La costruzione di grandi acquedotti, in cui i romani divennero veri maestri ingegnandosi in una fitta rete di piscinae limariae (vasche di decantazione), di castella aquae (punti di raccolta) regolate da valvole poco differenti dalle moderne, che garantivano il riflusso idrico attraverso una pressione costante all'interno di condotti, era tra le prime manifestazioni visibili e percepibili da tutti a testimonianza evidente della presenza, della forza e della tecnologia di Roma.
Allo stesso modo le opere idrauliche influenzavano l'opinione pubblica interna.
La volontà e la capacità da parte degli Imperatori di rendere l'acqua sempre più bene pubblico, garantendone un facile e costante accesso a tutti i cittadini, divennero presto un metro per giudicare l'opera del regnante.
E gli Imperatori, consapevoli di ciò, non mancarono di costruire nuovi acquedotti ed impianti termali aperti a tutti.
L'importanza dell'acqua come risorsa primaria e come elemento portante ai fini sociali richiama alle mente le emblematiche parole di Johann Wolfgang Goethe: "L'acqua giungeva a Roma su una successione di archi di trionfo" che indicano come le risorse idriche, oggi come durante tutte le epoche del passato, non rappresentano solo una fonte di sopravvivenza.
Fabrizio Giangrande
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