nè un diritto ma solo una chimera.
Motivo di preoccupazione non è solo l'assenza o comunque la forte carenza di domanda di lavoro, ma soprattutto lo svilimento e la negazione che questo diritto subisce.

La lunga fase di instabilità internazionale, politica prima ancora che finanziaria, ha inevitabilmente fatto aumentare la domanda di lavoro rispetto all'offerta, diminuendo, di conseguenza, la soglia di diritti sotto la quale un posto di lavoro poteva essere considerato accettabile. A questo si aggiungono numerosi altri fenomeni che hanno determinato l'arretramento della tutela del diritto al lavoro, come la possibilità che la legge garantisce ai datori di lavoro di ricorrere a “speciali” forme contrattuali, il forte ricorso al lavoro nero e la scarsa attenzione per la sicurezza sul lavoro. Tali elementi dimostrano come ad essere messo in discussione non è “solo” il lavoro come mezzo di sopravvivenza, ma il lavoro inteso come cultura, come principio fondamentale e valore portante di una società civile e democratica.
Dalla consapevolezza e dalla riflessione su tale contesto sociale scaturisce il lavoro del giovane vignettista Arnaldo Funaro, in arte Arnald che, presso i locali della biblioteca comunale Arvalia-Portuense, ha presentato le proprie tavole in un volume intitolato “Resistenza umana”. Il libro, di cui parte dei proventi delle vendite sono destinati al Reparto oncologico di Pediatria del Policlinico Umberto I di Roma, racconta in forma satirica, attraverso 38 vignette, la crisi del lavoro nel nostro Paese e quello che ormai può essere definito il dramma di un'intera generazione perennemente alla ricerca di un'occupazione e di un futuro
I disegni sono dai tratti molto semplici, i personaggi tipici: disoccupato, operaio, studente, datore di lavoro. I lineamenti del volto dei personaggi sono celati da un sacchetto di carta quasi a simboleggiare una crescente omologazione degli individui nella società o peggio il desiderio di nascondere il proprio volto e quindi le individuali responsabilità.
Ad essere ben visibili sui visi dei personaggi delle vignette di Arnald sono solamente gli occhi, grandi e malinconici per ricordare i difficili tempi che attraversa l'istituto del lavoro.


Fabrizio Giangrande

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