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Il Direttore Generale della FAO ricorda l’Ambasciatrice di Buona Volontà Rita Levi Montalcini
La grande scienziata e Premio Nobel è stata una “sostenitrice instancabile di un mondo libero dalla fame”
Roma, 31 dicembre 2012 - "La scomparsa della scienziata e Premio Nobel Rita levi Montalcini ci ha privato di una sostenitrice appassionata ed instancabile di un mondo libero dalla fame", ha dichiarato oggi il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva, commemorando la morte di Rita Levi Montalcini, Ambasciatrice di Buona Volontà della FAO dal 1999.
"La Professoressa Montalcini è stata riconosciuta internazionalmente come una delle menti più brillanti e feconde. Alla FAO abbiamo avuto il piacere e l'onore di conoscerla anche come un'amica saggia e generosa, impegnata in prima persona nella lotta per un mondo libero dalla fame", ha affermato Graziano da Silva.
"La FAO le sarà sempre riconoscente per aver contribuito personalmente a mantenere l'impegno di porre fine a fame, malnutrizione e povertà estrema all'ordine del giorno dell'agenda internazionale", ha poi aggiunto.
Rita Levi Montalcini, medico e neurobiologa, nel 1986 è stata insignita del Premio Nobel per la medicina e nominata senatrice a vita della Repubblica Italiana. In veste di Ambasciatrice di Buona Volontà della FAO ha scritto articoli ed editoriali sull'emergenza fame ed ha partecipato con regolarità a tutti gli eventi ad alto livello della FAO.
In uno dei suoi interventi più recenti la Montalcini si è rivolta in modo particolare ai giovani esortandoli ad impegnarsi maggiormente nell'eliminazione della fame da lei definita "una tragica realtà".
Foto: Presidenza della Repubblica
Tolleranza e poesia sotto il regno di Akbar
Mostra a Palazzo Sciarra fino al 3 Febbraio
La Fondazione Roma sta dedicando alla figura di Akbar (1542-1605), il grande imperatore indiano che regnò nella seconda metà del 500, una singolare mostra curata dal Prof Calza, fruibile fino al 3 febbraio. Grazie ad un numero di ben 130 opere, divise tra 5 sezioni – vita a corte, governo e politica – città, urbanistica, ambiente – arti e artigianato – guerra, battaglia e caccia – religione e mito - si possono ammirare acquarelli, tappeti, amuleti, elementi d’arredo, armi e gioielli dal valore inestimabile.
Akbar, “il più grande”, un titolo che il mondo mussulmano riserva essenzialmente a Dio è divenuto anche il nome di regno con cui è passato alla storia il terzo imperatore indiano della dinastia Moghul. Fondata da una stirpe di conquistatori il cui capostipite fu Babur (1483-1530), tale discendenza raggiunse il massimo splendore con il regno del principe imperiale indiano Jalaluddin Muhammad, detto Akbar.
Un destino segnato fin da piccolo, il suo: è straordinario come, da parte dell’imperatore Humayun e della madre Hamida Banu, non ci fu mai pregiudizio per quel bimbo che non amava leggere e scrivere, a causa di un disturbo dislessico. Essi trovarono la via per consentire al fanciullo di svilupparsi secondo il suo sentire, superando il suo limite, proprio evitando di demonizzarlo. Percepirono in Akbar, infatti, un sentire alto e fuori dal comune, in un epoca storica in cui non esisteva ancora il benché minimo virgulto di psicanalisi, nata, invece, quasi quattro secoli dopo.
Piovono pallottole e innocenti risate

Il viaggio onirico di Charlie a ritmo di tip tap
A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III di Roman Coppola
Festival internazionale del Film di Roma 2012
Cresciuto in un ambiente estremamente creativo, dove il cinema è il pane quotidiano, essenziale come il respiro per poter vivere, Roman Coppola ha presentato, in concorso, alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III, un progetto originale e visionario assolutamente irresistibile.
L’autore compie un viaggio registico, che conduce lo spettatore dentro e fuori la mente confusionaria e patinata - come fosse un cartellone pubblicitario - di un protagonista sperduto, carismatico e impacciato, distrutto e divertente.
Charles Swan III-Charlie Sheen ha tutto. E' un designer eccentrico e di grande successo. Fama, denaro e fascino diabolico gli hanno donato una vita apparentemente perfetta. Ma quando il suo vero amore, la bella Ivana, interrompe improvvisamente la loro relazione, Charles viene lasciato col cuore spezzato.
Il nulla, il tutto, con qualche cosa nel mezzo
Pensate: secondo un'intera famiglia di teorie fisiche, ogni volta che uno di "noi" sceglie se cuocersi un uovo in padella o succhiarlo crudo, se imboccare con l'auto una strada in salita o girare a destra, se comprarsi un paio di scarpe marroni o dei mocassini neri senza lacci, le leggi dell'universo realizzano un doppione della sua persona che spediscono all'istante in un universo parallelo a fare quello che "noi" abbiamo deciso di non fare. Un sottogruppo di quello stesso insieme di teorie fisiche, corredate di tanto di formule matematiche, si spinge perfino a sostenere che a ogni scelta compiuta, a ogni biforcazione superata, viene creato senza indugi un intero universo parallelo, per accogliere e incorporare in sé la replica perfetta non soltanto di "noi" ma anche di tutto il resto: case, città, pianeta, sistema stellare, formiche, buchi neri, iPad, copriorecchie per la neve, comete e galassie compresi. Un gigantesco spreco di infiniti, che passa da un'esistenza virtuale ad una concreta e reale solo perché "noi" seguiamo l'uzzolo di fare qualcosa e scartare qualcos'altro.
“Il bersaglio mobile” di Placido
Le gutteur-il cecchino di Michele Placido – FC al Festival del Cinema di Roma 2012
A sette anni dal fortunato Romanzo criminale, Michele Placido si cimenta con lo stesso soggetto per realizzare un polar transalpino. Fuori Concorso al Festival di Roma 2012, il regista pugliese, con Le gutteur, si conferma capace nell’uso sapiente del linguaggio del genere gangster. L’esercizio di stile dell’autore è innegabile, come la capacità di padroneggiare i codici del genere in questione.
Se Vallanzasca e Romanzo criminale erano "romanzi" molto connotati in senso melodrammatico, dal chiaro tributo stilistico pagato a Scorsese – che a sua volta si rifà ideologicamente al Nostro melodramma, come Coppola, del resto - Il cecchino sposa in tutto la tradizione francese. Mentre i due lavori precedenti risentivano di una memoria puramente italiana, che attinge all’opera lirica e alla commedia dell'arte, il film in oggetto, invece, presenta una cifra stilistica ben calata nel polar francese; si libera, dunque, di ogni componente romantica, senza concedere indulgenze neppure al privato dei personaggi.
La fratellanza per antonomasia dei fratelli Polsky
The motel life – miglior sceneggiatura e premio pubblico BNL – 7imo Festival del Cinema di Roma
Premio per la migliore sceneggiatura e premio del pubblico BNL per il miglior film ad Alan e Gabriel Polsky, che da produttori di cinema indipendente – il loro debutto fu il finanziamento de Il cattivo tenente di Herzog – hanno presentato alla settima Festa del Film di Roma il loro esordio alla regia, il quale ha portato loro fortuna. The motel life è, ovviamente, un film indipendente sia nei mezzi che nell’anima, benché non dal soggetto particolarmente originale.
Gli ingredienti della trama sono quelli tipici di un certo cinema americano. I fratelli di sangue Frank-Emile Hirsch e Jerry Lee-Stephen Dorff non hanno una vita facile. Non l'hanno mai avuta. Soli, a 14 anni, orfani, con pochi dollari in tasca e un fucile antico come unico ‘valore’ ereditato, vivono nei sobborghi di Reno, nel Nevada. Hanno imparato a cavarsela da soli, affidandosi l'uno all'altro, proteggendosi a vicenda, guardandosi le spalle, tenendo fede, ad ogni costo, ad un giuramento fatto alla mamma prima di morire. I due protagonisti ci portano per mano nel loro inferno terreno, fatto di solitudine, rimorsi e progetti futuri che appaiono irrealizzabili.
CENTENARIO (1912-2012) DELLA DIFFRAZIONE DEI RAGGI-X: IL RUOLO DI GIORDANO GIACOMELLO E DELLA SUA SCUOLA NELLA STRUTTURISTICA CHIMICA ORGANICA ITALIANA DEL NOVECENTO
Abstract
Nella ricorrenza del Centenario (1912-2012) dei primi studi sulla diffrazione dei raggi-X, viene ricordato – con una Mostra storico-scientifica-documentaria, curata dall’Autore del Cd-Rom e della nota qui presentati – il contributo fondamentale dato alla Scienza Chimica italiana del Novecento dal Prof. Giordano Giacomello (1910-1968), e dalla Sua scuola, attraverso i significativi studi e le rilevanti ricerche sperimentali effettuati sulla diffrazione dei raggi-X applicati nel campo della Strutturistica Chimica, a partire dai primi anni Trenta del Novecento.
L’iniziativa museale costituisce un doveroso omaggio alla memoria del Prof. Giacomello - eminente uomo di Scienza e di Cultura, persona dai grandi propositi, realizzatore negli anni Cinquanta e Sessanta di Istituti di ricerca universitari e di Centri di Studio del CNR , promotore di una nuova Politica della Ricerca scientifica italiana - la cui opera scientifica e la Sua scuola italiana di Strutturistica Chimica, Chimica-Farmaceutica, di Chimica Nucleare e Radiochimica, di Radiobiochimica, ha formato un consistente numero di studiosi ed eminenti ricercatori italiani noti, a livello internazionale, per le loro significative ricerche scientifiche.
Grazie ai suoi contenuti originali - costituiti da documentazione e da immagini di strumenti scientifici, già in uso nei Centri di Studio diretti dal Prof. Giacomello (oggi patrimonio museale) - il Cd-Rom presentato consente una visita virtuale di sicuro interesse storico-scientifico.
E la chiamano “bufala”
E la chiamano estate di Paolo Franchi - Festa del Film di Roma 2012
Miglior regia per Paolo Franchi - miglior interpretazione femminile per Isabella Ferrari
E la chiamano estate, ultima fatica del regista Paolo Franchi, in concorso alla settima Festa del Cinema di Roma, porta a casa, tra critiche e polemiche, ben due premi: “miglior regia” e “miglior interpretazione femminile”.
Non c’era davvero bisogno di scomodare il maestro Bruno Martino per costruire un pensiero, dietro una serie di inquadrature all’insegna della vacuità. La vedova del musicista, infatti, ha presentato un ricorso cautelare d’urgenza per bloccare la proiezione e la distribuzione del film, perché “lesivo del patrimonio culturale ed artistico del musicista”. Si è gridato contro una critica mai così unanime nella bocciatura di un film, apostrofando gli esperti come bigotti, per non aver capito un film d’autore e perché colpevoli di non dare supporto al cinema italiano. Si sono anche azzardate presuntuose similitudini con lo splendido lavoro di McQueen, Shame, presentato a Venezia, l’anno scorso.
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