È stato premiato con il singolare premio Ig Nobel lo studio che indaga il senso di sé dei gemelli monozigoti
Un team di ricercatori coordinato da Salvatore Aglioti, responsabile del Laboratorio di Neuroscienze sociali della Sapienza e della Fondazione Santa Lucia di Roma, insieme al Registro nazionale gemelli dell’Istituto superiore di sanità, ha esaminato la capacità dei gemelli monozigoti di distinguere il proprio volto da quello del gemello. Lo studio, pubblicato sulla rivista Plos One, si è aggiudicato l’Ig Nobel, il singolare riconoscimento che viene attribuito ogni anno alle ricerche più stravaganti. La cerimonia di premiazione si è svolta il 14 settembre presso la Harvard University (Cambridge, Massachusetts, USA). A ritirare il premio, in rappresentanza del gruppo di ricerca, Ilaria Bufalari e Matteo Martini. Il presupposto della ricerca è la capacità di riconoscersi allo specchio, capacità specifica dell’uomo e di poche altre specie animali, che è alla base di abilità cognitive più complesse, come l’autoconsapevolezza. I gemelli monozigoti rappresentano un’interessante eccezione in questo contesto, in quanto il loro viso è pressoché identico a quello del fratello gemello.
‘Exciting’ discovery on path to develop new type of vaccine to treat global viruses
Scientists at the University of Southampton have made a significant discovery in efforts to develop a vaccine against Zika, dengue and Hepatitis C viruses that affect millions of people around the world.
In a study published in Science Immunology, researchers have shown that natural killer cells (NK cells), which are a fundamental part of the body’s immune system, can recognise many different viruses including global pathogens such as Zika, dengue and Hepatitis C viruses, through a single receptor called KIR2DS2.
Lead researcher Salim Khakoo, Professor of Hepatology, said the findings are very exciting and could change the way viruses are targeted by vaccines but warned that the research is still at an early stage, and animal studies/clinical trials will be needed to test the findings.
Vaccines work by stimulating the immune response to the coat of proteins on the virus enabling the body to fight off the virus and recognise it in the future. However, the viruses are able to change their coat proteins, helping the virus to evade the antibodies, meaning some viruses can be very hard to vaccinate against.
DIABETE DELL'ADULTO: CONOSCERLO E AFFRONTARLO

Lo studio descrive le caratteristiche della malattia, ne indica le terapie e il rischio di complicanze
Esiste una forma di diabete autoimmune a lenta evoluzione che si manifesta dopo i 30 anni e che viene definito LADA (acronimo dall’inglese: Latent Autoimmune Diabetes in Adults). Ancora poche sono le conoscenze riguardo questa patologia, che non richiede un trattamento insulinico per almeno sei mesi dalla diagnosi e che comunemente viene diagnosticata come diabete di tipo 2. Infatti, nella fase iniziale, il diabete LADA è caratterizzato da una minore compromissione del metabolismo glucidico rispetto al diabete di tipo 1 classico, ma, come dimostrato da studi epidemiologici condotti negli ultimi dieci anni, la prevalenza di tale forma di diabete è sovrapponibile a quella del diabete tipo 1 ad insorgenza giovanile.
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