La SLA è una malattia neurodegenerativa progressivamente invalidante, dovuta alla compromissione graduale dei neuroni motori, le cellule nervose che stimolano la contrazione muscolare permettendo il movimento e altre funzioni importanti. Quando nei pazienti i neuroni motori degenerano, i muscoli volontari non ricevono più stimoli dal cervello e si atrofizzano, portando così alla paralisi completa. Attualmente, si utilizzano trattamenti capaci di ridurre i sintomi della malattia ma non esiste una cura per fermarne la progressione.
Milano-Bicocca lancia la mappa interattiva delle foche monache nel Mediterraneo. Più di un terzo dei rilevamenti segnala tracce molecolari della loro presenza
Una mappa interattiva e in continuo aggiornamento per monitorare la presenza della foca monaca nel Mar Mediterraneo, man mano che vengono raccolti, analizzati e caricati nel sistema i campioni di DNA provenienti da diversi punti del Mediterraneo centro-occidentale, dal Mar Egeo allo Stretto di Gibilterra, dal Mar Adriatico al Mar di Sicilia, seguendo le tracce lasciate dall’unico pinnipede endemico del Mare Nostrum.
Il sito web di riferimento si chiama “Spot the Monk Observatory” (https://www.spot-the-monk-observatory.com/) ed è frutto di una collaborazione tra il dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra e quello di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca. Il progetto si inserisce all’interno di “Spot the Monk”, iniziativa nata nel 2020 che si avvale di una metodologia di rilevamento innovativa ed assolutamente non invasiva per l’intercettazione di tracce di presenza della foca monaca da semplici campioni di acqua marina. In che cosa consiste? Nell’analisi del DNA ambientale (eDNA) ovvero quel DNA contenuto nelle tracce biologiche che ciascun organismo lascia al proprio passaggio.
Antartide: campagna decisiva per raggiungere il ghiaccio di 1,5 milioni di anni fa
È iniziata in Antartide la quarta campagna del progetto Beyond EPICA - Oldest Ice. Un team internazionale di 16 scienziati e personale logistico è impegnato nel sito remoto di Little Dome C, situato a un'altitudine di 3.200 metri con temperature medie estive di -35°C. L'obiettivo è estrarre una carota di ghiaccio profonda 2.750 metri dalla calotta antartica. Coordinato dall'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, il progetto mira a ricostruire la storia del clima e dell'atmosfera, ottenendo così informazioni sui periodi glaciali e affrontando uno deimisteri più complessi della scienza del clima.
Un team di ricerca di dodici istituzioni scientifiche europee ha iniziato la quarta e decisiva campagna di perforazione del progetto Beyond EPICA - Oldest Ice presso il campo Little Dome C, situato a 35 chilometri dalla Stazione italo-francese Concordia, in Antartide. Questo sforzo internazionale, guidato dall'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp), mira a proseguire la perforazione dalla profondità raggiunta la scorsa stagione, 1.836 metri, fino ad arrivare a 2.750 metri, dove si prevede di trovare il substrato roccioso. Aquesta profondità il ghiaccio potrebbe contenere registrazioni della storia climatica della Terra risalenti a 1,5 milioni di anni fa, rivelando per la prima volta informazioni dirette sulla temperatura atmosferica e sulle concentrazioni di gas serra.
Brain test shows that crabs process pain
Researchers from the University of Gothenburg are the first to prove that painful stimuli are sent to the brain of shore crabs providing more evidence for pain in crustaceans. EEG style measurements show clear neural reactions in the crustacean's brain during mechanical or chemical stimulation.
In the search for a better welfare of animals that we humans kill for food, researchers at the University of Gothenburg have chosen to focus on decapod crustaceans. This includes shellfish delicacies such as prawns, lobsters, crabs and crayfish that we both catch wild and farm. Currently, shellfish are not covered by animal welfare legislation in EU, but this might be about to change. For a good reason, according to researchers.
“We need to find less painful ways to kill shellfish if we are to continue eating them. Because now we have scientific evidence that they both experience and react to pain,” says Lynne Sneddon, zoophysiologist at the University of Gothenburg.
A complex structure created by Neanderthals discovered in Gibraltar
All cultures, however primitive, have used glues, resins and pitches obtained from various plants for their mechanical or medicinal properties. Neanderthals were no exception.
This species commonly used birch pitch as an adhesive to bind lithic pieces and even as a chewing agent, possibly medicinal. However, until now, it was not known how they could obtain this pitch.
Theoretical work distinguished two methods of obtaining pitch: a simple, not very productive one, by open-air combustion of birch bark, and a more complex one requiring anoxic heating of birch chips.
That is, using buried pieces of wood heated with a fire so that they exuded the resin while they could not burn because they were insulated from oxygen.
Whether they used one method or the other has major implications for rating their cognitive ability. The more complex method requires a significant degree of organisation and practice.
Scoperti più di 1.300 nuovi batteri nelle acque reflue di cinque città europee
L’analisi ha coinvolto Bologna, Roma, Copenhagen, Rotterdam e Budapest: i risultati offrono nuove informazioni sugli ecosistemi microbici presenti nei contesti urbani e nuovi strumenti per identificare
rapidamente organismi potenzialmente pericolosi.
Analizzando le acque reflue di cinque città europee – incluse Bologna e Roma – un gruppo internazionale di ricercatori è riuscito a caratterizzare più di 2.300 specie batteriche, tra cui oltre 1.300 che finora non erano mai state descritte. I risultati – pubblicati su Nature Communications – ampliano la conoscenza degli ecosistemi microbici “buoni” e “cattivi” con i quali interagiamo tutti i giorni senza rendercene conto e che possono favorire la diffusione di microrganismi resistenti agli antibiotici.
Svelato il DNA dei Piceni: un viaggio nell’archeogenetica dell’Italia antica
Uno studio condotto da un team internazionale, coordinato da Sapienza Università di Roma e dal Cnr, rivela le origini genetiche dei Piceni e descrive la struttura genetica di una delle civiltà più affascinanti dell’Italia pre-romana. I risultati, pubblicati sulla rivista Genome Biology, mostrano che esisteva una piccola ma significativa differenziazione tra i popoli Tirrenici e quelli Adriatici, e aiutano a comprendere meglio le migrazioni, le interazioni e l'evoluzione delle popolazioni nel corso dei millenni.
«Noi abbiamo un grande fantasma che ci perseguita da molti decenni: sull'Adriatico questo fantasma sono i Piceni» — così si esprimeva, nel 1975, Massimo Pallottino, lo studioso che ha contribuito più di ogni altro allo studio dell’Italia preromana. Oggi, grazie ad uno studio interdisciplinare che ha visto la collaborazione sinergica di archeologi e genetisti, quel "fantasma" torna a vivere, permettendoci di esplorare in profondità le origini, i contatti e l'evoluzione dei Piceni, una delle civiltà più affascinanti dell’Italia preromana.
Fighting water contaminants: the power of sunlight unveiled in global study
Lakes serve as critical components of the natural ecosystem, acting as reservoirs for a multitude of organic and inorganic substances. Photochemical processes within these water bodies can significantly alter the fate of pollutants, creating challenges in predicting their environmental impact. Existing methods of studying these reactions often fall short, leading to unreliable predictions about water quality and ecosystem health. Due to these limitations, it is vital to explore the comparative roles of triplet sensitization and direct photolysis more thoroughly.
In a collaborative study (DOI: 10.1016/j.eehl.2024.09.001), researchers from the University of Torino, Repsol Technology Lab, and Universidad Rey Juan Carlos presented their findings in Eco-Environment & Health, published on September 19, 2024. This research focuses on the comparative effects of triplet sensitization and direct photolysis in degrading pollutants such as clofibric acid and diclofenac in lakes worldwide. Their work provides a deeper understanding of how sunlight-driven chemical reactions cleanse water in different environmental settings.
I GIOVANI E LE MALATTIE MENTALI: I CONSIGLI AI GENITORI DEGLI ESPERTI DEL BAMBINO GESÙ
Domani la giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza. I campanelli di allarme a cui prestare attenzione e i comportamenti da tenere per costruire un ambiente familiare sano.
Depressione, ritiro sociale, rifiuto scolastico, autolesionismo, ansia, disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria. Nel mondo circa 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni soffre di un disturbo mentale diagnosticato. In Europa i minori che soffrono di un problema di salute mentale sono più di 11 milioni, in Italia sono circa 2 milioni. In occasione della giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù indicano i campanelli di allarme a cui prestare attenzione e i consigli per creare un ambiente familiare che favorisca la salute mentale dei figli. «Negli ultimi 10 anni le consulenze neuropsichiatriche presso il pronto soccorso dell’Ospedale sono aumentate del 500%» racconta il professor Stefano Vicari responsabile della neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza del Bambino Gesù.
Circuiti elettrici su foglie, lenti e bucce d’arancia: a Pisa le nuove frontiere della microelettronica
Un dispositivo elettronico ultrasottile, dello spessore di tre micron, può essere applicato a tutti i tipi di superficie, irregolari, curve, delicate e flessibili, come foglie, lenti ottiche o bucce d’arancia.
Realizzato dal team di ingegneri elettronici del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII) dell’Università di Pisa, rappresenta un grande passo avanti nelle ricerche sull’elettronica conformabile, arrivando a realizzare dispositivi funzionanti su superfici così sottili da poter essere applicate ovunque.
La ricerca, frutto di una collaborazione tra Università di Pisa, IIT Milano e EPFL, è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nano Letters.
Nuove frontiere per il trattamento della SLA. La proteina HuD, un nuovo possibile target terapeutico
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