Come spiegato da Luciano De Sio della Sapienza, coordinatore della ricerca, questo innovativo dispositivo fotovoltaico sfrutta eterostrutture ibride che utilizzano nanoparticelle d'oro e d'argento come agenti fotosensibilizzanti. La loro specifica configurazione geometrica e la combinazione metallica ottimizzano notevolmente l'assorbimento della luce solare nelle bande del visibile e del vicino infrarosso.
Questi nuovi componenti dimostrano una stabilità fotoelettrica eccellente, mantenuta grazie a un aumento trascurabile della temperatura operativa, che non compromette l'efficienza complessiva del sistema.
Inoltre, collegando diverse celle in serie, è possibile incrementare la potenza erogata al punto da poter sostituire una comune batteria e fornire energia a piccoli dispositivi elettronici, come ad esempio un cronometro da laboratorio, garantendone il corretto funzionamento.
I risultati evidenziano una tecnologia interamente basata sulle proprietà chimico-fisiche di nanomateriali avanzati. Questo filone di ricerca rappresenta una promettente alternativa che può condurre allo sviluppo di una nuova generazione di dispositivi fotovoltaici più efficienti, sostenibili e facilmente integrabili in svariati contesti, dal supporto energetico per ospedali da campo e laboratori mobili al soddisfacimento del fabbisogno energetico collettivo.
La ricerca è stata sostenuta da finanziamenti provenienti dai progetti “Next-Generation Liquid Crystal Devices with Integrated Advanced Plasmonic Solar Cells” dell’Air Force Office of Scientific Research e dai programmi NATO - Science for Peace and Security, “SPS-G5759, NANO-LC; SPS-G7425, CLC-BIODETECT”.



