Mercoledì, 20 Settembre 2017

 

 

A new treatment for osteoporosis provides major improvements in bone density and more effective protection against fractures than the current standard treatment. These are the findings of a study published in the New England Journal of Medicine (NEJM). The study is the first that compares the effect of two osteoporosis medicines on fractures. “With the new treatment, we could offer significantly better protection against fractures and could thereby help many patients with severe osteoporosis,” says co-author of the study Mattias Lorentzon, Professor of Geriatrics at the Institute of Medicine, Sahlgrenska Academy, and Senior Physician at Sahlgrenska University Hospital. Many patients with severe osteoporosis and a high risk of fractures often cannot regain their original bone strength. They continue to have fractures even with treatment according to current standards with alendronate in tablet form every week.

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The best known sauropod dinosaurs were huge herbivorous creatures, whose brain structures were markedly different from those of their evolutionary predecessors, for the earliest representatives of the group were small, lithe carnivores.

The sauropod group of dinosaurs included the largest animals that have ever walked the Earth – up to 40 meters long and weighing as much as 90 tons. Evolutionarily speaking, they were obviously very successful, giving rise to a diverse and widely distributed array of plant-eating species. These forms were characterized by a small head, a long and highly flexible neck that allowed them – like modern giraffes – to graze the tops of the tallest trees, and a massive body that made mature specimens invulnerable to predators. The sauropods survived for well over 100 million years before succumbing to the meteorite that snuffed out the dinosaurs at the end of the Cretaceous Era.

However, the early representatives of the lineage that led to these lumbering giants were strikingly different in form and habits. For a start, they were carnivores – like Saturnalia tupiniquim, an early sauropod dinosaur that was about the same size as a modern wolf. Recent work carried out by researchers for Ludwig-Maxilians-Universitaet (LMU) in Munich in collaboration with colleagues in Brazil now confirms this scenario and adds new details to the story. Most of the evidence for the early members of the Sauropodomorpha comes from their type of dentition. Now paleontologists Mario Bronzati and Oliver Rauhut, who are based at LMU and the Bavarian State Collection for Paleontology and Geology in Munich, have used computer tomography (CT) to analyze fossil skull bones assigned to S. tupiniquim. The high-resolution images of the cranial bones provided by this technique enabled them to deduce the overall surface morphology of the brain. The results suggest that despite being capable of consuming both meat and plants, S. tupiniquim could have followed a purely predatory lifestyle. The new findings appear in Scientific Reports, one of the online journals published by Springer Nature.

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Mercoledì, 20 Settembre 2017 16:15

Imagining a world without species

 

Even Charles Darwin, the author of “The Origin of Species”, had a problem with species. “I was much struck how entirely vague and arbitrary is the distinction between species and varieties,” Darwin wrote in his seminal 1859 work.

Categorizing species can get especially hazy at small, microbial scales. After all, the classical definition of species as interbreeding individuals with sexually viable offspring doesn’t apply to asexual organisms. Examining shared DNA doesn’t help either: collectively, E. Coli bacteria have only 20 percent of genes in common. The classification process gets even trickier as many microbes work so closely that it is unclear what to call separate organisms, let alone separate species.   The woes of classification generate contentious debates in the biology community. But, for postdoctoral fellow Mikhail Tikhonov, one field’s contentious debate is another’s theoretical playground. In new research, he asks: Could organism interactions be described without mentioning species at all?

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PABLO PICASSO. Tra Cubismo e Neoclassicismo: 1915 – 25

a cura di Olivier Berggruen
Roma, Scuderie del Quirinale
21 settembre 2017 - 21 gennaio 2018



Il progetto Picasso, che parte il 21 settembre alle Scuderie del Quirinale, è la più grande mostra inserita nel ciclo delle celebrazioni picassiane e racconta un decennio di carriera dell’artista a seguito del suo viaggio in Italia. La mostra è una co-produzione tra Ales e MondoMostre Skira e vede la partecipazione delle Gallerie Nazionali di Arte Antica che, nella sede di Palazzo Barberini, esporranno per la prima volta a Roma il sipario Parade, una tela lunga 17 metri e alta 10 metri. Curatore d’eccellenza Olivier Berggruen, membro del comitato scientifico del Musée Picasso di Parigi, proprietario dell’omonimo museo e figlio dei coniugi Berggruen, grandi collezionisti, amici dell’artista e suoi mercanti di fiducia.
 Il comitato scientifico della mostra è composto da Laurent Le Bon, Brigitte Leal, Carmen Gimenez, Gary Tinterow, Valentina Moncada, Bernard Ruiz Picasso; l’allestimento è curato dall’architetto newyorchese Annabelle Selldor. "È un grande progetto a cui le Scuderie stanno lavorando sin dal 2015, in accordo con il Musée Picasso. Presenteremo a Roma oltre 100 opere provenienti da oltre 50 prestatori europei, nordamericani e giapponesi”, è il commento di Mario De Simoni, Presidente e Amministratore Delegato di Ales spa. La straordinaria mostra di Scuderie del Quirinale approfondirà la produzione dell’artista.
immediatamente successiva all’esperienza italiana, documentando l’impatto a lungo termine di questo viaggio sulla sua formazione: dalle suggestioni neoclassiche ispirate alla scultura antica, al Rinascimento romano, fino alla scoperta della pittura parietale di Pompei. Il progetto accoglie numerose collaborazioni internazionali, con opere provenienti da sedi come il Centre Pompidou di Parigi, il Museum Berggruen di Berlino, la Fundació Museu Picasso di Barcellona, il Guggenheim e il Metropolitan Museum di New York. La mostra è anche la prima tappa di un percorso di collaborazione Scuderie del Quirinale - Gallerie
Nazionali di Arte Antica voluto da Mario de Simoni e Flaminia Gennari Santori, Direttore del Museo.

Scheda informativa
TITOLO Pablo Picasso. Tra Cubismo e Neoclassicismo: 1915 - 25
SEDE Scuderie del Quirinale, Via XXIV Maggio 16, Roma - Palazzo Barberini, Via delle Quattro
Fontane, 13 Roma
PERIODO 21 settembre 2017 - 21 gennaio 2018
A CURA DI Olivier Berggruen

 
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A seguito dei casi di Chikungunya che sono stati confermati a Roma è stato deciso il blocco delle donazioni di sangue ed emocomponenti nella Asl 2 del comune di Roma, insieme ad una ulteriore serie di misure cautelative. Lo comunica il Centro Nazionale Sangue - Istituto Superiore di Sanità, che ha già attivato tutte le procedure per sopperire alle eventuali carenze.

La sospensione totale delle donazioni riguarda solo la Asl 2 del comune di Roma e il comune di Anzio, oggetto di un focolaio confermato nei giorni scorsi. Nel resto del comune di Roma la donazione è consentita con una quarantena di 5 giorni. In tutte le altre aree della Regione, in base all'assunzione di un minor livello di rischio di infezione, al sangue raccolto verrà applicata la quarantena di 5 giorni se il donatore ha soggiornato nella Asl Roma 2 o ad Anzio. A livello nazionale i donatori che hanno soggiornato nei comuni interessati saranno invece sospesi per 28 giorni. "Sono state attivate tutte le misure possibili per evitare eventuali carenze a Roma - spiega il direttore del Centro Giancarlo Maria Liumbruno -, a partire dalla mobilitazione delle scorte accantonate per le maxiemergenze. Sia nel Lazio che nelle altre Regioni è già partita una gara di solidarietà che coinvolge sia le istituzioni che le associazioni dei donatori, che saranno coinvolti in una serie di raccolte straordinarie per aiutare il Lazio". Nella Regione vengono raccolte circa 15mila unità di sangue al mese, di cui almeno 11mila nella sola provincia di Roma. La Capitale raccoglie nei suoi ospedali molti pazienti da altre regioni, soprattutto del sud, e sono presenti circa 400 pazienti talassemici che necessitano di trasfusioni periodiche, e ha un fabbisogno di 400-450 unità di globuli rossi al giorno.

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È stato premiato con il singolare premio Ig Nobel lo studio che indaga il senso di sé dei gemelli monozigoti 

Un team di ricercatori coordinato da Salvatore Aglioti, responsabile del Laboratorio di Neuroscienze sociali della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma, insieme al Registro nazionale gemelli dell’Istituto superiore di sanità, ha esaminato la capacità dei gemelli monozigoti di distinguere il proprio volto da quello del gemello. Lo studio, pubblicato sulla rivista Plos One, si è aggiudicato l’Ig Nobel, il singolare riconoscimento che viene attribuito ogni anno alle ricerche più stravaganti. La cerimonia di premiazione si è svolta il 14 settembre presso la Harvard University (Cambridge, Massachusetts, USA). A ritirare il premio, in rappresentanza del gruppo di ricerca, Ilaria Bufalari e Matteo Martini.  Il presupposto della ricerca è la capacità di riconoscersi allo specchio, capacità specifica dell’uomo e di poche altre specie animali, che è alla base di abilità cognitive più complesse, come l’autoconsapevolezza. I gemelli monozigoti rappresentano un’interessante eccezione in questo contesto, in quanto il loro viso è pressoché identico a quello del fratello gemello.

Pubblicato in Medicina

 

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