Resistere alle Resistenze: La Nuova Sfida della Medicina contro i Superbug

Claudia Gianvenuti 16 Lug 2025

L’antibiotico-resistenza rappresenta una delle emergenze globali più pressanti nella salute pubblica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infezioni da batteri resistenti ai comuni antibiotici provocano ogni anno centinaia di migliaia di decessi nel mondo e rischiano di renderci presto impotenti di fronte a malattie un tempo facilmente curabili. Farmaci innovativi, strategie terapeutiche alternative e nuove forme di “stewardship antibiotica” sono al centro della corsa della medicina contro il tempo e l’evoluzione microbica.

L’origine e la portata della minaccia

Fin dalla loro scoperta, gli antibiotici sono stati uno dei pilastri della medicina moderna, responsabili dell’allungamento dell’aspettativa di vita e del progresso in chirurgia, oncologia e terapia intensiva. Tuttavia, il loro uso eccessivo e inappropriato—nell’uomo, negli allevamenti e nell’ambiente—ha accelerato la selezione di batteri in grado di sopravvivere ai trattamenti farmacologici tradizionali. Secondo l’ECDC, nel 2024 si stimavano almeno 35.000 morti annue per infezioni resistenti solo in Europa.

Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA), Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae multiresistenti sono tra i patogeni maggiormente responsabili di infezioni nosocomiali e comunitarie complicate. L’impatto si espande dai reparti ospedalieri fino all’agricoltura e all’ambiente, rendendo urgente un’azione globale coordinata.

Il dilemma clinico e la corsa ai nuovi antibiotici

Negli ultimi anni, il pipeline dei nuovi antibiotici si è rapidamente assottigliato. Lo sviluppo è costoso e gli incentivi economici spesso insufficienti per le industrie farmaceutiche. Solo pochi nuovi farmaci (spesso riservati ai casi più gravi) sono stati approvati, mentre le infezioni “panresistenti”—insensibili a tutte le molecole disponibili—crescono.

“L’antibiotico-resistenza è una minaccia che rischia di riportare la medicina all’era pre-antibiotica. Agire ora, con strategie di stewardship, ricerca e innovazione, è cruciale,” sottolinea la professoressa Maria Rossi, infettivologa e consulente OMS.

Accanto agli antibiotici, sta prendendo piede l’uso di microbiota-based therapies, come i trapianti fecali, per debellare le infezioni da Clostridioides difficile resistenti. In parallelo, sono in fase avanzata studi su molecole “adjuvanti” e inibitori di meccanismi di resistenza (come i beta-lattamasi), che rendono di nuovo efficaci farmaci storici.

Terapie alternative e nuove armi contro i superbug

Il crescente interesse per le terapie fagiche (uso di batteriofagi), l’utilizzo di peptide antimicrobici e lo sviluppo di vaccini mirati rappresenta una risposta innovativa contro i superbug. Recentissimi studi hanno dimostrato che specifici fagi possono abbattere ceppi MDR (multi-drug resistant) nei modelli animali, e i primi trial clinici in pazienti con infezioni gravi hanno prodotto risultati promettenti.

Smith J., Ahmed L., Garcia M. (2024) hanno pubblicato su Lancet Infectious Diseases uno studio pilota in cui la terapia fagica ha controllato un’infezione da Klebsiella resistente a tutte le terapie convenzionali. Brown P., Chen Y., Kim S. (2025) su Nature Microbiology hanno recensito i progressi nella selezione e ingegnerizzazione di fagi per targettizzare biofilm batterici. Wang R., Lee H., Patel S. (2023) hanno mostrato in Clinical Microbiology Reviews che strategie “one health”—che integrano ambiente, animali e uomo—sono le più efficaci per limitare la diffusione della resistenza.

Inoltre, l’implementazione di algoritmi di intelligenza artificiale per la prescrizione personalizzata degli antibiotici e la sorveglianza genomica dei patogeni sta cambiando il volto della diagnostica e delle strategie di containment.

Stewardship antibiotica e prevenzione: perché la cultura del farmaco va cambiata
Le campagne di stewardship, volte a promuovere l’uso appropriato degli antibiotici, sono ormai raccomandate a livello globale. Fondamentali sono il rispetto dei protocolli, la prescrizione mirata solo quando necessario e la formazione degli operatori sanitari e dei cittadini.

Come ricorda la prof.ssa Rossi: “La lotta alla resistenza non si vince in laboratorio, ma ogni giorno negli ambulatori, negli allevamenti, nelle scuole. Serve una responsabilità condivisa tra sistema sanitario, industria, agricoltura e cittadini”.

Lo scenario italiano ed europeo vede l’adozione di piani d’azione nazionali, incentivi per la ricerca pubblica e privata, reti di sorveglianza e partnership internazionali (ad esempio, il Global Antimicrobial Resistance Surveillance System—GLASS), con risultati ancora disomogenei ma in sensibile crescita rispetto al decennio scorso.

Prospettive future e critiche ancora aperte

Nonostante i progressi, permangono criticità: la lentezza regolatoria, la scarsità di fondi per la ricerca, la mancanza di incentivi strutturali e la superficialità della comunicazione pubblica. In passato, alcuni opinion leader avevano sostenuto che nuove classi di antibiotici sarebbero arrivate rapidamente: oggi è evidente che servono strategie integrate, attenzione alla prevenzione e un cambio culturale profondo.

Investimenti in nuove piattaforme diagnostiche, combinazioni di farmaci, rafforzamento della ricerca “one health” e nuovi modelli di finanziamento saranno cruciali. Solo così sarà forse possibile “resistere alle resistenze”—una sfida che definisce la medicina del XXI secolo.

 

Ultima modifica il Martedì, 15 Luglio 2025 09:51
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