Nanoparticelle di maggiore qualità verso più efficaci diagnosi e trattamenti dei tumori

Nanoparticelle di ossido di ferro
Un recente studio condotto nell'ambito del progetto Nano-analytics for Pharmaceutics guidato da Aden Hodzic (CERIC-ERIC), in una collaborazione con i ricercatori dell'UCL – University College London, Maximilian Besenhard, Kim Than, e Asterios Gavriilidis, ha fatto luce su nuovi metodi per la sintesi di nanoparticelle di ossido di ferro. I risultati aiuteranno a migliorare la futura formulazione e somministrazione di farmaci per più efficaci diagnosi e trattamenti dei tumori.
Grazie alla loro biodegradabilità e bassa tossicità, le nano-particelle di ossido di ferro (IONP) sono considerate uno dei nanomateriali principali in campo biomedico. Le loro caratteristiche morfologiche ne consentono l'uso in sistemi di somministrazione di farmaci, come anche in tecnologie per la diagnosi e il trattamento di tumori. Ad esempio, possono essere utilizzate come agente di contrasto per la risonanza magnetica (MRI), strumento diagnostico ampiamente diffuso in oncologia clinica.
Per l'orso del monte Peller diffida del WWF alla Provincia di Trento

Oggi il WWF Italia ha inviato una diffida formale al Presidente della Provincia Autonoma di Trento (PAT), Maurizio Fugatti, chiedendo la revoca dell’ordinanza “intervento di monitoraggio, identificazione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica” del 24/06/2020, emessa in seguito al noto episodio dell’incidente avvenuto tra due uomini e un orso sul Monte Peller (TN).
L’Associazione sottolinea come le cause dell’accaduto non siano ancora del tutto chiare, e le informazioni attualmente in possesso delle Autorità non possano ritenersi sufficienti a motivare (dopo il suo riconoscimento e identificazione) l’abbattimento dell’orso, la misura di gestione più estrema prevista dal PACOBACE (Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali).
Uno studio svela le basi neurali del senso di responsabilità

Quali sono i meccanismi neurali che consentono di sentirci responsabili delle nostre azioni? Li rivela lo studio dal titolo “How the effects of actions become our own” realizzato da un gruppo di ricercatori coordinato da Eraldo Paulesu e condotto da Laura Zapparoli e Silvia Seghezzi (rispettivamente assegnista e dottoranda di ricerca del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca) in collaborazione con l’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi (Gruppo San Donato), presso il quale i ricercatori studiano la fisiologia e i disturbi del movimento.
La ricerca è appena stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Science Advances.
Sebbene gran parte del funzionamento del nostro sistema motorio avvenga automaticamente, noi "sappiamo" di essere attori del nostro comportamento. Inoltre, prevediamo e siamo consapevoli delle conseguenze delle azioni che pianifichiamo, con riferimento ai nostri obiettivi. La sensazione di controllare volontariamente le nostre azioni e, attraverso esse, gli eventi nel mondo esterno è il cosiddetto "senso di agentività”, una componente cruciale del monitoraggio dell'azione e della consapevolezza di sé.
Conseguenze di genere ai tempi del Covid: al via una campagna di sensibilizzazione in tutta Europa

L’iniziativa “Women’s Europe. Voices in Times of Covid” è sostenuta dal progetto ELaN coordinato dall’Università di Pisa
È partita in tutta Europa la campagna “Women’s Europe. Voices in Times of Covid”, un’iniziativa di sensibilizzazione sulle conseguenze di genere della crisi generata dall’emergenza Coronavirus. La campagna è sostenuta dal progetto “European Law and Gender” coordinato da Elettra Stradella, docente di diritto pubblico comparato del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. Si tratta quattro brevi video disponibili sul sito del progetto ELaN in cui si compie una analisi di genere della crisi, denunciando il rischio di escludere la parità di genere dalle politiche di interventi in epoca post-Covid e, più in generale, portando all’attenzione l’importanza di sviluppare un programma di ripresa in grado di cambiare lo stato delle cose, anche attraverso un nuovo contratto sociale.
L’evoluzione del mito di Barbablù tra arte e letteratura dal Sette al Novecento

Il tema analizzato nella Galleria dell’ultimo numero della rivista Arabeschi curato da Alessandro Cecchi e Serena Grazzini, docenti dell’Università di Pisa: la riscrittura del mito tra romanzi e racconti, arte iconografica, teatro, cinema sino alla tv
Il mito di Barbablù nella cultura europea e le sue molteplici riscritture letterarie e artistiche tra Sette e Novecento sono il tema della Galleria dell’ultimo numero della rivista “Arabeschi” intitolata Barbablù. Il mito al crocevia delle arti e delle letterature. La pubblicazione, curata da Alessandro Cecchi e Serena Grazzini, docenti dell’Università di Pisa, presenta i primi risultati di una ricerca sviluppata in seno al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Ateneo pisano in collaborazione con studiose e studiosi di università nazionali e internazionali che nell’ottobre del 2019 si sono riuniti a Pisa per un convegno sul tema.
A partire dal racconto La Barbe bleue di Charles Perrault, del 1697, l’elaborazione del mito è ricostruita in 20 brevi contributi corredati da immagini capaci di restituirne visivamente la fortuna europea. La galleria spazia a livello geografico, dal Portogallo alla Russia con uno sguardo anche all’America non solo anglofona, e tra i generi, tra cui romanzi, racconti, poesia, trasposizioni artistiche, sceniche, musicali e cinematografiche sino alla televisione.
A revolutionary new treatment alternative to corneal transplantation

The team was co-led by May Griffith, a researcher at Maisonneuve-Rosemont Hospital Research Centre, which is affiliated with Université de Montréal and is part of the CIUSSS de l'Est-de-l'Île-de-Montréal. The results of this multinational project have just been published in the journal Science Advances.
"Our work has led to an effective and accessible solution called LiQD Cornea to treat corneal perforations without the need for transplantation," said Griffith. She is also a full professor in the Department of Ophthalmology at Université de Montréal. "This is good news for the many patients who are unable to undergo this operation due to a severe worldwide shortage of donor corneas," she said.
"Until now, patients on the waiting list have had their perforated corneas sealed with a medical-grade super glue, but this is only a short-term solution because it is often poorly tolerated in the eye, making transplantation necessary."
Tonnellate di plastica abbandonate nel Mar Tirreno, Greenpeace Italia presenta esposto alla Corte dei Conti contro la Regione Toscana

Greenpeace Italia pubblica oggi una nuova inchiesta, “Un santuario di balle”, per fare luce sulle responsabilità del rilascio in mare di alcune decine di tonnellate di rifiuti in plastica diretti in Bulgaria. Una vicenda accaduta cinque anni fa nel Golfo di Follonica e ancora irrisolta.
Il 23 luglio 2015 una nave cargo salpa da Piombino diretta a Varna, in Bulgaria, con un carico di 1.888 balle di rifiuti di plastica da incenerire. A causa di un’avaria, un’ora dopo la partenza il Comandante dà ordine di sversare in mare parte del carico pari a 56 balle. È così che 65 tonnellate di plastica finiscono nelle acque protette del Santuario dei Cetacei. Nessuna autorità marittima è a conoscenza dell’incidente fino al 31 luglio, quando una balla finisce accidentalmente nelle reti di un peschereccio nel Golfo di Follonica. Da qui parte l’inammissibile catena di omissioni, mancanze e negligenze delle istituzioni preposte che, invece di intervenire, si rimpallano ruoli, obblighi e inefficienze.
Zika virus ‘harms baby brain collagen development’

Zika virus can hamper vital collagen development in the brains of babies whose mothers were infected with the disease while pregnant, new research reveals, as the search for a vaccine continues. Collagen is crucial to the circulatory system, as it regulates the compression of blood vessels. A large amount of the collagen found in the human brain is located inside vein tissue.
The research findings could explain the deaths of babies with microcephaly, a birth defect that causes a baby to be born with a smaller head and often smaller brains that may not have developed properly.
“In a previous study we saw that mothers with a rare mutation in their collagen genes had more chances of having babies with microcephaly if they got infected with Zika virus. In this study we found out the virus affects collagen-forming genes in foetuses,” says Renato Aguiar, a researcher at the Federal University of Minas Gerais and lead author of the study, published in Science Signaling [9 June].
“These two factors combined lead to very severe cases of congenital Zika syndrome and infant death.”
Ricerca sul sistema nervoso periferico: Guido Cavaletti è il primo italiano a vincere il premio Alan J. Gebhart

È andato a Guido Cavaletti, prorettore alla Ricerca e docente di Anatomia umana dell’Università di Milano-Bicocca, il premio Alan J. Gebhart per l’eccellenza nella ricerca sul sistema nervoso periferico, conferito dalla Peripheral Nerve Society (PNS) nell’ambito del meeting annuale, che per questa edizione, nel rispetto delle regole anti-Covid, si svolge in videoconferenza dal 27 al 30 giugno.
Istituito nel 2016, il prestigioso riconoscimento è stato assegnato per la prima volta a uno scienziato italiano da parte della PNS, l’organizzazione internazionale no-profit che raggruppa scienziati, medici e altri operatori sanitari impegnati nello studio e nella cura delle malattie del sistema nervoso periferico.
Il premio, la cui parte economica verrà interamente devoluta alla ricerca, è stato attribuito per il contributo fornito allo studio delle neuropatie da agenti tossici, con particolare riferimento agli effetti collaterali della chemioterapia antineoplastica, che rappresenta uno dei fattori limitanti più gravi per molti tipi di trattamento.
X-rays size up protein structure at the 'heart' of COVID-19 virus

A team of researchers at the Department of Energy's Oak Ridge and Argonne national laboratories has performed the first room-temperature X-ray measurements on the SARS-CoV-2 main protease -- the enzyme that enables the virus to reproduce.
The X-ray measurements mark an important first step in the researchers' ultimate goal of building a comprehensive 3D model of the enzymatic protein. The model will be used to advance supercomputing simulations aimed at finding drug inhibitors to block the virus's replication mechanism and help end the COVID-19 pandemic. Their research results are publicly available and have been published in the journal Nature Communications.
SARS-CoV-2 is the virus that causes the disease COVID-19. The virus reproduces by expressing long chains of proteins that must be cut into smaller lengths by the protease enzyme.
Medicina
Sintesi proteica: rallentare il ritmo per evitare il caos cellulare
Un nuovo studio pubblicato su Nature rivela come il complesso...
Tumore del colon-retto: scoperto...
Uno studio dell'Università di Padova identifica nel recettore...
Paleontologia
Il Volto Fossile di un Homo erectus Etiopico Ridefinisce le Prime Migrazioni Fuori dall'Africa
L'archeologo Sileshi Semaw, ricercatore presso il Centro Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana...
Un archivio sotterraneo rivela...
Uno studio internazionale di grande impatto, guidato dall’Istituto...
Geografia e Storia
Dagli Ipogei del Tepui venezuelano ai terreni marziani: un protocollo innovativo per l'indagine di siti estremi
Un team internazionale ha applicato metodologie analitiche portatili avanzate per esaminare in situ le...
Astronomia e Spazio
Destinazione Giove: a Roma nasce lo SWIM Lab per scovare oceani extraterrestri
Inaugurato presso l'Università Roma Tre un centro di eccellenza mondiale: studierà...
Scienze Naturali e Ambiente
"I Soliti" a Roma: OIPA e CRI uniti per i senzatetto e i loro amici a quattro zampe
L'Organizzazione Internazionale Protezione Animali (OIPA) ha lanciato a Roma il progetto...







