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Pigmenti naturali e inibizione dell'aggregazione di peptidi B-amiloidi implicati nel Morbo di Alzheimer
17 Dic 2008 Scritto da Antonella SgarbossaAbstract
Understanding the molecular process at the basis of polymerization processes of neurotoxic beta-amyloid can give important contributions for designing new therapies for Alzhemier Disease. In this perspective, we have performed an in vitro study of the effects on B-amyloid fibrillogenesis of the natural pigment hypericin extracted from Hypericum perforatum (St. John’s worth). Our results show that, thanks to its structural characteristics and peculiar spectroscopic features, hypericin can be easily used to in vitro monitor the appearance of early aggregation states of B-amyloid peptides during the polymerization process and, more importantly, that hypericin can significantly affect and interfere with the early stages of polymerization process, playing the role of an effective aggregation inhibitor.
Nuove frontiere nella terapia con insulina per i pazienti neurochirurgici
22 Apr 2009 Scritto da Federico Bilotta, Remo Caramia, Giovanni RosaAbstract
La ricerca scientifica, da alcuni anni, si occupa della gestione della glicemia nei pazienti ricoverati in terapia intensiva. L’obiettivo è quello di controllare al meglio le variazioni del metabolismo glucidico e prevenire, o quanto meno limitare, i danni causati dalla cattiva regolazione del controllo glicemico. In particolare, nei pazienti neurochirurgici, la gestione della glicemia richiede maggiore attenzione considerando la grande suscettibilità del cervello ai cambiamenti dei livelli di glucosio plasmatico. La terapia con insulina risulta di fondamentale importanza nel controllo della glicemia. Recenti acquisizioni hanno suggerito nuove strategie da adottare nell’impiego della terapia insulinica, e sempre più centri, in ogni parte del mondo, utilizzano un’infusione endovenosa continua di insulina per controllare la glicemia nei pazienti critici. Nei pazienti neurochirurgici è raccomandato valutare i possibili rischi e benefici della terapia insulinica intensiva.
E’ della metà di gennaio, pubblicata sull’ultimo numero di 'Proceedings of the National Academy of Sciences', la notizia che una ricerca made in italy, chiarisce l’origine dei danni alla memoria nel morbo di Alzheimer.
Nel mondo il 5% delle persone con più di 60 anni soffre di Alzheimer, una patologia che si manifesta con disorientamento spazio-temporale, amnesia, incapacità di riconoscere oggetti o di compiere azioni comuni come lavarsi i denti, cucinare, telefonare o scrivere. Questa malattia rende inermi e dipendenti dagli altri, incapaci di sopravvivere se lasciati da soli e spesso nell’impossibilità di riconoscere parenti e amici andando verso un progressivo e assoluto isolamento. Le origini di questa malattia non sono ancora state chiarite, mentre si sa molto di più sul funzionamento del processo di degenerazione: i neuroni cerebrali iniziano a produrre una proteina (beta-amiloide) che genera placche all'interno della cellula e dei grovigli neurofibrillari. Questa modificazione cellulare, da inizio ad una serie di eventi che portano prima ad una perdita della funzionalità sinaptica, che è probabilmente connessa con la proteina beta-amiloide la quale, in seguito, conduce alla morte del neurone.
Da oltre vent’anni all’Ospedale San Raffaele di Milano, Giampaolo Perna è responsabile del Centro per i Disturbi d’Ansia e del Day Hospital Psichiatrico. È uno dei ricercatori più conosciuti a livello internazionale per quanto concerne le tematiche dei disturbi d’ansia e ha pubblicato oltre 100 articoli su riviste internazionali e nazionali. Fra pochi giorni partirà con la spedizione Oltre, Beyond the Edge, alla volta del Polo Nord. Lo abbiamo raggiunto nel suo studio milanese, in tempo per la partenza.
Guardare i movimenti altrui attiva le aree deputate alla programmazione e alla rappresentazione del movimento
30 Giu 2009 Scritto da Federica Riva e Alice Mado ProverbioIn uno studio condotto dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con l’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del CNR, sono state indagate le risposte neurali all’osservazione di persone coinvolte in attività richiedenti notevole sforzo fisico, quali ad esempio correre, saltare, tuffarsi ecc..
Studi precedenti (Paccalin and Jeannerod, 2000) avevano investigato le risposte fisiologiche di osservatori assolutamente immobili mentre guardavano un altro individuo correre su un tapis-roulant. I dati hanno evidenziato dei sensibili cambiamenti nell’attività del SNA (Sistema Nervoso Autonomo) dell’osservatore, rilevando un aumento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria. Tale tipo di effetti è stato registrato anche in persone ferme che immaginavano di compiere sforzi fisici (Decety, et al., 1991).
Il compositore della bellissima “Rapsodia in blue”, dell’opera “Porgy and Bess”, e di tante bellissime canzoni e colonne sonore di film americani, soffrì moltissimo a causa di un brutto male al cervello che lo colpì quando aveva meno di 39 anni.
L’intervento che non gli salvò la vita fu lungo e difficile, e presentò molti inconvenienti di natura medica e chirurgica, nonostante ad eseguirlo fosse un neurochirurgo americano d’indubbia fama ed esperienza.
Farmaci a bordo dei nanoshuttle col progetto NABBA dell’Università di Milano-Bicocca
21 Ott 2014 Scritto da Ufficio Stampa Università di Milano-BicoccaL’Ateneo coordina una ricerca europea per lo studio di nanoparticelle in grado di superare le barriere biologiche e veicolare con successo il farmaco in caso di tumori, malattie neurodegenerative, fibrosi cistiche e malattie polmonari. Il progetto NABBA ha ricevuto un finanziamento di 3 milioni di euro nell’ambito di Horizon2020.
Milano, 2 ottobre 2014 – L’Università di Milano-Bicocca sarà capofila del progetto europeo NABBA "Design and development of advanced NAnomedicines to overcome Biological BArriers and to treat severe diseases" finanziato con 3 milioni di euro dalla Commissione Europea nell'ambito del programma Marie Sklodowska Curie. Scopo del progetto la realizzazione di nanoparticelle in grado di trasportare farmaci con successo attraverso le barriere biologiche. NABBA è tra i primi del nuovo programma di ricerca Horizon2020 a vedere l’ateneo milanese come capofila.
Nuove terapie farmacologiche per il trattamento dell’edema maculare diabetico (DME)
29 Apr 2013 Scritto da oculisticatv.it
L’edema maculare diabetico (DME) è una grave complicanza della retinopatia diabetica, una malattia oculare che colpisce nel tempo la maggior parte dei pazienti affetti da diabete. Il DME causa danni molto gravi alla macula, la regione centrale della retina responsabile della visione distinta, che ci permette di svolgere tutte le azioni quotidiane più importanti, quali leggere, guidare e riconoscere i dettagli più fini. Questa patologia è causata dall’alterazione della permeabilità dei vasi sanguigni della retina, che causa la fuoriuscita di sangue o fluidi al di sotto della macula. Con il passare del tempo, si forma un accumulo di liquidi al di sotto della macula – una condizione indicata come edema maculare diabetico – che porta ad un danno strutturale della macula stessa. I sintomi percepiti dal paziente in presenza di DME consistono in una visione offuscata ed una perdita della visione spesso progressiva, che può giungere fine alla cecità legale. Il DME colpisce soggetti diabetici di tutte le età ed è la principale causa di cecità legale nelle persone in età lavorativa nei Paesi tecnologicamente avanzati; essa assume pertanto una grande rilevanza dal punto di vista socio-economico.
Nuovi farmaci anti-VEGF per il trattamento dell’AMD essudativa
22 Apr 2013 Scritto da oculisticatv.it
La degenerazione maculare legata all’età (AMD) è una patologia dell’occhio che colpisce prevalentemente le persone al di sopra dei 60 anni di età. La AMD può presentarsi in due forme: la AMD atrofica, meno grave ed a lente evoluzione, e la AMD essudativa o neovascolare, più aggressiva e pericolosa e con decorso molto rapido. La AMD essudativa causa danni alla macula, la regione della retina responsabile della visione centrale, ossia la visione fine e dettagliata che permette di riconoscere un volto, leggere, guidare e così via. Oggi sono a disposizione diversi farmaci in grado di contrastare i meccanismi cellulari e molecolari responsabili del grave danno arrecato dalla AMD essudativa.