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Una ricerca condotta dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr e dall’Università di Pisa ha rivelato che i residui della trasformazione dei frutti di melograno offrono un’importante protezione cardiovascolare dall’ipertensione. Lo studio, pubblicato su Nutrients, apre a potenziali applicazioni mediche favorendo anche un minor impatto degli scarti di melagrana sull’ambiente.

Un estratto di bucce e semi di melagrana completamente solubile in acqua, ottenuto mediante una tecnica innovativa, verde, efficiente e scalabile fino a capacità produttive industriali, si rivela efficace nel trattamento dell’ipertensione, sia acuta che cronica. Lo dimostra una ricerca in vivo condotta su un modello murino, pubblicata sulla rivista Nutrients e realizzata da un gruppo di ricerca dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e dell’Università di Pisa.

Pubblicato in Medicina
Giovedì, 22 Febbraio 2024 08:16

Fumo, danni cumulativi per chi ha il diabete




Se fumare non fa bene a chi è ‘sano’, fa ancora peggio a chi ha una patologia cronica come il diabete. Recenti studi hanno quantificato in un + 37 -44% il rischio per un fumatore di sviluppare il diabete di tipo2. Fumatori che, proprio a causa della loro dipendenza, sono a maggior rischio di complicazioni, oltre ad avere di fronte una aspettativa di vita più breve, calcolata tra 8 e dieci anni in meno.
“E’ assolutamente prioritario intercettare i fumatori e aiutarli a smettere per limitare il rischio che sviluppino una sindrome metabolica, resistenza all’insulina e diabete conclamato” sostiene il Professor Angelo Avogaro, Presidente SID “Sforzo ancora più impellente per le persone con diabete che continuano a fumare e che, a causa della dipendenza da sigarette, rischiano di veder peggiorare la propria condizione con un aumento delle complicanze. Il fumo aumenta del 58% la mortalità evitabile per tutte le cause nelle persone con diabete di tipo 1 (64%) e tipo 2 (39%).

Pubblicato in Medicina

Una guida che indica gli esami a cui sottoporsi, in base alle 11 modalità di presentazione dei sintomi, per riconoscere l’Alzheimer e le altre forme di demenza. Sono queste le prime raccomandazioni approvate e condivise dagli esperti delle maggiori Società Scientifiche europee per individuare un percorso diagnostico preciso in quattro step successivi e districarsi tra le tante cause di demenza. Quando oltre all’esame del fluido cerebrospinale, PET, SPECT e scintigrafie sarà possibile utilizzare l’analisi di biomarcatori specifici nel sangue, questo approccio aiuterà a evitare fino al 70% dei test strumentali inutili, consentendo di avere diagnosi più corrette e risparmiare risorse economiche.

Pubblicato in Medicina


I ricercatori di Genomics England, dell'Università di Trieste e del Great Ormond Street Hospital for Children dell’NHS Foundation Trust hanno sviluppato un nuovo algoritmo per rendere più accurata l'analisi del sequenziamento completo del genoma, effettuato con tecniche di Whole Genome Sequencing (WGS) in pazienti con tumori del sangue.

L’algoritmo sviluppato ha l’obiettivo di interpretare più precisamente i dati del sequenziamento nei casi in cui i campioni di cellule idealmente sane, prelevati dai pazienti, risultino invece contaminati da cellule malate.

Pubblicato in Medicina

Photograph by Matteo Riccardo Di Nicola

 


Una ricerca dell’Università Statale di Milano in collaborazione con la Società Adriatica di Speleologia e lo Spleovivarium di Trieste ha scoperto che il proteo può anche raggiungere la superficie. Durante questo studio è stata anche avvistata per la prima volta al mondo una larva di tre mesi. La ricerca è pubblicata su Ecology.


È uno degli animali più curiosi del pianeta. La sua pelle è priva di pigmentazione, gli occhi sono quasi assenti, ha un corpo anguilliforme, può vivere fino a 100 anni e digiunare per otto. Ma il suo habitat non è unicamente sotto terra. Diffuso nelle grotte della Slovenia (comprese quelle famosissime di Postumia), ma anche nelle acque sotterranee italiane, in particolare nelle province di Trieste e Gorizia sino al fiume Isonzo, il proteo (Proteus anguinus) è da sempre considerato un anfibio esclusivamente sotterraneo. Ora però, una ricerca, iniziata a giugno 2020, coordinata dal Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università Statale di Milano, in collaborazione con la Società Adriatica di Speleologia e lo Spleovivarium di Trieste e pubblicata sulla rivista Ecology, ha scoperto che l’anfibio può raggiungere la superficie, anche durante il giorno.

Pubblicato in Paleontologia



Melatonin treatment does not affect the insulin resistance or the glucose tolerance of night shift workers, according to a new study from the University of Surrey and the University Medical Centre Hamburg. Melatonin treatment does, however, significantly improve the sleep quality of those working shifts.

In this study, scientists explored how oral melatonin affects insulin resistance and blood pressure in night shift workers, who face a higher risk of Type 2 diabetes. Insulin resistance is when cells struggle to absorb glucose from the blood. Previous research suggests melatonin could help these workers' glucose tolerance and heart health. This led scientists to investigate melatonin's broader effects on the body.

Professor Debra Skene, Professor of Neuroendocrinology at the University of Surrey, said:

"Night shift work is necessary for our emergency and health services and to keep our economy moving. However, working night shifts disrupt our circadian rhythms, which are driven by light/dark cycles and are associated with sleep disturbances, cardiometabolic diseases and increased risk of diabetes.

Pubblicato in Scienceonline



Livio Favaro, Francesca Terranova e Anna Zanoli fanno parte del team di biologi marini dell’Università di Torino che da anni si sta dedicando allo studio del pinguino africano, una specie che abita le coste del Sudafrica e della Namibia. “Il pinguino africano è noto anche come pinguino asino per il suo vocalizzo molto particolare, che ricorda un raglio. Ma al di là dell’elemento di curiosità, proprio sullo studio e il monitoraggio del canto di questi animali si fonda il progetto di ricerca e tutela che da anni portiamo avanti in collaborazione con le autorità del Sudafrica” ha dichiarato Livio Favaro.

Pubblicato in Ambiente

Courtesy Anna Regoutz (UCL, London)

 

Un team di ricerca internazionale composto, per l’Italia, da ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Università Roma Tre, ha identificato attraverso un approccio innovativo il collegamento tra struttura elettronica e proprietà termodinamiche di alcuni materiali. La scoperta, pubblicata su PRX Energy, permette di affrontare in modo tecnologicamente più efficiente il problema dello stoccaggio dell’idrogeno.

 Un gruppo di ricerca internazionale composto, per l’Italia, da ricercatori dell'Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche di Trieste (Cnr-Iom) e dell’Università Roma Tre, in collaborazione con colleghi dell’University College di Londra, dell’Università di Bristol (Regno Unito), dell’University of Technology di Delft (Olanda) e dell’Università di Zurigo (Svizzera) ha raggiunto importanti risultati per affrontare in modo tecnologicamente più efficiente il problema dello stoccaggio dell’idrogeno.

Pubblicato in Tecnologia

 

Un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’Università di Stanford insieme alla Sapienza e all’Università di Vienna ha analizzato migliaia di genomi antichi, di cui 204 inediti, da resti scheletrici rinvenuti in Europa, Asia e Africa, confermando la diversità genetica delle popolazioni che abitavano queste aree
Un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall’Università di Stanford insieme alla Sapienza e all’Università di Vienna, ha utilizzato materiale genetico estratto da scheletri antichi per ricostruire un quadro dettagliato delle migrazioni e degli spostamenti a lungo raggio durante il periodo di massimo splendore dell'Impero.

Pubblicato in Paleontologia



Come l’abilità nel “cogliere l’attimo” conta nella fotografia d’autore, così fino ad oggi è stata l’esperienza dell’operatore di radiologia a fare la differenza nella visualizzazione di aree cicatriziali nel cuore durante l’esecuzione di esami di risonanza magnetica cardiaca. Un’invenzione di scienziate e scienziati italiani promette di innovare questa fondamentale pratica diagnostica, rendendola accurata al primo “scatto” grazie all’intelligenza artificiale. Si chiama “THAITI” ed è un software messo a punto e brevettato da un team interdisciplinare composto da Daniela Besozzi e Daniele M. Papetti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, Marco S. Nobile dell’Università Ca’ Foscari Venezia, e Camilla Torlasco dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano di Milano.

Pubblicato in Tecnologia

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