Researchers develop a "quick and easy" Covid-19 test for population screening with simple means

Global endeavours to fight the Covid-19 pandemic heavily rely on accurate, fast and frequent tests for the coronavirus SARS-CoV-2 – “test, test, test”, as the World Health Organization (WHO) has bluntly put it. Around the globe, the prevailing approach to diagnose acute infections is based on real-time qPCR, a method that amplifies and detects viral nucleic acid molecules in samples obtained from nose and throat swabs. However, qPCR requires sophisticated and expensive equipment and specialist staff to operate it – crucial drawbacks for example in remote or low-resource settings.
Scientists from the Vienna BioCenter and collaborators have now pushed an established nucleic acid detection assay to a new level. The so-called “Loop-mediated isothermal amplification (RT-LAMP)”, first developed twenty years ago, is cheap, simple and quick – features that make it in principle an ideal alternative for routine SARS-CoV-2 detection. However, limited sensitivity and robustness have so far held back RT-LAMP-based assays from entering the center stage for SARS-CoV-2 diagnostics. The improvements introduced by the Viennese team overcome these challenges and make RT-LAMP a potential game-changer for population-scale screening approaches, especially in economically disadvantaged countries.
Ecosistemi a rischio in Antartide a causa delle microplastiche

Le prove in un recente studio su piccoli invertebrati del polo sud.
"Vi sono prove che le microplastiche abbiano raggiunto le regioni più remote del pianeta". Così si apre l'articolo pubblicato sulla rivista scientifica Royal Society Biology Letters del team di ricerca coordinato da Elisa Bergami e Ilaria Corsi dell'Università di Siena, che ha dato la prima evidenza di contaminazione da microplastiche in animali terrestri antartici.
Prima di questa osservazione "vi erano ancora dubbi sulla presenza della plastica nelle reti alimentari terrestri antartiche" – continuano gli autori dello studio. Per trovare una risposta, i ricercatori hanno mosso i primi passi da un pezzo di polistirolo ritrovato nel 2016 sulle coste dell'isola antartica di re Giorgio (Shetland del Sud), ricoperto di alghe, muschi e licheni. A nutrirsi di questa microflora è un piccolo invertebrato lungo un paio di millimetri, il Cryptopygus antarcticus (del gruppo dei Collemboli, componente centrale della catena alimentare del suolo in tutte le aree del pianeta). Le analisi sugli esemplari di Collemboli rinvenuti sul materiale plastico – effettuate con la tecnologia di imaging con spettroscopia infrarossa presso Elettra Sincrotrone Trieste, struttura partner di CERIC-ERIC – hanno permesso di identificare la presenza di tracce di polistirolo nell'intestino di questi organismi superando le limitazioni attuali per l'analisi di microinvertebrati del suolo.
New vision for the blind

Körber European Science Prize 2020 goes to Botond Roska
Hamburg, 23 June 2020: The Körber Prize for European Science 2020, which is endowed with one million euros, is being awarded to the Hungarian physician Botond Roska. Roska has revolutionised ophthalmology with his work and is one of the world's leading experts in the study of vision and the retina. He has set himself the goal of restoring sight to the blind.
Most eye diseases are caused by hereditary or age-related defects in the retina. Roska and his colleagues have carried out pioneering work to identify the approximately one hundred different cell types in the retina and their complex interplay in signal processing. They have been able to attribute numerous retinal diseases to genetic defects in individual cells. The scientist is now working on making these fundamental insights beneficial for patients and using gene therapies to alleviate or cure their diseases. Roska achieved a genuine breakthrough when he reprogrammed a cell type in the eye, enabling it to take over the function of defective light receptor cells. He was thus able to make blind retinas light-sensitive again – and clinical trials with blind people have already begun.
‘Alarming’ use of critical human antibiotics on crops

Farmers in parts of Asia are spraying antibiotics deemed “critical” for humanmedicineon rice crops, raising fears they may be fuelling antibiotic resistance, say researchers.
A 32-country survey of agricultural advisers found that many are prescribing the common human antibiotics streptomycin and tetracycline for insect infestations, fungal diseases and as general protection, as well as for bacterial infections. In some years, nearly ten per cent of the management recommendations for rice in one region contained an antibiotic, found the study, published today in the newly-launched journal CABI Agriculture and Bioscience.
The usage is “alarmingly high” according to Phil Taylor, co-author of the research and training manager for the global plant clinic network,Plantwise. “They use it like a general tonic almost,” he says. “These data appear to indicate that the use of antibiotics in crop production is more extensive than most of the literature would suggest,” Taylor and co-author, Rob Reeder, write.
Streptomycin is deemed “critically important” for human medicine by the World Health Organization (WHO); while tetracyclines are “highly important”.
Il gioco d’azzardo al tempo del COVID-19

Lo studio GAPS#iorestoacasa condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa rileva il cambiamento dei comportamenti di gioco nel periodo di lockdown. È stata registrata una generale diminuzione del gioco fisico, con più del 35% dei giocatori che ha ridotto le puntate e quasi il 23% che ha smesso, mentre un intervistato su tre dichiara di aver aumentato le giocate online. Tra gli habitué del gioco fisico il 12% ha continuato anche durante l’isolamento e circa il 10% ha puntato sul web
Le stime epidemiologiche sul gioco d’azzardo in Italia indicano che gioca per soldi metà della popolazione adulta, mentre le quote di gioco problematico hanno visto un aumento negli ultimi anni nella popolazione 15-74 anni e in particolare tra i giovani adulti. Ma cosa è cambiato durante il lockdown, con la chiusura dei luoghi fisici di gioco e la sospensione di estrazioni e scommesse? L’Agenzia dei Monopoli evidenzia una forte contrazione della raccolta derivante dal comparto, come in tutti i periodi di crisi economica quali il 2008, d’altronde è lecito ipotizzare che la perdita di lavoro e di riferimenti spinga parte della cittadinanza a cercare fortuna proprio nell'azzardo.
Le tecnologie antighiaccio, gli algoritmi del Coronavirus e l'acqua nel profondo della Terra: un milione di euro dalla Commissione europea per la ricerca dell'Università Milano-Bicocca

Tecnologie antighiaccio efficaci e sostenibili da applicarsi nei settori dell'aeronautica e dell'automobilistica. Algoritmi in grado di combinare dati genomici su larga scala per ricostruire le mutazioni del Coronavirus nel corso della sua diffusione pandemica. Modelli per definire le caratteristiche e le modalità di circolazione dell'acqua a 15-20 chilometri nella crosta terrestre.
Sono gli obiettivi di “Surfice”, “Alpaca” e “Fluidnet”, i tre progetti di ricerca dell'Università di Milano-Bicocca – in partnership con altri atenei, imprese ed enti europei – che hanno ottenuto finanziamenti per oltre 1 milione di euro vincendo il bando MSCA - Innovative training networks del Programma quadro europeo per la ricerca e l'innovazione Horizon 2020. Il bando si era chiuso lo scorso 14 gennaio. A fine maggio i risultati sono stati trasmessi ai candidati. In un caso (“Surfice”) Milano-Bicocca è l'ente coordinatore del progetto, negli altri due figura come partner. Con 23 proposte presentate e 3 progetti selezionati, l'Ateneo milanese ha riscontrato un tasso di successo del 13 per cento, superiore alla media europea (10 per cento, pari a 147 ricerche finanziate su 1.503 presentate e valutate).
#Covid19: cosa rivelano Tac e radiografia sull’infezione

L’infezione da Coronavirus colpisce le vie respiratorie e la polmonite è una delle sue complicazioni principali. Una Tac o una radiografia possono dare informazioni utili per la diagnosi di Covid-19?
L’abbiamo chiesto a Valentina Vespro, medico radiologo del Policlinico di Milano esperto in radiologia toracica.
- È possibile individuare il virus tramite radiografia o Tac del torace?
L’imaging radiologico non rappresenta un criterio diagnostico per l’infezione da Coronavirus (Sars-Cov2), ma è in grado di evidenziare l’eventuale polmonite che ad essa si può associare, in tal caso infatti è possibile vedere alla radiografia o alla TC una opacità, definita addensamento. Questo è un segno di possibile polmonite Covid-19 dovuta all’infezione in corso che dovrà essere confermata con il tampone. Per questo motivo una RX o una TC del torace negativi, cioè senza un addensamento a livello polmonare, non possono escludere a priori l’infezione da Sars-Cov2.
Dalla nostra esperienza e dai dati pubblicati fino ad ora dalla letteratura mondiale, si può dire che le alterazioni evidenziate dalla TC per le loro peculiarità (pattern radiologico) e per la loro distribuzione all’interno dei polmoni sono abbastanza caratteristiche di questo tipo di infezione.
- Cosa avviene a livello dei polmoni dei pazienti Covid-19?
Nel caso in cui l’infezione da Coronavirus colpisca i polmoni, si è notata una correlazione diretta tra evoluzione del quadro radiologico e lo stato di salute del paziente (situazione clinica).
Nei primi 4 giorni (fase iniziale) la radiografia è caratterizzata da addensamenti sfumati, nella parte inferiore dei polmoni. Dal 5° all’8° giorno, si può assistere ad un peggioramento clinico del paziente che presenterà tosse e difficoltà respiratoria (dispnea ingravescente). L’RX mostrerà una maggiore estensione degli addensamenti a livello polmonare: nella radiografia i polmoni appariranno, per così dire, sempre più ‘bianchi’.
Lo studio di queste alterazioni polmonari con TC ad alta risoluzione ha mostrato che inizialmente viene coinvolto l’interstizio intralobulare (cioè il tessuto che riveste gli alveoli) e con il progredire della malattia si diffondono nello spazio ‘cavo’ dell’alveolo*, determinano un danno alveolare diffuso.
Nelle radici delle leguminose un aiuto all'agricoltura sostenibile

Uno studio dell’Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr di Napoli, pubblicato su New Phytologist, propone un nuovo modello per il funzionamento del nodulo azoto-fissatore, l’organo radicale che nelle colture leguminose permette la conversione dell’azoto atmosferico in nutrienti utilizzabili dalle piante, rendendo i terreni agricoli più fertili
Pubblicato dalla rivista New Phytologist, uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto di bioscienze e biorisorse del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Ibbr) coordinato da Maurizio Chiurazzi ha consentito di identificare un nuovo meccanismo di controllo per il corretto funzionamento del nodulo azoto-fissatore nelle piante leguminose. Il nodulo azoto-fissatore si forma grazie all’interazione tra le colture leguminose e il rizobio, un batterio che vive nei terreni e che può stabilire una simbiosi con le leguminose. Insediandosi nei noduli radicali della pianta, il rizobio permette la formazione di questo nuovo organo in grado di ridurre l’azoto atmosferico in nutrienti per la pianta.
World's most complete health analysis of nesting sea turtles conducted in Florida

Study provides critical data for sea turtle conservation and population recovery
While it's only about a 10-kilometer stretch, Juno Beach is home to one of the largest aggregations of nesting green sea turtles (Chelonia mydas) in Florida and is one of the highest-density nesting beaches in the state. Although this high-profile turtle population has routinely been monitored for nest counts since 1989, an in-depth health assessment of these turtles has never been conducted.
Researchers from Florida Atlantic University's Harbor Branch Oceanographic Institute and Loggerhead Marinelife Center have conducted the most comprehensive health assessment for a green turtle rookery in the world to date. Findings from the study provide critical insights into various aspects of physiology, biology, and herpesvirus epidemiology of this nesting population and are especially timely as the world observes "Sea Turtle Day."
Covid-19, il gruppo sanguigno A aumenta la probabilità di avere sintomi più gravi

La conferma in uno studio internazionale guidato in Italia dal Policlinico di Milano pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine. I pazienti con gruppo 0, invece, sembrano più protetti dagli effetti del coronavirus. La ricerca, effettuata su pazienti italiani e spagnoli, permetterà di prevedere su quali persone sono più probabili eventuali complicazioni e migliorerà le strategie per la prevenzione, per trattamenti mirati e per vaccini più efficaci.
Le persone con il gruppo sanguigno A hanno maggiori probabilità di sviluppare sintomi più gravi di Covid-19. A confermarlo è una ricerca scientifica internazionale pubblicata sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine che ha coinvolto centri di ricerca italiani, norvegesi, tedeschi e spagnoli. In Italia lo studio è stato coordinato dal Policlinico di Milano e ha coinvolto anche l'Istituto Clinico Humanitas e l'Ospedale San Gerardo di Monza. Gli scienziati hanno preso in esame 1.600 pazienti di Italia e Spagna, i due Paesi più colpiti dall'emergenza coronavirus, scoprendo tra le altre cose che il gruppo sanguigno 0 sarebbe associato a sintomi più lievi: informazioni preziose, che consentiranno ai medici di prevedere per tempo eventuali complicazioni e che potranno migliorare le possibilità di cura sui pazienti positivi al virus Sars-CoV-2.
Medicina
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