Ci eravamo posti come obbiettivo specifico della ricerca, quello di approfondire gli aspetti culturali del rito; l’analisi del vissuto relativo, attraverso le produzioni grafiche delle giovani; l’opinione maschile sulla cultura; di verificare, infine se possibile, il legame tra l’elongation of labia minora e la diffusione dell’AIDS, in loco.
Avevamo previsto di utilizzare nell’indagine i seguenti strumenti:
questionari per i soggetti a conoscenza del rito (ragazze, operatrici tradizionali ed uomini);
modelli grafici da somministrare alle giovani;
interviste alle operatrici tradizionali, sull’educazione sessuale impartita alle iniziande.
Infine la ricerca bibliografica in loco avrebbe completato le informazioni raccolte sul campo.
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Premettiamo ora brevemente qualche informazione su ciò che era ed è rimasto della cultura dei Venda, popolazione che ormai sta perdendo le sue tradizioni.
I Venda: originariamente raccoglitori e cacciatori, in seguito anche allevatori di bestiame, hanno cultura e lingua propria (tshivenda); vivevano sulle montagne in grandi villaggi; per ognuno di questi, il chief-capovillaggio era responsabile anche dell’organizzazione degli eventi tradizionali.
Attualmente in massima parte sono diventati cristiani.
La vita dei Venda ha subito di recente un’evoluzione verso la modernizzazione: molti di essi hanno abbandonato la montagna per la vita urbana (Fig. 1: il mercato);
le capanne con il tetto di paglia, per le case in mattoni (Figg. 2,3: capanna e casa di pietra);
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l’abbigliamento tradizionale per quello occidentale (Figg. 4,5,6: abbigliamento tradizionale; transizione dall’abbigliamento tradizionale a quello occidentale; giovani madri in jeans).
La cultura Venda si caratterizzava tradizionalmente con 3 scuole di iniziazione femminile: musevetho, vhusha, domba. Cui si aggiunge, per i maschi: la circoncisione (murundu), realizzata una volta all’anno, in soggetti prepuberi. Attualmente essa è ancora molto comune, anche se viene spesso medicalizzata.
In particolare, invece:
il musevetho, è una forma di circoncisione femminile che consiste nella incisione del clitoride;
il vhusha, si pratica al menarca delle adolescenti; essa è preceduta dall’ u’kwevha,
cioè dall’allungamento delle ninfe;
il domba, unica cerimonia dove donne e uomini danzano insieme, è seguita dal matrimonio.
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Oggi, le 3 scuole di iniziazione appaiono fortemente modificate, quando non del tutto scomparse; così anche per il vhusha, strettamente connesso all’u’kwevha. Tanto che sia in città, ma anche nelle zone rurali, le bambine ormai non lo conoscono più, né sanno di cosa si tratti. Solo alcune operatrici anziane intervistate hanno fornito qualche dato: il rituale sembra fosse molto povero, sia dal punto di vista linguistico, come per gli accessori utilizzati; la manipolazione avveniva stirando direttamente le piccole labbra con le dita, su una bambina, pre-pubere: l’avvento del menarca corrispondeva alla sospensione della manipolazione. A questo punto veniva impostato il vhusha, con cui si fornivano informazioni alle ragazze sul comportamento da tenere nel rapporto con il partner.
Con la scomparsa del rituale, che sembra essersi realizzata negli ultimi decenni, veniva praticamente a cadere anche l’obbiettivo principale della nostra ricerca. Ma subito dopo capimmo come fosse di estremo interesse indagare proprio sulle motivazioni e sugli strumenti del superamento della tradizione, che sembrava essersi realizzata in modo incruento.
L’analisi del materiale raccolto durante la missione, è ancora in atto, ma orientativamente possiamo riferire come l’elemento chiave della scomparsa del all’u’kwevha si possa identificare genericamente nella modernizzazione, che ha cambiato la vita dei Venda. Ricordiamo, non ultima, l’influenza della religione cristiana che ha fortemente interferito con le tradizioni “pagane”.
L’eliminazione del rituale è avvenuta senza alcuna coercizione, o legislazione specifica, o divieto esplicito; semplicemente: per es., il chief non ha più creduto opportuno attivare le scuole di iniziazione e con questo la pratica non è più stata attuata. In qualche caso nelle interviste è persino emerso un certo rimpianto per la scomparsa della tradizione, che insegnava alle ragazze anche un comportamento sessuale appropriato, cui conformarsi; mentre ora sembra non esistere alcun controllo soprattutto da parte maschile sulla donna, che subisce sia nell’ambito sociale che familiare, violenze di ogni genere, cui non riesce a sottrarsi. Difficile è pensare che questo non si connetta con l’alto tasso di infezione virale presente nella popolazione.
Concludiamo osservando che nella nostra esperienza è la seconda volta che verifichiamo la scomparsa dell’allungamento labiale in zone in cui era endemico: oltre che tra i Venda, anche tra i Luba della Repubblica Democratica del Congo. Dove le madri di Kinshasa non credono più opportuno avviare le figlie ad un rituale che potrebbe addirittura incentivare a rapporti prematrimoniali, per cui mantengono uno stretto riserbo sulla pratica con le figlie. Come risultato l’allungamento labiale è andato semplicemente in disuso, perché ”fuori moda”; ed i soggetti che scelgono di continuare a praticarlo non sono per questo maggiormente valutati socialmente.
Riferimenti bibliografici
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- GRASSIVARO GALLO P. & VILLA E. Ritual Labia Minora Elongation among the
Baganda Women of Uganda, “Psychopathologie Africaine”, 33:213-236, 2005/2006.
- GRASSIVARO GALLO P., TITA E., VIVIANI F. At the Roots of Female Ge nital Modifications (FGMo), pp. 159-169. In Bodzsar E.B. & Susanne C. (Eds) Human Evolution: Facts and Factors. Biennial Books of European Anthropology Association, vol.4, Eotvos University Press, Budapest, 2006.
- GRASSIVARO GALLO P., NANCY TSHIALA MBUYI, BERTOLETTI A.,
The Stretching of the Labia Minora and other Expansive Interventions on the Female Genitals in the Democratic Republic of Congo. Paper presented at The X Internat. Symposium on Circumcision, Genital Integrity, and Human Rights.Programme & Syllabus of Abstracts, p. 6. University of Keele Staffordshire, UK, 4-6 September, 2008.
- GRASSIVARO GALLO P., MORO D., MANGANONI M. Female Genital Modifications in Malawi:Culture, Health, Sexuality, pp. 83-95. In: Denniston G.C., Hodges F.M., Milos F.M.(eds.) Circumcision and Human Rights. Springer, Dordrecht, Nedherlands, 2009.
-World Health Organization
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Grassivaro Gallo P. , Dionisio E.
Padua Working Group on FGM - Università di Padova