Ambiente

Ambiente (619)

Assergi 11/05/2010 - Grazie ad un accordo siglato fra il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e l'Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato dell'Aquila, i semi di alcune specie fra le più rare e a rischio d’estinzione dell’area protetta sono stati riprodotti con successo presso i laboratori dell'Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Pieve Santo Stefano (Arezzo). Si tratta di un raro esempio di collaborazione tra uffici con competenze diverse, che avrà come risultato immediato la produzione di piantine di specie talmente a rischio in natura, da richiedere un'urgente opera di conservazione ex situ, ossia fuori dall'habitat naturale.

“Il vostro pianeta ha bisogno di voi  per combattere il cambiamento climatico” è stato lo slogan della Giornata Mondiale dell’Ambiente indetta lo scorso 5 giugno: capofila, per il 2009, il Messico. The World Environmental Day (http://www.unep.org/wed/2009) è un appuntamento istituito dall’ONU per ricordare la Conferenza di Stoccolma del 1972 all’origine del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) cui seguirono documenti basilari quali la Carta Mondiale della Natura (28 ottobre 1982) e la Dichiarazione di Rio su ambiente e sviluppo (14 giugno 1992, UNCED).

Nei 26 principi, approvati da 110 delegazioni, contenuti nella “Dichiarazione sull’ambiente umano” (16 giugno 1972) di Stoccolma fu sancita dunque la necessità, da parte dei Paesi firmatari, di  “condurre le nostre azioni in tutto il mondo con più prudente attenzione per le loro conseguenze sull'ambiente”. Nell’art. 1 si dichiara infatti che “l'uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all'eguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere, ed è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell'ambiente davanti alle generazioni future”. Nell’art. 5 inoltre si fa riferimento al dovere di arrestare gli “scarichi di sostanze tossiche o di altre sostanze in quantità e in concentrazioni di cui la natura non possa neutralizzare gli effetti” onde evitare “danni gravi o irreparabili” all’ecosistema, rinviando all’art. 15 il riferimento ad una “pianificazione edile e urbana” senza “effetti negativi sull'ambiente”. Nello stesso anno, precisamente il 16 novembre 1972, veniva approvata a Parigi la “Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e mondiale” (UNESCO) in cui si definivano sia il “patrimonio culturale” (art. 1) che il “patrimonio naturale” (art. 2) con l’obiettivo di “stabilire un sistema efficace di protezione collettiva del patrimonio culturale e naturale di valore eccezionale, organizzato in maniera permanente e secondo metodi scientifici e moderni”.

L’alluvione del Tevere di questi giorni mette in luce ancora una volta la mancata gestione unitaria dei nostri fiumi. Attualmente tutti, Stato, Regioni, Autorità di bacino, Province, Comuni si occupano di difesa del suolo, ma non vi è, o non vi è più, un coordinamento adeguato e una logica unitaria.

Le Autorità di bacino che avrebbero dovuto pianificare la difesa del suolo sul nostro territorio proprio per ridurre il diffuso dissesto idrogeologico sono senza fondi e senza dirigenza.

Lo smaltimento dei rifiuti rappresenta una delle grandi problematiche di questo inizio millennio. Una situazione spesso sottovalutata dalla classe politica che mai interviene con interventi di programmazione e sempre troppo tardi adotta misure straordinarie spesso dettate da situazioni non più controllabili, così come è accaduto poco tempo fa in Campania. Che lo smaltimento dei rifiuti è uno dei problemi del secolo è così evidente che ormai anche i cartoni animati se ne occupano. In Wall-e, colossal prodotto dalla Disney-Pixar, si mostra una Terra deserta rigurgitante spazzatura, abbandonata ormai dagli umani rifugiati a bordo di navi stellari e lasciata in mano a robot pulitori sino al giorno che il Pianeta sarebbe tornato ad essere abitabile. Fortunatamente siamo ancora lontani da questa condizione di non ritorno, ma sicuramente preoccupa la politica di smaltimento dei rifiuti del nostro Paese. Prima di tutto bisogna chiarire che  termovalorizzatori, gassificatori, pirolizzatori sono solo alcuni tra i nuovi termini oggi utilizzati per indicare una tecnologia,quella dell’incenerimento, che di nuovo ha ben poco. Il termine ”termovalorizzazione” non andrebbe nemmeno usato, poiché la Comunità Europea, ha diffidato l'Italia dall'utilizzare questo vocabolo, in quanto è fuorviante, visto che gli impianti valorizzano ben poco, ed il termine dà adito a fraintendimenti e confusioni.

In questo lavoro, diretto da CNR-ISMAR e finanziato dal progetto nazionale VECTOR, si individua un 'regime shift'  nel Mar Mediterraneo a fine anni 80, e lo si collega ad altri regime shifts individuati negli altri bacini Europei nello stesso periodo.
[Nota: i regime shifts sono fenomeni molto perculiari che stanno recentemente attirando l'attenzione scientifica. Sono  cambiamenti relativamente repentini (pochi anni) che coinvolgono l'intero sistema fisico e biologico di un bacino marino o oceanico].

Il lavoro si basa sulle analisi di un periodo di 35 anni (1970-2005). Sono state prese in considerazione una serie di variabili: per il sistema biologico dati di abbondanza di zooplancton, di biomassa alici, di presenza mucilagini (mare sporco) e maree rosse, nel Mare Adriatico (bacino orientale Mediterraneo) e Ligure (bacino occidentale - solo zooplancton); come indicatori del sistema fisico, dati di temperatura e pressione del mare a varie scale: locale (Golfo di Trieste), Regionale (Mediterraneo nord-ovest), bacino (Mediterraneo); come indicatori climatici a larga scala (emisfero del nord) e' stato usato l'indice NAO e l'indice della temperatura del nord-emisfero (NHT).

Nel corso del Summit della Terra svoltosi a Rio de Janeiro nel 1992 (la Conferenza ONU su Sviluppo e Ambiente) furono fissati i principi dello sviluppo sostenibile per il XXI secolo. Il testo “Agenda 21”, approvato alla fine dei lavori, riporta all’art. 28: “Ogni autorità locale dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e con le imprese private ed adottare una propria Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le autorità locali dovrebbero apprendere ed acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale le informazione necessarie per formulare le migliori strategie”. Veniva così dettato il principio dei futuri processi di “sostenibilità locale” ovvero le “Agende 21 locali” da adottare per l’ambiente e per la gestione durevole del territorio e delle risorse; venivano altresì individuati i cosiddetti stakeholders, ovvero quei soggetti portatori di interessi indispensabili nel corretto processo evolutivo di sviluppo territoriale. Al 1994 risale la Carta di Aalborg per le città  “sostenibili”, approvata da 80 amministrazioni locali europee e 253 rappresentanti di varie istituzioni presenti. Ad oggi, condotto dal “Coordinamento Agende 21 locali” italiane, è in corso un censimento delle amministrazioni locali che hanno adottato i principi (Aalborg commitments) che comprendono: trasparenza dei processi di Agenda 21 locale, utilizzo di indicatori di qualità e sostenibilità dell’ambiente urbano, strumenti normativi e pianificazione ambientale che accresca la consapevolezza dei cittadini.

L’articolo 42 della Legge comunitaria, approvato oggi dal Senato, rappresenta un risultato positivo raggiunto grazie  alla grande mobilitazione di associazioni ambientaliste e cittadini, e al senso di responsabilità di buona parte del Parlamento, che  ha  evitato  la  totale deregulation venatoria.
Il WWF ricorda che il testo approvato in prima lettura al Senato apriva la caccia tutto l’anno: un vero attentato alla natura, alla sicurezza delle persone e alle leggi europee. Il testo oggi divenuto legge costituisce almeno  in parte  un importante, anche se tardivo, passo avanti per la corretta applicazione della Direttiva Uccelli e delle altre leggi internazionali a tutela della biodiversità, introducendo importanti regole per la tutela e la conservazione degli animali selvatici: l’obbligo di migliore e maggiore protezione degli habitat naturali e il divieto assoluto di caccia durante i periodi di riproduzione e migrazione degli uccelli. Le nuove norme rispondono anche, in parte, alle pesanti censure della Commissione Europea avviate nei confronti dell’Italia con diverse procedure di infrazione.

Dire no al progetto del governo italiano di riavviare nel nostro paese un programma per produzione di energia nucleare, questo l‘obiettivo della serata organizzata da Greenpeace Italia presso il Teatro Vittoria di Roma, nel quartiere Testaccio, il 18 ottobre 2010.
La manifestazione, intitolata “Nuclear Emergency”, ha visto la partecipazione di numerosi volontari e di alcuni volti noti del teatro, della musica e dello sport. Giobbe Covatta, Teresa De Sio, Giovanni Soldini ed il rapper noto ai giovani come  il “Piotta”, tra i testimonial della campagna di Greenpeace, finalizzata a sensibilizzare i partecipanti sul tema dell'energia nucleare ed informare sui rischi che un ritorno all'utilizzo delle centrali potrebbe comportare.
L’iniziativa è stata  trasmessa in streaming sul web, al pubblico che ha gremito il teatro, si sono aggiunti, dunque, coloro che da ogni parte d'Italia hanno voluto seguire la manifestazione davanti al proprio computer. Ai presenti al loro ingresso è stato distribuito, con fine provocatorio, un opuscolo a cura dell'Agenzia americana per l'emergenza nucleare, contenente le istruzioni per la popolazione sul comportamento da tenere in caso di incidente nucleare.

Cambiamenti climatici
Tra le tante sfide che l’umanità si trova oggi ad affrontare vi sono quelle relative ai temi della protezione e della salvaguardia dell’ambiente e della riduzione dell’inquinamento. Uno degli obiettivi più importanti che ci si pone è il rallentamento del riscaldamento globale causato dall’emissione nell’atmosfera di gas serra, il quale è stato oggetto di discussione nella recente Conferenza ONU sui cambiamenti climatici svoltasi a Copenhagen alla presenza dei più importanti leaders mondiali.
Alcuni dei problemi da risolvere con maggiore urgenza sono:

  • Esaurimento dei combustibili fossili e la necessità di trovare fonti alternative di energia rinnovabile quali i biocombustibili;
  • Emissioni gassose altamente inquinanti e dannose per l’ambiente (SO2, H2S, NOx);
  • Carenza di acqua potabile in molte parti del mondo;
  • Emissione di CO2 nell’atmosfera.

E’ comunemente e globalmente riconosciuto che la tecnologia a membrana è una delle più promettenti soluzioni per aiutare a risolvere molti di questi problemi. Le membrane agiscono come un filtro particolarmente efficace, che riesce a separare le specie inquinanti da liquidi o da miscele gassose. Esse vengono già ampiamente utilizzate per le loro grandi potenzialità applicative in moltissimi settori della tecnologia industriale, per esempio, nel campo della desalinizzazione dell’acqua di mare, nella produzione di aria arricchita di ossigeno e nella chiarificazione del vino.

Questo tipo particolare di inquinamento, specifico dei tempi moderni, viene definito un

 “insieme di effetti negativi prodotti dai rumori nell’ambiente”.

Per rumore si intende ovviamente una qualunque vibrazione sonora che provochi nell’uomo degli effetti disturbanti o dannosi per il fisico o per la psiche, interferendo così sul suo benessere e sulle sue attività, come il lavoro, lo studio, il sonno e la vita di relazione in genere. Oltre a ciò – che certo non è poco - il rumore può provocare delle vere e proprie lesioni all’orecchio, ed essere quindi la causa di una parziale o totale perdita dell’udito.

 

Scienzaonline con sottotitolo Sciencenew  - Periodico
Autorizzazioni del Tribunale di Roma – diffusioni:
telematica quotidiana 229/2006 del 08/06/2006
mensile per mezzo stampa 293/2003 del 07/07/2003
Scienceonline, Autorizzazione del Tribunale di Roma 228/2006 del 29/05/06
Pubblicato a Roma – Via A. De Viti de Marco, 50 – Direttore Responsabile Guido Donati

Photo Gallery