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XXV CONGRESSO NAZIONALE PREVENZIONE DEL CERVICO CARCINOMA
il ruolo sinergico delle diverse figure specialistiche

Palazzo della Gran Guardia Verona
05-07 Dicembre 2010

PREVENZIONE DEL CERVICO CARCINOMA:
il ruolo sinergico delle diverse figure specialistiche
TEMI CONGRESSUALI
1 - Screening del cervico-carcinoma: il territorio
2 - Referto cito-istologico: l’anatomo-patologo
3 - Il secondo livello ed il trattamento: il ginecologo
colposcopista
4 - Trattamento del carcinoma cervicale invasivo:
il ginecologo oncologo
5 - Prevenzione primaria con il vaccino vs HPV ed
integrazione con lo screening
6 - Il colposcopista ed il medico legale

Pubblicato in Eventi

Si è da poco concluso il convegno su Prevenzione delle neoplasie della cervice uterina tenutosi dal 18 al 20 Ottobre presso l’Istituto Tumori di Napoli nell’ambito delle attività formative del CRPO (Centro Regionale per la Prevenzione Oncologica). Il convegno ha abbracciato le tre componenti della prevenzione oncologica: la prevenzione primaria, che per contrastare l’esposizione all’agente causale  oggi può avvalersi di una strategia vaccinale; la prevenzione secondaria, che per identificare ed eliminare lesioni di basso grado a rischio di progressione neoplastica, si avvale del pap-test (analisi citologica su un tampone cervico-vaginale); la prevenzione terziaria, che per ottimizzare le strategie terapeutiche per tipo e stadio delle specifiche neoplasie avanzate si avvale di esami radiografici, integrati da metodiche biomolecolari e  biochimiche.
L’ampiezza dell’argomento, che coinvolge virologi, biologi molecolari, medici e chirurghi ha determinato  necessariamente la integrazione e complementazione interdisciplinare di varie branche biomediche che hanno avuto la possibilità di condurre un confronto costruttivo sulle varie tematiche.
Da quanto emerso è chiaramente evidente lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni che ha permesso la produzione di vaccini preventivi, ma anche l’uso di metodiche di screening biomolecolari per la ricerca del virus dell’HPV, e lo sviluppo di strategie terapeutiche conservative che permettono la salvaguardia della procreazione, soprattutto in donne giovani, che abbiano desiderio di maternità.

Pubblicato in Venereologia
Martedì, 02 Novembre 2010 00:00

Nuclear Emergency al quartiere Testaccio

Dire no al progetto del governo italiano di riavviare nel nostro paese un programma per produzione di energia nucleare, questo l‘obiettivo della serata organizzata da Greenpeace Italia presso il Teatro Vittoria di Roma, nel quartiere Testaccio, il 18 ottobre 2010.
La manifestazione, intitolata “Nuclear Emergency”, ha visto la partecipazione di numerosi volontari e di alcuni volti noti del teatro, della musica e dello sport. Giobbe Covatta, Teresa De Sio, Giovanni Soldini ed il rapper noto ai giovani come  il “Piotta”, tra i testimonial della campagna di Greenpeace, finalizzata a sensibilizzare i partecipanti sul tema dell'energia nucleare ed informare sui rischi che un ritorno all'utilizzo delle centrali potrebbe comportare.
L’iniziativa è stata  trasmessa in streaming sul web, al pubblico che ha gremito il teatro, si sono aggiunti, dunque, coloro che da ogni parte d'Italia hanno voluto seguire la manifestazione davanti al proprio computer. Ai presenti al loro ingresso è stato distribuito, con fine provocatorio, un opuscolo a cura dell'Agenzia americana per l'emergenza nucleare, contenente le istruzioni per la popolazione sul comportamento da tenere in caso di incidente nucleare.

Pubblicato in Ambiente

Società Italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale

4/6 novembre 2010
Centro Congressi Frentani
Via dei Frentani, 4 - Roma

Presidenti
M. Moscarini, A. Vecchione

Coordinatori Scientifici
G. Petricone, S. Votano

Segreteria Scientifica
A. Biamonti, A. Frega, D. French, P. Scirpa

Moderatori e Relatori

F. Anglana (Roma)
A. Barca (Roma)
A. Biamonti (Roma)
F. Boselli (Modena)
F. Carozzi (Firenze)
R. De Vincenzo (Roma)
B. Dionisi (Roma)
S. Ferrazzani (Roma)
A. Frega (Roma)
D. French (Roma)
C. Gentili (Viareggio)
P. Giorgi Rossi (Roma)
M.R. Giovagnoli (Roma)
P. Inghirami (Roma)
P. Lippa (Roma)
L. Lorenzon (Roma)
A. Lukic (Roma)
L. Mariani (Roma)
R. Marziani (Roma)
M. Moscarini (Roma)
M. Nuti (Roma)
C. Parisi (Roma)
A. Perino (Palermo)
G. Petricone (Roma)
R. Piccoli (Napoli)
W. Prendiville (Dublin)
P. Raggi (Viterbo)
M.L. Scarciglia (Roma)
M. Scimia (Roma)
P. Scirpa (Roma)
R. Senatori (Roma)
F. Sesti (Roma)
P. Stentella (Roma)
A. Vecchione (Roma)
M. Ventura (Roma)
M. Vittucci (Roma)
A. Vocaturo (Roma)
S. Votano (Roma)
P. Walker (London)
G. Zannoni (Roma)
R. Zarcone (Napoli)

 

Pubblicato in Eventi
Martedì, 26 Ottobre 2010 00:00

L’India negli occhi delle donne

”Donne in India. SEWA un sindacato al femminile” questo il titolo dell’esposizine fotografica di Donatella Giagnori presentato nei locali della biblioteca comunale del quindicesimo Municipio di Roma, dal 15 al 29 ottobre.
L’autrice è cofondatrice dell’Agenzia fotografica Edison, che vanta pubblicazioni in molte delle maggiori testate nazionali ed internazionali.L’iniziativa è il risultato di un reportage realizzato prendendo in considerazione la nascita, la crescita ed i risultati d’una organizzazione sindacale, SEWA (Self Employed Women’s Association), aperta solo alle donne. Questa associazione oggi conta oltre un milione di iscritte ed è molto più di un sindacato, perchè rappresenta uno strumento attraverso il quale le donne indiane hanno potuto emanciparsi, inserendosi attivamente nel tessuto economico. In un paese, l’India, che appare pieno di contraddizioni se lo si tenta di classificare all’interno di schemi e criteri occidentali, in cui la tradizione definisce un codice di norme consuetudinarie che condizionano relazioni sociali e costumi.
Di contro una crescita del  PIL vertiginosa nell’ultimo decennio, un livello tecnologico eccellente, tanto da essere uno dei maggiori esportatori mondiali di software, un peso geopolitico imponente in un’area delicata dello scacchiere internazionale, anche in virtù del possesso dell’arma nucleare, pone l’India nel ruolo di moderna potenza mondiale.

Pubblicato in Arte
Martedì, 19 Ottobre 2010 00:00

Scienzaonline Anno 7° n. 80 Ottobre 2010

Scienzaonline Anno 7° n. 80 Ottobre 2010

Pubblicato in Numero uscita

In che modo si sono sviluppate le prime galassie agli albori dell’Universo? E’ questa una delle domande più dibattute dell’astrofisica e della cosmologia contemporanea. Fino ad ora l’idea prevalente tra gli scienziati era che fossero drammatici e spettacolari scontri fra galassie a formare gli oggetti più massicci osservati, come ad esempio la nostra Via Lattea. Oggi però un lavoro pubblicato sull’ultimo numero della rivista Nature da parte di un team tutto italiano di ricercatori dell’INAF e dell’Università di Firenze propone un nuovo scenario: le prime galassie si sarebbero accresciute catturando enormi quantità di gas, essenzialmente idrogeno ed elio, presente in regioni di spazio vicine ad esse.

“Da qualche anno alcuni modelli teorici e osservazioni di galassie lontane hanno cominciato a suggerire che l’assorbimento continuo di gas potesse essere uno dei meccanismi principali che guida la formazione di nuove stelle nelle galassie più massicce dell’Universo primordiale” spiega Giovanni Cresci, dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri, primo autore dell’articolo. “Tuttavia mancava ancora l’osservazione diretta di questo gas all’interno delle galassie stesse: grazie agli innovativi e potenti strumenti del Very Large Telescope (VLT) ci siamo finalmente riusciti”.

Gli astronomi hanno utilizzato lo strumento SINFONI installato al telescopio VLT dello European Southern Observatory (ESO) in Cile, per studiare la composizione chimica del gas presente in tre galassie a disco, distanti oltre 12 miliardi di anni luce da noi e che quindi si erano già formate solo 2 miliardi di anni dopo il Big Bang. Il punto di forza di SINFONI è la sua capacità di fornire informazioni su come è distribuita la materia nelle galassie e, soprattutto, da cosa è composta. Questo ha permesso di studiare per la prima volta in galassie così distanti la variazione della composizione chimica del gas dal loro centro fin verso la periferia.

Pubblicato in Cosmologia

Il rapporto biennale WWF fotografa lo stato di salute del pianeta e indica le soluzioni per invertire subito la rotta  L’ITALIA AL 29 POSTO IN CLASSIFICA: se tutti vivessero come noi servirebbero 2,8 pianeti

Una diminuzione del 30% dello stato di salute delle specie globali, con picchi fino al 60% nei Paesi tropicali e nelle nazioni più povere. Una pressione antropica sulla natura raddoppiata rispetto agli anni ’60, con una domanda di risorse naturali che richiede già oggi la capacità bioproduttiva di 1,5 pianeti e, se manteniamo l’attuale tendenza, addirittura di 2 pianeti nel 2030. Una crescita economica insostenibile nei Paesi ricchi con impatti sugli ecosistemi che ricadono più direttamente sulle popolazioni povere e vulnerabili. È il quadro che emerge dal Living Planet Report, il rapporto biennale realizzato dal WWF in collaborazione con la Zoological Society di Londra e il Global Footprint Network, che nell’Anno internazionale della biodiversità e a pochi giorni dall’apertura della Conferenza di Nagoya che dovrà decidere le nuove strategie per fermare il tasso di perdita della biodiversità al 2020, afferma energicamente la necessità di riconoscere il ruolo centrale della natura per la salute e il benessere dell’umanità includendo i servizi degli ecosistemi nei nuovi indicatori di sviluppo.

“La situazione sempre più grave in cui versano i sistemi naturali del pianeta a causa della nostra costante pressione dimostra chiaramente l’insostenibilità dei modelli economici sin qui perseguiti, basati su una crescita materiale e quantitativa continua – dichiara Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – Nella nuova economia eco-sostenibile, il pensiero economico deve comprendere l’attenzione per gli esseri umani e per i sistemi naturali del pianeta, tra di loro indissolubilmente legati. Riconoscere alla natura il suo valore per la salute stessa dell’uomo è uno degli imperativi che dovranno guidare le decisioni della Conferenza di Nagoya.”

Il Living Planet Report del WWF, presentato oggi in diretta mondiale webcast con la partecipazione della giornalista di AlJazeera Veronica Pedrosa, mette in relazione l’Impronta ecologica e l’Impronta idrica, misure della pressione antropica sulle risorse naturali della Terra, con l’Indice del Pianeta vivente, che misura lo stato di salute del pianeta attraverso i trend di quasi 8.000 popolazioni di oltre 2.500 specie di vertebrati, che sono alla base dei servizi naturali da cui dipendiamo.

Pubblicato in Ambiente

Il disastro di fango tossico in Ungheria poteva essere evitato

Kolontàr, Ungheria: Una fotografia aerea scattata in giugno mostra una diga danneggiata ed una chiara fuoriuscita dei fanghi da uno dei muri perimetrali della vasca di contenimento. "Questa nuova prova dello stato di degrado delle mura ed una significativa perdita più di tre mesi prima dell'incidente potrebbe essere causa principale per un’inchiesta urgente, non solo per questo disastro, ma per tutti i laghi di contenimento di fanghi tossici dell’Ungheria, "ha riferito Gábor Figeczky Direttore scientifico del WWF-Ungheria.
"Ciò indica trascuratezza ed un fallimento della regolamentazione vigente, come primo fattore di questo disastro ". La fotografia è stata scattata da una squadra della società InterSpect, che erano impegnati nelle foto di piscine di fango, di miniere a cielo aperto, e altre località potenzialmente pericolose, inerenti i siti industriali insalubri.
I rappresentanti del WWF hanno riferito alle aziende che lo stato del serbatoio di Kolontár era particolarmente preoccupante a causa della sua posizione vicino alle case ed alle popolazioni.  "E’ chiaramente visibile nelle foto fatte nel mese di giugno 2010 che il fango fuoriesce da perdite che parte del muro di questo stagno era indebolito ", Figeczky ha detto. "In definitiva, il muro si è rotto in un altro luogo, ma quello che si può notare è un segnale molto chiaro della mancanza di controlli necessari e di attenzione lungo la sua intera lunghezza.

Pubblicato in Ambiente

Presso l’Auditorium di Renzo Piano, nei giorni 9 e 10 Ottobre, i romani hanno avuto il piacere di ospitare una mostra dedicata alle arti cinesi, dal titolo Giovani Cinesi e Italiani: celebrazioni e spettacoli – Giovinezza, Eredità, Amicizia e Armonia, grazie ad un’iniziativa culturale voluta dal Ministero dell'Istruzione della Repubblica Popolare Cinese in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri d'Italia e il Ministero dell'Istruzione ,dell'Università e della Ricerca d'Italia - Host: Cina Ass. Istr. di Scambio Internaz. e UniItalia

Al suo interno si è subito accolti da un tripudio di colori che già da soli rendono un’idea di Armonia, ancor più rafforzata dal loro concetto di Arte non creata in base ad una scala gerarchica. L’Arte in Cina, infatti, è suddivisa nei vari indirizzi di espressione, tutti coesistenti secondo uno stesso livello di valore.
Sempre restando sul tema dell’Armonia, si è potuto assistere ad una lezione eccellente di armonia del corpo e delle sue complesse forze interne, che noi occidentali conosciamo poco, purtroppo. Un gruppo di ragazzi, infatti, ha dato spettacolo, alternandosi di volta in volta, nel mostrare come si possa spezzare un bastone di legno massiccio o una sbarra di ferro o addirittura due sbarre di ferro, colpendo opportunamente con un solo colpo secco una parte del proprio corpo o di un partner di scena. È tutto nella concentrazione, ci direbbero i maestri di yoga o di tai chi, ed infatti lo è ma bisogna allenare la stessa con costanza per tutta la vita, in verità. Non è un caso, appunto, se nella cultura orientale il culto del corpo e della ginnastica ha gli stessi diritti di ogni altra disciplina di studio, al punto da prevederne esami in ogni facoltà universitaria, esami determinanti dalla cui riuscita dipende addirittura l’esito finale di un percorso di studio.

Pubblicato in Arte

Medicina

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