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23 Dicembre 2024

Frutto della ricerca di tre Istituti del Consiglio nazionale delle...

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19 Dicembre 2024

Un gruppo ricerca guidato da scienziati dell’Università di Bologna ha...

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19 Dicembre 2024

È uno dei più grandi buchi neri supermassicci non attivi...

Long Covid: scoperta la causa dei disturbi polmonari

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17 Dicembre 2024

I risultati di uno studio di Monzino e Università Statale...

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17 Dicembre 2024

Uno studio internazionale, coordinato dalla Sapienza, ha dimostrato il coinvolgimento...

La corteccia dell’abete per proteggere la salute

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17 Dicembre 2024

Una ricerca coordinata dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e...

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17 Dicembre 2024

Al via il progetto europeo LUMINATE coordinato dall’Università di Pisa...

Progetto HUMANIZE

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12 Dicembre 2024

Un passo verso la creazione di un cuore a partire...

Febbraio 2024


Uno studio coordinato dalla Sapienza ha identificato micro residui della spezia nel tartaro dentale di resti scheletrici provenienti dal lebbrosario inglese di Peterborough, confermandone l’utilizzo nei preparati medicinali del tempo. I risultati del lavoro, frutto della collaborazione anche con l'Università di Roma Tor Vergata che ha condotto le analisi sul DNA antico, aprono nuove prospettive nella ricerca archeologica della medicina medievale e del passato. L'articolo è pubblicato sulla rivista Scientific Reports
Un gruppo di ricerca internazionale coordinato dalla Sapienza Università di Roma ha individuato per la prima volta in Europa la presenza dello zenzero (Zingiber officinale) in individui di epoca medievale affetti dalla malattia di Hansen, meglio conosciuta come lebbra. I risultati sono stati ottenuti grazie all’identificazione dei microresti di origine vegetale intrappolati all’interno del tartaro dentale prelevato da resti scheletrici provenienti dal lebbrosario inglese di Peterborough.

Pubblicato in Storia e Medicina

È arrivato il via libera alla missione spaziale LISA. Si tratta di un passaggio cruciale, denominato in gergo “adozione”, con cui ESA ha approvato la costruzione dei satelliti e della strumentazione di bordo con l’importante contributo di ASI, l'Agenzia Spaziale Italiana. Grazie a LISA, il cui nome sta per Laser Interferometer Space Antenna, si aprirà una nuova finestra sull’Universo: l’obiettivo è infatti costruire un osservatorio spaziale per la rivelazione delle onde gravitazionali provenienti da molteplici sorgenti cosmiche. Centrale, nell’ambito del programma scientifico Cosmic Vision dell’ESA in cui rientra questa missione, è il ruolo dell’Università di Milano-Bicocca e del team dalla professoressa Monica Colpi del dipartimento di Fisica “Giuseppe Occhialini” che ha ricoperto posizioni di guida in diversi gruppi di ricerca, in ESA e nel LISA Consortium, un consorzio internazionale di scienziati che ha definito gli obiettivi scientifici di LISA e progettato la missione.

Pubblicato in Astrofisica


Uno studio pubblicato sull’European Journal of Clinical Investigation, frutto della collaborazione fra Sapienza Università di Roma, Cnr, Università di Torino, Istituto Italiano di Medicina Genomica di Candiolo e IRCCS Neuromed, ha mostrato che le sigarette a tabacco riscaldato potrebbero avere effetti sulla salute sovrapponibili a quelli delle sigarette tradizionali
L’uso dei dispositivi elettronici per il fumo di tabacco è in rapido aumento, e molti giovani si avvicinano al tabagismo utilizzando questi dispositivi in maniera esclusiva. Il mercato del tabacco è coperto per il 3% da questi dispositivi, e questo dato aumenterà al 30% entro il 2025 secondo gli analisti di mercato.

Pubblicato in Medicina


Portato a termine con successo lo scorso dicembre un complesso intervento per neoplasia polmonare infiltrante l’atrio cardiaco eseguito dall’Unità di Chirurgia Toracica presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea.


Portato a termine con successo lo scorso dicembre un complesso intervento per neoplasia polmonare infiltrante l’atrio cardiaco presso l’Azienda ospedaliero-universitaria Sant’Andrea, policlinico universitario di Sapienza Università di Roma e azienda di alta specializzazione della Regione Lazio: eradicato il tumore e ricostruita la camera cardiaca interessata, l’innovativa procedura, eseguita presso l’Unità di Chirurgia Toracica diretta da Erino Angelo Rendina, ha consentito anche di preservare la funzionalità respiratoria e cardiaca del paziente, evitando l’asportazione integrale del polmone.

Pubblicato in Medicina


Lo studio dell’Ateneo su 27 paesi OCSE dal 1965 al 2020


Per diminuire le emissioni di CO2 nell’atmosfera, il geotermico è la fonte di energia rinnovabile più efficace, seguito da idroelettrico e solare. La notizia arriva da uno studio su 27 paesi OCSE dal 1965 al 2020 pubblicato sul Journal of Cleaner Production.


La ricerca ha analizzato l’impatto di alcune fonti di energia rinnovabile per la produzione di energia elettrica: geotermico, solare, eolico, biofuel, idroelettrico. Dai risultati è emerso che ognuna di esse contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 e dunque è utile agli obiettivi della transizione ecologica. Fra tutte, le migliori sono il geotermico, l’idroelettrico, e il solare, in ordine decrescente di importanza. A livello quantitativo, 10 terawattora di energia elettrica prodotti da geotermico, idroelettrico, e solare, consentono infatti di ridurre le emissioni di CO2 pro capite rispettivamente di 1.17, 0.87, e 0.77 tonnellate.

Pubblicato in Tecnologia

Le ricerche UNIPI realizzate nell’ambito del progetto UE FutureMARES.


Le praterie di Posidonia possono ridurre in modo significativo gli effetti dell’acidificazione dei mari, la prova arriva da una specie sentinella come i ricci di mare. E’ questo quanto emerge da alcuni studi condotti dall’Università di Pisa nell’ambito del progetto europeo FutureMARES e pubblicati sulle riviste Science of the Total Environment e Environmental Research.

I ricercatori dell’Università di Pisa hanno condotto gli esperimenti nei mesocosmi collocati presso l’Acquario di Livorno, un sistema di vasche di grandi dimensioni che riproduce gli ecosistemi marini. Le analisi hanno dimostrato che Posidonia oceanica, la principale pianta marina che popola il Mediterraneo, contribuisce a difendere lo sviluppo delle larve del riccio di mare (Paracentrotus lividus). Questa specie, che ha anche un interesse commerciale, è minacciata dall’acidificazione delle acque marine che ostacola lo sviluppo dello scheletro composto da carbonato di calcio. Ma grazie alla propria attività fotosintetica, la Posidonia è stata in grado di alzare il pH dell’acqua di 0.15 unità. In presenza delle piante, le larve di riccio hanno così sviluppato meno malformazioni e raggiunto una grandezza maggiore nella fase finale dello sviluppo.

Pubblicato in Ambiente
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