E’ in questo contesto che l’OMS ha lanciato il 5 maggio scorso un’iniziativa tesa a favorire l’igiene nei luoghi di cura. La campagna dal titolo"Save lives: clean your hands" ha coinvolto migliaia di ospedali nel mondo ed è sostenuta in Italia dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Attualmente in Italia, in cui la stima va dalle 450 mila alle 700 mila infezioni in pazienti ricoverati in ospedale, hanno aderito al progetto solo una cinquantina di strutture sui 673 ospedali pubblici italiani, senza contare gli enti privati e le case di cura. Tuttavia è stato rilevato un incremento nel numero degli iscritti grazie alla comunicazione scientifica che divulgando la notizia e consentendo di accedere alle informazioni ad essa connesse, ha favorito la sensibilizzazione di ASL e aziende ospedaliere.
L’OMS indica dettagliatamente quali sono i passi da seguire per ottenere i risultati migliori.
Sono previste attività formative per il personale e la creazione di una figura coordinatrice, oltre naturalmente alla presenza di sussidi per l’igiene delle mani ma in più sono indicati minuziosamente quali sono i punti di contagio, quando questo avviene, come e quando bisogna igienizzare le mani e anche con quale tipo di soluzione a seconda dell’assistenza prestata.
Questa iniziativa è parte di un progetto più ampio varato nell’ottobre del 2004 denominato World Alliance for Patient Safety (Alleanza Mondiale per la Sicurezza del Paziente),il cui obiettivo è quello di ridurre le conseguenze sanitarie e sociali degli incidenti terapeutici e degli errori medici. Questo piano di lavoro si concretizza con la scelta periodica di un tema che sia rilevante per tutti i paesi che fanno parte dell’OMS:
- l’igiene delle mani;
- la sicurezza delle trasfusioni;
- la sicurezza delle iniezioni & vaccinazioni;
- la sicurezza nelle pratiche chirurgiche;
- la sicurezza della rete idrica, la bonifica e lo smaltimento dei rifiuti.
Quindi, riprendendo uno slogan di chi ha già aderito, le cure pulite sono cure più sicure e ci si aspetta che una maggiore attenzione in questo senso non potrà che avere una ricaduta positiva riducendo i rischi di contagio per tutti e riportando in auge una pratica semplice ma oggi un po’ demodé: lavarsi frequentemente le mani.
Fabiana Dessì