Cellule molto simili ai neuroni ottenute da cellule staminali dentali umane
Le cellule con attività elettrofisiologica ottenute all'Università dei Paesi Baschi (UPV/EHU) stanno aprendo nuove strade per lo studio delle malattie neurodegenerative e lo sviluppo di futuri trapianti autologhi. Uno studio della UPV/EHU pubblicato nella prestigiosa rivista Stem Cell Research & Therapy ha dimostrato che le cellule staminali estratte dalla polpa dentale umana possono essere trasformate in cellule neuronali eccitabili e ha evidenziato il potenziale di queste cellule facilmente accessibili per l'ingegneria dei tessuti nervosi. Questa scoperta consentirà di promuovere i progressi nella terapia cellulare per il trattamento di varie malattie neurodegenerative, come la malattia di Huntington e l'epilessia.
Costa atlantica dell’Africa: le variazioni del livello del mare negli ultimi 30mila anni a seguito dai cambiamenti climatici e dalla fusione delle calotte glaciali
L’Università di Pisa ha coordinato lo studio pubblicato su Nature Communications.
Il livello attuale del mare lungo la costa atlantica dell’Africa è più alto di oltre 100 metri rispetto a 30.000 anni fa. Il dato emerge da uno studio coordinato dal professor Matteo Vacchi del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Nature Communications. La ricerca ha mostrato come il livello dell’Atlantico sia stato fortemente influenzato dai cambiamenti climatici e dalla fusione delle calotte glaciali.
“Studiando le fluttuazioni avvenute negli ultimi 30.000 anni – spiega Vacchi - potremmo affinare i modelli climatici e migliorare le previsioni sulle reazioni del sistema Terra rispetto ai cambiamenti attuali. Molte regioni costiere africane, comprese città densamente popolate e ambienti naturali sensibili, sono direttamente minacciate dall'innalzamento del livello del mare. Studi come questo aiutano a comprendere la vulnerabilità di queste aree e a sviluppare strategie di adattamento e mitigazione. Infatti, la fascia costiera rappresenta circa il 56% del prodotto interno lordo (PIL) dei paesi dell’Africa occidentale, rendendola una risorsa economica e sociale chiave altamente vulnerabile ai cambiamenti del livello del mare causati dal clima”.
The lush past of the world’s largest desert
The Empty Quarter (Rub’ al-Khali), the vast desert of the Arabian Peninsula, was not always an arid landscape. A recent study by the University of Geneva (UNIGE), King Abdullah University of Science and Technology (KAUST) in Saudi Arabia, Griffith University in Australia, California Institute of Technology, University of Texas and University of the Fraser Valley in Canada reveals that this region was once home to a vast lake and river system. These favorable conditions fostered grasslands and savannahs, enabling human migration — until drought returned, forcing populations to move. Published in Communications Earth & Environment, this research highlights the impact of climate cycles on landscapes and human societies.
The Empty Quarter, or Rub’ al-Khali in Arabic, is one of the world’s largest deserts. Spanning nearly 650,000 square kilometers—mainly in Saudi Arabia—it dominates the Arabian Peninsula, with dunes towering up to 250 meters. Yet, this vast arid expanse was not always so inhospitable. A recent study by an international team led by UNIGE reveals a very different past.