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Sviluppate in laboratorio nanoparticelle d’oro in grado di contrastare la morte cellulare dei neuroni esposti a sovraeccitamento.


Lo studio, pubblicato sulla rivista ACS Nano della American Chemical Society, è il risultato di una collaborazione internazionale coordinata da Roberto Fiammengo, ricercatore del Centro di Nanotecnologie Biomolecolari dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Lecce. Il team internazionale vede coinvolti anche ricercatori dell’Università di Genova, Imperial College, King's College di Londra, del Center for Synaptic Neuroscience and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e del Max Planck Institute for Medical Research di Heidelberg.
L'eccessiva stimolazione dei neuroni da parte del neurotrasmettitore glutammato, normalmente coinvolto nella comunicazione eccitatoria tra neuroni, può danneggiare le cellule nervose e causarne la degenerazione. Questo fenomeno, conosciuto con il termine di eccitotossicità, è frequente in svariate patologie neuroinfiammatorie e neurodegenerative, quali la malattia di Alzheimer e la corea di Huntington, ma anche in caso di epilessia, trauma cerebrale e ictus.

Pubblicato in Tecnologia


Nello studio dell’Università di Pisa sulla rivista Mediterranean Marine Science la valutazione dei possibili rischi ambientali; l’ipotesi è che il pesce sia arrivato da laghetto di pesca sportiva per le piene dell’Arno nell’autunno 2019


E’ un grosso esemplare di persico spigola ibrido il pesce alieno individuato per la prima volte fra la foce dell’Arno e la costa di Marina Pisa da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa. L’episodio, accaduto lo scorso dicembre, è stato oggetto di uno studio pubblicato su “Mediterranean Marine Science”, una rivista che a cadenza regolare segnala i nuovi avvistamenti di specie aliene e non indigene nel Mediterraneo per monitorarne l'espansione. Secondo i ricercatori l’esemplare in questione, mezzo metro di lunghezza per 2,7 kg di peso, proverrebbe da un laghetto di pesca sportiva, da cui è probabilmente fuggito durante le piene dell'Arno nell’autunno del 2019. Quello sulle coste pisane sarebbe inoltre il primo avvistamento in un ambiente marino. Il persico spigola ibrido, selezionato per avere pesci più robusti e a crescita più rapida, è infatti un incrocio tra Morone chrysops, una specie tipicamente di acqua dolce, e Morone saxatilis, più legata ad ambienti salmastri.

Pubblicato in Ambiente

 


Capolavori della collezione di Roberto Longhi
16/06 - 13/09/2020
Musei Capitolini,
Sale espositive di Palazzo Caffarelli


In mostra il famoso Ragazzo morso da un ramarro del Caravaggio e oltre quaranta dipinti degli artisti che nel secolo XVII hanno subito in varia misura l’influsso dalla sua rivoluzione figurativa.

La mostra, curata da Maria Cristina Bandera direttore scientifico della Fondazione Longhi, è dedicata alla raccolta dei dipinti caravaggeschi del grande storico dell’arte e collezionista Roberto Longhi (Alba 1890 – Firenze 1970), di cui ricorre nel 2020 il cinquantenario della scomparsa. Nella sua dimora fiorentina, villa Il Tasso, oggi sede della Fondazione che gli è intitolata, raccolse un numero notevole di opere dei maestri di tutte le epoche che furono per lui occasione di ricerca. Tra queste, il nucleo più rilevante e significativo è senza dubbio quello che comprende le opere del Caravaggio e dei suoi seguaci. Lo storico dell’arte si dedicò allo studio del Caravaggio, all’epoca uno dei pittori “meno conosciuti dell’arte italiana”, già a partire dalla tesi di laurea, discussa con Pietro Toesca, all’Università di Torino nel 1911. Una scelta pionieristica, che tuttavia dimostra come il giovane Longhi seppe da subito riconoscere la portata rivoluzionaria della pittura del Merisi, così da intenderlo come il primo pittore dell’età moderna.

Pubblicato in Arte


Uno studio congiunto dell’Università di Pisa con Università di Milano Bicocca dimostra la possibilità di costruire dispositivi termoelettrici all’avanguardia con nanostrutture in silicio, in grado di sfruttare su larga scala sorgenti di calore a temperature basse, come l’energia geotermica o addirittura il calore prodotto dal corpo, per generare energia elettrica


Nuovi dispositivi termoelettrici nanostrutturati basati su silicio permetteranno la conversione diretta del calore in elettricità a basso costo e ad alta resa. Lo studio, dal titolo “High power thermoelectric generator based on vertical silicon nanowires” pubblicato sulla rivista “NanoLetters” (autori: S. Elyamny, E. Dimaggio, S. Magagna, D. Narducci, G. Pennelli, DOI: 10.1021/acs.nanolett.0c00227), è frutto di una collaborazione tra il laboratorio di Nanotecnologie del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa e l’Università di Milano Bicocca, e dimostra la possibilità di generare potenze elettriche molto elevate su differenze di temperatura di meno di 20°C .

Pubblicato in Tecnologia

Formazione di addotti a partire da EGCG e altri polifenoli con la molecola tossica MGO. Riquadro in basso: specie tossiche presenti nell’aerosol di una e-cig.

 

 

 

La loro aggiunta al liquido delle e-cig permette di ridurre fino al 99.6% la concentrazione di molecole tossiche come la formaldeide, prodotte dalla degradazione di glicerolo e glicole propilenico. La ricerca, che prende spunto da analoghi studi nel campo della chimica degli alimenti, è stata condotta da ricercatori dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Cnr, in collaborazione con le Università britanniche di Abertay, St Andrews e Nottingham pubblicata su RSC Advances

L’utilizzo di sigarette elettroniche (e-cig) costituisce un dibattuto problema di salute pubblica perché, ad oggi, manca una completa valutazione del rischio: nonostante contengano sostanze tossiche e cancerogene in minor quantità e concentrazione rispetto al fumo di tabacco, i dati disponibili nel breve intervallo temporale dalla recente introduzione di questi dispositivi dimostrano come il fumo da e-cig contenga molecole tossiche derivanti dalla degradazione termica degli additivi presenti nei liquidi di alimentazione, il glicole propilenico e il glicerolo, benché in quantità minori rispetto alle sigarette convenzionali.

La possibilità di modificare la composizione di tale liquido per ridurne la tossicità è una via finora poco esplorata. I ricercatori del Laboratorio di proteomica e spettrometria di massa dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispaam), insieme ai colleghi delle Università britanniche di Abertay, St Andrews e Nottingham, hanno utilizzato i polifenoli, molecole organiche naturali costituite da uno o più anelli aromatici (fenoli), per limitare e controllare la formazione di formaldeide, acetaldeide e altri carbonili, sostanze tossiche per le cellule del cavo orale, bronco-alveolare e/o polmonari. Lo studio è stato pubblicato su RSC Advances.

Pubblicato in Medicina

Soy plants produce glyceollins in response to pathogen attack such as fungi, bacteria or UV irradiation, in order to maintain their health. 


Phytoalexins are bioactive phytochemicals that have attracted much attention in recent years due to their health-promoting effects in humans and their vital role in plant health. Chemists at TU Dresden have now developed a new and very efficient synthesis for these substances. With the new method, they are paving the way for a simpler production of phytoalexins and thus for large-scale investigations into their effects, especially with regard to their positive influence in the fight against cancer.

Through a balanced diet, we consume larger quantities of phytoalexins every day - in a natural and healthy way. Phytoalexins (gr. phytos = plant, alekein = "repel") are phytochemicals that plants produce as an immune response to certain stimuli in order to maintain their own health. Numerous scientific studies have already shown that these bioactive natural products also have a health-promoting effect on humans. However, in order to investigate the mechanisms of action in detail, it is important to obtain the individual phytoalexins simply, which has so far been done with little efficiency and using toxic substances.

Pubblicato in Scienceonline




Il WWF Italia ha lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org, per chiedere al presidente della Provincia Autonoma di Trento di ritirare l’ordinanza di abbattimento per l’orso in Trentino. Augurando una pronta guarigione ai due uomini coinvolti nell'incidente, che, nonostante la paura, si sono espressi contro l’abbattimento, per il WWF sono infatti molti i motivi per cui l’ordinanza di Fugatti è fuori luogo.

Il testo della petizione


Il presidente della provincia di Trento ha firmato un’ordinanza che condanna a morte un altro orso. Incredibilmente questa condanna è stata emessa senza un “processo” visto che ancora non sono chiare le dinamiche che hanno portato l’orso a ferire due persone (erano presenti cuccioli?).

Non è il primo orso che viene condannato a morte in Trentino. Per questo vanno fermati gli abbattimenti “automatici” di tutti gli orsi coinvolti in incontri ravvicinati o incidenti, modificando il testo del Piano D’Azione per la Conservazione dell’Orso sulle Alpi (PACOBACE), che prevede la possibilità di abbattimento anche in caso di orsi che hanno semplicemente fatto ciò che la natura gli ha insegnato.

La montagna è la casa degli orsi, con cui si può convivere conoscendo e seguendo semplici regole, come restare sui sentieri, parlare a voce alta, tenere il proprio cane al guinzaglio, non avvicinarsi alla fauna selvatica, restare fermi e non colpire gli animali in caso dei rari incontri ravvicinati.

Pubblicato in Ambiente


Gli interferoni di tipo tre, proteine prodotte durante la risposta immunitaria a virus come quello dell’influenza o Sars-Cov-2, possono provocare danni a livello polmonare: la possibilità di somministrarli ai pazienti affetti da Covid-19, suggerita da alcuni recenti sperimentazioni cliniche, deve essere, pertanto, valutata con grande attenzione e cautela.

A questa conclusione giunge lo studio “Type III interferons disrupt the lung epithelial barrier upon viral recognition”, appena pubblicato su Science (DOI: https://doi.org/10.1126/science.abc3545), nato dalla collaborazione internazionale tra il Professor Ivan Zanoni e la Dottoressa Benedetta Sposito dell’Università degli studi di Milano-Bicocca, i Dottori Achille Broggi e Sreya Ghosh della Harvard Medical School, l’Ospedale San Raffaele e il centro di Ricerca Humanitas di Milano.

I ricercatori hanno analizzato i meccanismi di funzionamento degli interferoni, proteine capaci di “interferire” con la replicazione dei virus. Il nostro organismo ne produce di diversi tipi, definiti interferoni di tipo uno, due o tre, a seconda della famiglia di appartenenza. Quando un virus delle vie respiratorie, come il SARS-CoV-2, infetta il nostro organismo, alcuni di questi interferoni vengono prodotti per combatterlo.

Pubblicato in Medicina

 

Dal 17 dicembre Roma Capitale celebra il mito di uno dei maestri assoluti del cinema italiano con una mostra concepita e realizzata da La Cinémathèque Française e Cineteca di Bologna.
17 dicembre 2019 – 3 maggio 2020
Museo dell’Ara Pacis – Roma

 

C’era una volta Sergio Leone: è il titolo evocativo della grande mostra all’Ara Pacis, in programma fino al 3 maggio 2020, con cui Roma celebra, a 30 anni dalla morte e a 90 dalla sua nascita, uno dei miti assoluti del cinema italiano.
Promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, l’esposizione arriva in Italia dopo il successo dello scorso anno alla Cinémathèque Française di Parigi, istituzione co-produttrice dell’allestimento romano insieme alla Fondazione Cineteca di Bologna. La mostra è realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, Ministère de la culture (Francia), CNC – Centre national du cinéma et de l’image animée, SIAE e grazie a Rai Teche, Leone Film Group, Unidis Jolly Film, Unione Sanitaria Internazionale, Romana Gruppi Elettrogeni Cinematografici. Digital Imaging Partner: Canon. Sponsor tecnici: Italiana Assicurazioni, Hotel Eden Roma, Bonaveri. L’ideazione è di Equa di Camilla Morabito e il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura.

Pubblicato in Eventi
Mercoledì, 24 Giugno 2020 08:00

Blood vessels can make you fat, and yet fit

 

Figure 1 Expression of fatty acid transporters in blood vessels. Fatty acid transporters (CD36; blue) in blood vessels (green), whose overlapping shown in yellow green, transverse around fat cells (red) under the skin.



Can obesity define health? It is a question for much debate. Still, obesity is generally classified into metabolically healthy obesity (MHO) and an unhealthy version of obesity. As we grow older, we tend to put on excess fat more around the waist than the hips and legs with aging, becoming more "apple-shaped" than "pear-shaped" and also at a greater risk of metabolic syndrome. As fat accumulates around our abdominal organs, instead of under the skin where most of our body fat usually sits, this visceral fat releases fatty acids and inflammatory substances directly into the liver, causing toxicity and insulin resistance. People with MHO, meanwhile are characterized by favorable health parameters, including high insulin sensitivity, no signs of hypertension, and less inflammation, and a healthier immune system.

Pubblicato in Scienceonline

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