Uno studio coordinato dalla Sapienza di Roma analizza per la prima volta un meccanismo biologico utilizzato dalle piante per mettere in atto il differenziamento delle cellule staminali e adattarsi così all’ambiente. La ricerca, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, rappresenta un’innovazione metodologica nell’osservazione dei processi cellulari e potrebbe essere estesa anche alle staminali umane. Studiare in laboratorio i meccanismi rigenerativi delle piante, capaci di produrre continuamente nuovi “organi” come radici, foglie e fiori, è particolarmente utile per raccogliere preziose informazioni anche sulla fisiologia umana. Questo è stato il punto di partenza del gruppo di ricerca diretto da Sabrina Sabatini della Sapienza di Roma, che nel corso di una serie di esperimenti durati 4 anni ha individuato il meccanismo molecolare che attiva il processo di “trasformazione” di una cellula staminale vegetale in una cellula specializzata.

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Il genoma di Leishmania rivela come questo parassita che colpisce 12 milioni di persone si adatti ai cambiamenti ambientali
01 Dic 2017 Scritto da Centro de Regulación GenómicaLa leishmaniosi è una malattia umana e veterinaria importante causata dal parassita Leishmania che colpisce 12 milioni di persone in più di 98 paesi. Attualmente questa malattia sta emergendo in Europa a causa dei cambiamenti climatici e degli imponenti spostamenti di popolazione. È noto che il parassita si adatta rapidamente a nuovi ambienti, con conseguenze importanti per il numero di persone affette da questa malattia. Per questo motivo, l'UE già la riconosce come una minaccia emergente per la salute pubblica. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature Ecology & Evolution, gli scienziati presso l'Institut Pasteur di Parigi e il Centro de Regulación Genómica (CRG) a Barcellona, in collaborazione con i ricercatori presso l'Institut de Médecine Tropicale (IMT) d’Anvers e dell’Université de Montpellier, hanno dimostrato che l'adattamento di Leishmania è dovuto ad una frequente amplificazione dei cromosomi, cioè all'incorporazione di un numero maggiore di cromosomi di quanto ci si aspetterebbe. Queste variazioni nel numero di cromosomi, chiamate aneuploidie, sono simili a quelle riscontrate in vari tipi di cancro.
Individuato il DNA del papilloma virus nel sangue di donne senza tumore
29 Nov 2017 Scritto da Comunicato stampa Università di Milano BicoccaI risultati dello studio dei ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca contribuiranno a chiarire la storia naturale dell’infezione da HPV aprendo nuovi orizzonti nell’ambito dello screening cervicale e per interventi di immunoprofilassi.
Non solo nelle mucose e sulla pelle: il DNA del papilloma virus (HPV) si trova anche nel sangue di donne con infezione cervicale. È il risultato dello studio “Human papillomavirus DNA detection in plasma and cervical samples of women with a recent history of low grade or precancerous cervical dysplasia”, appena pubblicato sulla rivista scientifica PLOS One, condotto dai ricercatori di Microbiologia Clinica del dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca, insieme ai colleghi di ginecologia dell’ospedale San Gerardo (ASST Monza) e della Sezione di Igiene del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Sassari. Se è noto che il papilloma virus infetta pelle e mucose, solo pochi studi precedenti hanno mostrato la presenza del DNA virale nel sangue in donne con cancro al collo dell’utero. Lo studio condotto dai ricercatori di Milano-Bicocca compie un passo avanti: i risultati della ricerca, infatti, hanno evidenziato la presenza di HPV DNA in campioni di sangue di donne senza tumore ma con una recente diagnosi di Pap-test positivo.
NUOVO VACCINO ANTI-HPV PROTEGGE NOVE VOLTE DI PIU’ DA QUATTRO TIPI DI CANCRO
27 Nov 2017 Scritto da Comunicato Istituto Europeo di OncologiaAllo IEO vaccinate con il nuovo farmaco già 100 persone. I tumori da HPV potrebbero scomparire nelle generazioni future.
L’Istituto Europeo di Oncologia è fra i primi centri in Italia ad utilizzare il nuovo vaccino anti-HPV (Human Papilloma Virus), in grado di prevenire i tumori causati da nove tipi di questo insidioso virus. Rispetto ai vaccini precedenti, attivi contro al massimo quattro ceppi virali, quello di ultima generazione in uso allo IEO è più efficace contro il tumore al collo dell’utero (la forma tumorale per cui il vaccino è nato e si è diffuso nel mondo) ed estende la protezione ad altre forme di cancro HPV- correlate, come il cancro dell’ano, della vulva e della vagina, per i quali non esiste altro strumento né di prevenzione né di diagnosi precoce. «Con il nuovo vaccino nonavalente - commenta Eleonora Preti, dell’Unità di Ginecologia preventiva IEO – raggiungiamo una copertura vaccinale per il tumore della cervice fino al 90%, rispetto al 70% di quello precedente. Sin dall’introduzione del primo vaccino anti-HPV, IEO è stato un promotore delle campagne vaccinali e oggi siamo felici di poter proporre alle nostre donne il miglior vaccino reso finora disponibile dalla ricerca internazionale. E anche alle loro figlie e i loro figli adolescenti». La vaccinazione anti-HPV, già prevista per le ragazze dodicenni, è stata infatti estesa ai maschi della stessa età dal nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019, incluso nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), con l’obiettivo di ottenere il massimo dell’immunizzazione contro le malattie correlate all’ HPV.
Aumenta in Africa Sub-sahariana il numero di persone che soffre di sotto nutrizione cronica
27 Nov 2017 Scritto da Comunicato stampa FaoCondizioni climatiche avverse, un’economia globale lenta e i conflitti sono i fattori chiave che producono insicurezza alimentare nella regione
Scoperto come un’infezione materna provoca deficit neuronale nel nascituro
27 Nov 2017 Scritto da Comunicato stampa CnrUno studio dell’Istituto di neuroscienze del Cnr e dell’ospedale Humanitas di Milano, pubblicato su Biological Psychiatry, rivela che il sistema immunitario materno, se attivato da infezioni nelle prime fasi della gestazione, può alterare lo sviluppo del cervello del nascituro, rendendolo più suscettibile all’epilessia. Definiti i meccanismi e identificata una possibile strategia preventiva
L’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) e l’ospedale Humanitas di Milano gettano nuova luce su alcuni meccanismi molecolari responsabili di difetti dello sviluppo del cervello del nascituro, in conseguenza di un’attivazione del sistema immunitario materno. Il lavoro è stato pubblicato su Biological Psychiatry. “È nota ormai da tempo l’associazione tra le infezioni materne durante la gravidanza e difetti del neurosviluppo del nascituro, ma i meccanismi molecolari che sono alla base di questo processo non sono ancora chiari. Nel nostro studio effettuato su modelli murini, utilizzando un agente (PolyI:C) che mima un’infezione virale, abbiamo dimostrato che una singola attivazione del sistema immunitario materno, nelle prime fasi della gravidanza, rende la prole più suscettibile all’insorgenza di crisi epilettiche”, spiega Michela Matteoli, direttore del In-Cnr e Responsabile del Neuro Center di Humanitas.
Ricercatori dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr hanno partecipato a una competizione internazionale per definire i limiti della mappatura delle reti neuronali tramite il neuroimaging. Lo studio è pubblicato su Nature Communications
La più grande comunità internazionale di imaging radiologico (Ismrm, International society for magnetic resonance in medicine) ha indetto una delle più imponenti competizioni internazionali (The Tractometer Challenge: http://www.tractometer.org/ismrm_2015_challenge/) allo scopo di valutare lo stato dell’arte dei metodi avanzati di mappatura completa dei ‘fili’ che collegano il cervello umano. A questo progetto ha partecipato l’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr) di Catanzaro, come unica realtà italiana, insieme ad altri 20 centri di neuroscienze tra i più avanzati al mondo che hanno ‘gareggiato’ tra loro. Lo studio è pubblicato sulla rivista Nature Communications. “Ricostruire il connettoma del cervello è come ricostruire la rete metropolitana di una megalopoli partendo dal nome delle stazioni, con il rischio di mettere in connessione stazioni che non fanno parte della stessa linea”, spiega Alessia Sarica, assegnista di ricerca dell’Ibfm-Cnr. “Per mettere alla prova i software di neuroimaging è stato creato un cervello sintetico, le cui connessioni erano sconosciute ai partecipanti. Ai concorrenti veniva dato un cervello ‘sintetico’ ricostruito manualmente da esperti tenendo presente dati post-mortem, quindi senza possibilità di errore. I partecipanti alla competizione erano invitati a provare i loro metodi di ricostruzione su queste immagini modificate ad hoc. La deviazione dal modello o il numero di fasci in più o meno determinava i parametri di performance della singola unità di ricerca: accuratezza nella ricostruzione e percentuali di errori”.
Dai vegetali una speranza per vaccini più sicuri e terapeutici
20 Nov 2017 Scritto da Istituto di chimica biomolecolare del Cnr, Università della CampaniaLa sperimentazione contro il melanoma di un prodotto derivato da componenti naturali presenti in microalghe e in piante terrestri ha dato risultati positivi. Messo a punto da un team di ricerca del quale fa parte anche l’Icb-Cnr, agisce stimolando il sistema immunitario a controllare la proliferazione delle cellule tumorali e degli agenti patogeni. Lo studio è pubblicato su Scientific Report
L’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Icb-Cnr), in collaborazione con il dipartimento di Clinica interna e sperimentale dell’Università della Campania e il Centro di eccellenza per le ricerche biomediche dell’Università di Genova, ha identificato un nuovo componente vegetale per la preparazione di vaccini e dimostrato la sua efficacia contro un modello sperimentale di melanoma. Il composto, denominato Sulfavant, deriva da prodotti naturali presenti in microalghe marine e in piante terrestri e agisce stimolando le cellule dendritiche, prima linea di difesa del sistema immunitario e responsabili del riconoscimento di agenti pericolosi per l’organismo. Lo studio è stato pubblicato su Scientific Reports, rivista del gruppo Nature. Il nuovo composto è stato brevettato e l’Istituto del Cnr ne sta progettando lo sviluppo attraverso un accordo con la società spin-off BioSEArch, nata dalla collaborazione con la Stazione Zoologica ‘A. Dohrn’.
Dalle piante all’uomo: il modello matematico di sviluppo della radice per comprendere il differenziamento delle staminali umane
17 Nov 2017 Scritto da Comunicato stampa Università "La Sapienza"Nuova luce sulla Sma, la malattia che blocca i muscoli dei bambini
17 Nov 2017 Scritto da Comunicato stampa CnrStabilita per la prima volta una chiara connessione tra l’atrofia muscolare spinale, una malattia genetica neuromuscolare che colpisce prevalentemente in età infantile, e la sintesi delle proteine. La scoperta rivela un nuovo processo cellulare implicato nella malattia e potrebbe permettere di sviluppare terapie. Lo studio, messo in copertina dalla rivista scientifica Cell Reports, vede il Trentino protagonista. È, infatti, frutto della collaborazione locale dell’Istituto di biofisica del Cnr e del Cibio dell’Università di Trento e risultato di un Grande Progetto PAT. I dettagli sono stati illustrati oggi in una conferenza stampa nel Palazzo della Provincia autonoma di Trento
Gattonare sembra una delle azioni più semplici. Ma c’è chi ha i muscoli talmente deboli da non poter fare nemmeno questo. Lo sanno bene le famiglie di bambini affetti dalla Sma, l’atrofia muscolare spinale, una malattia genetica che colpisce le cellule nervose del midollo spinale, quelle da cui partono i segnali diretti ai muscoli. Uno studio pubblicato in questi giorni getta una nuova luce su questa malattia. L’articolo stabilisce per la prima volta una chiara connessione fra un processo fondamentale per le cellule, la sintesi delle proteine, e il meccanismo attraverso il quale insorge e progredisce la Sma. Questa scoperta potrebbe permettere di meglio comprendere l’unica terapia esistente e recentissimamente approvata dalla Fda (Food and Drug Administration, ovvero Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali, l’ente governativo statunitense che fra l’altro regolamenta l’immissione sul mercato di nuovi farmaci) e di sviluppare terapie alternative o integrative per questa malattia mortale.
Gli antibiotici: ci salvano la vita, ma usiamoli bene
15 Nov 2017 Scritto da Comunicato Società Italiana Malattie infettive e tropicali
In occasione della settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici, educazione, conoscenza e aderenza al tema per per sensibilizzare tutta la popolazione sulle resistenze dei batteri quale nuova emergenza sanitaria
“Il rischio è che i risultati di ricerche di molti anni svaniscano in pochi mesi” rileva Marco Tinelli, Direzione Nazionale della SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. “Per affrontare il problema è assolutamente indispensabile fare rete”. Gli specialisti, con l'ISS e il Ministero Salute sono già al lavoro per favorire queste sinergie.
Dal 13 al 19 Novembre è in corso la Settimana Mondiale dell'antimicrobico-resistenza: un’iniziativa per sensibilizzare la popolazione su un problema medico-scientifico che sta coinvolgendo sempre più la popolazione, in Italia e non solo. Ogni anno, infatti, nel mondo circa 700mila decessi sono causati dall’antibiotico-resistenza; l’uso smodato di antibiotici infatti ha vanificato i loro effetti e reso i batteri più resistenti, con trend in continua crescita e costi sempre più elevati. Serve un uso prudente degli antibiotici, che restano uno degli strumenti principali a nostra disposizione per combattere gravi infezioni. Le loro capacità di guarigione hanno sicuramente garantito un miglioramento dell’aspettativa di vita, ma le ampie fasce di popolazione che vivono per lungo tempo con un sistema immunitario non ottimale vedono aumentato il rischio infettivo .
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