
Ambiente (620)
Greenpeace: balene in pericolo, anche un virus le minaccia
29 Lug 2020 Scritto da Greenpeace comunicato
Oggi, Giornata mondiale per la conservazione della natura, Greenpeace pubblica un rapporto sulle principali cause di spiaggiamento dei cetacei lungo le coste italiane commissionato ai veterinari del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione dell’Università di Padova: un virus e l’uomo le principali minacce alla sopravvivenza di specie come il capodoglio, già considerato in pericolo di estinzione. Domani la spedizione “Difendiamo il mare” di Greenpeace, condotta con la barca a vela Bamboo della Fondazione Exodus, partirà da Lavagna per studiare i cetacei del Mar Ligure insieme a ricercatori dell’Istituto Tethys.
Un quarto dei cetacei analizzati spiaggiati lungo le nostre coste negli ultimi anni è morto per cause imputabili all’uomo, in particolare interazioni con attività di pesca. Preoccupa l’intrappolamento nelle reti, che sempre più spesso si trovano abbandonate in mare e che vanno ad acuire la contaminazione da plastica, ma anche l’uso di reti illegali, come le spadare, che nei giorni scorsi hanno intrappolato ben due capodogli al largo delle Eolie.
Le associazioni chiedono la cessazione di ogni attività finalizzata alla cattura dell'orso
“La seconda fuga di M49 non deve essere fermata da una nuova reclusione al Casteller”, questa è la sintesi della istanza inviata dalle associazioni Enpa, LAC, LAV, LIPU e WWF al Presidente della Provincia di Trento Fugatti, dopo che l’orso è nuovamente evaso dal recinto del Casteller dove era detenuto da aprile scorso.
L’orso non si è mai reso responsabile di alcuna aggressione all’uomo, ha solamente cercato cibo dove questo era disponibile e non adeguatamente custodito, un comportamento del tutto normale che però è stato sufficiente per bollarlo come “orso dannoso e quindi problematico” offrendo il pretesto alla Provincia di Trento per catturarlo e rinchiuderlo in un recinto del tutto inadeguato e gravemente lesivo della sua etologia.
FAO: Presentata in una veste innovativa l’analisi delle risorse forestali più completa al mondo
27 Lug 2020 Scritto da FAO comunicato stampa
La Valutazione delle risorse forestali mondiali 2020 della FAO offre dettagliate analisi su scala regionale e mondiale in un nuovo formato digitale interattivo
La FAO ha presentato quella che è considerata la valutazione delle risorse forestali più completa al mondo, utilizzando un formato digitale innovativo e intuitivo.Liberamente accessibile al pubblico, il rapporto Valutazione delle risorse forestali mondiali (FRA 2020) e la nuovissima piattaforma di diffusione online interattiva contengono dettagliate analisi su scala regionale e mondiale relative a 236 paesi e territori.
Gli utenti hanno ora la possibilità di consultare un insieme confrontabile e coerente di oltre 60 indicatori forestali concernenti paesi e regioni nonché scaricare i dati richiesti in un formato digitale non proprietario. Potranno inoltre monitorare l'evoluzione nel tempo di parametri quali la superficie forestale, la gestione forestale, la proprietà delle foreste e il loro utilizzo.
"Il patrimonio di informazioni sulle foreste mondiali rappresenta un bene pubblico prezioso per la comunità mondiale, che contribuisce a facilitare la formulazione di politiche e decisioni nel settore forestale, anche con riferimento a investimenti solidi, sulla base di informazioni documentate," ha dichiarato il Direttore generale aggiunto della FAO, Maria Helena Semedo, in occasione della pubblicazione del rapporto. "Questi nuovi strumenti ci permetteranno di rispondere alla deforestazione e al degrado delle foreste, prevenire la perdita di biodiversità e ottimizzare la gestione forestale nel migliore dei modi."
Il governo blocchi la legge regionale che interpreta il Piano paesaggistico in Sardegna
27 Lug 2020 Scritto da WWF Comunicato stampa
Il WWF Italia in una nota inviata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini chiede al governo di intervenire per bloccare la legge regionale recentemente approvata dalla regione Sardegna (Legge regionale 13 luglio 2020 n.21). Secondo l’associazione ambientalista, infatti, la legge dal titolo Norme di interpretazione autentica del Piano paesaggistico regionale è incostituzionale perché in palese contrasto con le leggi fondamentali che regolano la tutela del paesaggio, dell’ambiente e degli ecosistemi riconosciuti tra i principi fondamentali attraverso l’art. 9 della nostra Costituzione.
Nel frattempo, purtroppo, la legge è in vigore e può già produrre effetti estremamente negativi sul prezioso territorio sardo. Con un escamotage del tutto fantasioso, nonché giuridicamente illegittimo, infatti, ossia utilizzando lo strumento dell’interpretazione autentica di una legge vigente, viene scardinato il lavoro di decenni in cui la Sardegna era stata tra le prime regioni ad attuare una buona pianificazione paesaggistica per la tutela delle aree più pregiate, ad iniziare dalle coste. In particolare la scelta dell’attuale legislatore sardo è quella di sottrarre alla pianificazione congiunta, che è invece obbligatoria, tra Regione autonoma della Sardegna e Ministero per i Beni e le attività culturali i beni collettivi più rilevanti: la fascia costiera, i beni identitari (definiti come “quelle categorie di immobili, aree e/o valori immateriali, che consentono il riconoscimento del senso di appartenenza delle comunità locali alla specificità della cultura sarda”), le zone agricole.
Scampi alla griglia in plastica, zuppa di scorfano alla plastica, acciughe e sgombri al forno con plastica: dai risultati della nostra ricerca sulla presenza di microplastiche nei pesci, questo sembra essere il menù degli italiani questa estate.
Insieme all’Università Politecnica delle Marche (UNIVPM) e l’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (IAS) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, abbiamo esaminato oltre 300 organismi rappresentativi di diverse specie di pesci e invertebrati consumati abitualmente sulle nostre tavole come cozze, scampi, scorfani, acciughe e sgombri.
I risultati di questo studio, che diffondiamo oggi, confermano la presenza di microplastiche in queste specie marine che consumiamo quotidianamente e sottolineano la rilevanza di questa contaminazione per l’ambiente e la nostra salute. La plastica non ce la mangiamo, perché si concentra nell’intestino e il pesce abitualmente lo consumiamo eviscerato, ma l’allarme rimane e non va in alcun modo sottovalutato!
10 tonnellate di tonno rosso illegale sequestrate ogni anno in Italia
24 Lug 2020 Scritto da WWF comunicato stampa
Ogni anno, oltre 10 tonnellate di tonno rosso pescato e commercializzato illegalmente vengono sequestrate in Italia, secondo un’analisi lanciata oggi dal WWF su 43 operazioni effettuate dalle forze di polizia italiane nel 2019-2020. La maggior parte dei sequestri avviene in Sicilia, ma i numeri della pesca e del commercio illegale sono sicuramente molto più elevati e coinvolgono anche Calabria, Campania, Puglia e non solo. Secondo WWF, tali livelli di pesca illegale di tonno rosso mettono a rischio la salute pubblica e confermano la non sostenibilità dello stock più pregiato del Mediterraneo. Da gennaio, WWF ha presentato obiezione formale contro la prima certificazione mondiale di sostenibilità MSC per un’industria giapponese di pesca al tonno rosso.
I dati analizzati dal WWF per un periodo che va dal primo gennaio al 17 giugno del 2019 e 2020 mostrano che oltre l’80% della pesca illegale avviene tra maggio e giugno, quando la stagione di pesca raggiunge il suo picco massimo nel nostro paese, a causa della maggiore presenza di esemplari che si aggregano in banchi per la riproduzione. 32 delle 43 operazioni di sequestro sono avvenute in Sicilia, per lo più nelle province di Palermo, Catania e Messina.
Milano-Bicocca e l’Acquario di Genova insieme per la salvaguardia delle Maldive
24 Lug 2020 Scritto da Università di Milano BicoccaDa oggi l’Acquario di Genova e l’Università di Milano-Bicocca sono partner scientifici per la salvaguardia delle scogliere coralline con particolare riferimento al reef delle isole Maldive.
Le due eccellenze italiane hanno stipulato un accordo per sviluppare iniziative congiunte di ricerca, conservazione e formazione dei reciproci staff di ricercatori e biologi per la salvaguardia delle scogliere coralline. L’accordo prevede la messa a punto di nuove tecniche di“coral restoration”, il restauro delle scogliere coralline, monitoraggi dello stato di salute dei coralli e loro riproduzione in ambiente controllato.
L’iniziativa rientra in una più ampia collaborazione tra Costa Edutainment e l’Ateneo milanese che ha già visto realizzarsi negli ultimi due anni diversi progetti di divulgazione, ricerca e formazione legati ad altre specie marine, quali le meduse. Il nuovo accordo, della durata di quattro anni, è stato firmato oggi dal Presidente e Amministratore Delegato di Costa Edutainment, Giuseppe Costa, e la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni.
Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, con gli Istituti di scienze marine (Ismar) e di fisiologia clinica (Ifc) è impegnato in un innovativo progetto di monitoraggio del litorale toscano tramite drone, con il duplice obiettivo di analizzarne lo stato di salute e di quantificare l’accumulo e la distribuzione spaziale dei rifiuti presenti, compresi guanti e mascherine. I primi risultati sono disponibili in modalità open access su Remote Sensing
Un drone sorveglia le coste della Toscana: fornirà dati utili ad analizzare i rifiuti plastici presenti sulle spiagge, nonché a comprendere la penetrazione di specie vegetali invasive, e a verificare i cambiamenti della linea di costa dovuti a fenomeni erosivi, o alla presenza di fiumi e porti.
Il progetto, condotto dal Consiglio Nazionale delle Ricerche con gli Istituti di scienze marine (Ismar) di Lerici (La Spezia) e di fisiologia clinica (Ifc) di Pisa, è unico nel suo genere: le prime ricognizioni condotte dal gruppo ReFly del Cnr-Ifc hanno riguardato il litorale di San Rossore, area naturale protetta delle province di Pisa e Lucca, permettendo di acquisire una serie di dati relativi al riconoscimento, classificazione e conteggio degli oggetti antropogenici ivi spiaggiati. I risultati, analizzati in collaborazione con l’Istituto per la bioeconomia (Ibe) del Cnr, sono pubblicati su Remote Sensing.
“La plastica e noi”: nuova esposizione al Museo di Storia Naturale
20 Lug 2020 Scritto da Università di Pisa
Lunedì 20 luglio anteprima in streaming per presentare la nuova esposizione dedicata al tema dell’inquinamento da plastica in mare
Con un evento online, il Museo di Storia Naturale presenta in anteprima al pubblico la nuova mostra temporanea “La plastica e noi”, realizzata in collaborazione con l’Istituto di Scienze Marine (ISMAR – CNR) di Lerici e con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Roma 2) sede di Portovenere.
Sarà possibile seguire l’evento in streaming sui canali facebook e Youtube del Museo e sul canale facebook dell’Ateneo il giorno lunedì 20 luglio alle 16.30 (link per la diretta Youtube: https://bit.ly/2DEYMbb).
L’inquinamento da plastica in mare è un problema globale che riguarda molti aspetti della nostra vita, dalla salvaguardia ambientale alla salute umana. Oltre a presentare i dati più rilevanti sull’inquinamento e alcuni risultati delle ultime ricerche svolte sulle nostre spiagge, la mostra invita a riflettere sul nostro rapporto con la plastica, sui danni che può causare all'ecosistema e su cosa possiamo fare per limitarli. Accompagnando i visitatori lungo l’intero percorso della Galleria dei cetacei del Museo, “La plastica e noi” vuole essere allo stesso tempo una provocazione e un’occasione per prendere coscienza del problema e limitare la quantità di plastica che noi stessi produciamo ogni giorno.
Impero Romano: temperature marine da record
17 Lug 2020 Scritto da Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Cnr-Irpi), Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar) e Università di BarcellonaUna ricerca condotta dall'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Cnr-Irpi) in collaborazione con l'Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar) e l'Università di Barcellona, ha addotto nuovi dati sulla fase di eccezionale riscaldamento della superficie del Mediterraneo durante il primo mezzo millennio dell'era cristiana. Lo studio è pubblicato su Scientific Reports del gruppo Nature
Uno studio congiunto tra Consiglio nazionale delle ricerche, condotto dall'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Cnr-Irpi) di Perugia in collaborazione con l'Istituto di scienze marine (Cnr-Ismar) di Napoli, e Università di Barcellona, basandosi sulla ricostruzione della temperatura della superficie del mare degli ultimi 5000 anni, ha permesso di quantificare l'entità del riscaldamento nella regione mediterranea durante il periodo romano (1-500 d.C.). La ricerca è stata pubblicata su Scientific Reports, del gruppo Nature.
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