Modelli funzionali delle leggi Verso testi legislativi autoesplicativi
European Press Academic Publishing
(Series in Legal Information and Communication Technologies – Volume 6)
Il tempo della globalizzazione nel campo dell’informazione si manifesta soprattutto con il ciclone Internet, che non risparmia nessuno, apre tutte le porte, anche quelle della pubblica amministrazione. Internet non vuol dire solo potenziale accesso a tutte le informazioni da parte di tutti, ma porta con sé anche un certo stile nell’informare: le pagine web sono variegate, colorate, infantilmente seducenti e soprattutto cliccabili. Questa è la grande magia: ogni hot word è una misteriosa porticina che ci porta altrove. Questa attitudine seduttiva è ormai anche essa uno degli standard da considerare nel realizzare sistemi informativi in rete, se si vuole ottenere un certo gradimento, anche nel caso di sistemi di documentazione legislativa.
Futurismo - moda - design la ricostruzione futurista dell’universo
Se l’abito non fa il monaco, certo fa il Futurista. Ne era ben convinto Giacomo Balla: “si pensa e si agisce come si veste”, scrisse nel suo Manifesto per il vestito antineutrale del 1914.
Così giù picconate ai simboli stessi del decoro maschile: demolita la simmetria delle giacche, ficcati in un dimenticato cassetto i colori nero e marrone d’ordinanza, via libera a panciotti che sono un tripudio di colori a scarpe e sciarpe pluricolorate. La cravatta, aboliti i nodi scorsoi "da impiccato”, diventa oggetto di un apposito Manifesto futurista sulla cravatta italiana. Intanto Thayaht inventa la “tuta”, dall’aggettivo “tutta” cui viene tolta una T, lettera che rappresenta graficamente il semplice taglio bidimensionale di un nuovo capo di vestiario che si vuole alla portata di tutti, confezionabile in casa. Un abito universale in grado di sostituire un intero guardaroba, sia in versione maschile che femminile. Futuristi sono anche gli ombrelli (in mostra tre di rarissimi), le borsette, i cappelli, ma non la biancheria intima perché, costringendo =l corpo, dai futuristi era aborrita.
7ima edizione della Biennale Internazionale di Arte Contemporanea di Firenze
Florence Biennale
Fortezza da Basso - 5-13 Dicembre 2009
Si è chiusa il 13 dicembre la 7ima edizione della Biennale Internazionale di Arte Contemporanea di Firenze, un’importante finestra sul mondo per confrontarsi, arricchirsi e conoscersi, che quest’anno ha visto circa 650 artisti provenienti da 78 Paesi dei cinque continenti.
Tra i tanti nomi illustri dell’arte contemporanea, ospite d’onore, con il Premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera, Marina Abramovic, una delle più grandi performer contemporanee.
Stefano Francolini ha presieduto la Giuria internazionale - composta da Francesco Buranelli e Bianca Laura Petretto (Italia), Elza Ajzemberg (Brasile), Dominique Edouard Baechler (Francia) , Pang Bang Ben (Cina), R.B. Bhaskaran (India), Gregorio Luke e Rosa Tejada (Usa), Matty Roca (Messico), Gerfried Stocker (Austria) – che ha conferito il 3° Premio Installazione “Lorenzo il Magnifico” al trittico“ Esecuzione sospesa” dell’artista Linda Schipani, giovane ingegnere messinese davvero versatile e unica italiana a ricoprire una posizione podio.
Le categorie in concorso per il Premio “Lorenzo il Magnifico” sono state:
Scienzaonline Anno 6° n. 71 Dicembre 2009
Scienzaonline Anno 6° n. 71 Dicembre 2009
(a cura di Luisa Sisti)
Il Darwin Year 2009 si avvia alla sua conclusione: darwinismo e complessità cerebrale, robotica evolutiva e apprendimento, processi e-learning e non da ultimo, il sudoku quale opportunità di testare la “Teoria dei modelli mentali” negli ambiti quotidiani (M. Carnesecchi, 2009), sono stati alcuni tra gli argomenti affrontati nel corso del VI Convegno Annuale dell’Associazione Italiana di Scienze Cognitive (AISC, www.aisc-net.it) svoltosi a Napoli il 25 e 26 novembre scorso, in concomitanza con il VI Workshop italiano di Vita Artificiale e Computazione evolutiva (WIVACE 2009) e la manifestazione “FuturoRemoto: un viaggio tra scienza e fantascienza”. Nell’ambito di quest’ultima iniziativa, organizzata presso la “Città della Scienza” di Bagnoli, si è tenuto peraltro l’VIII Convegno Nazionale sulla Comunicazione della Scienza (3-5 dicembre). Un contesto, dunque, innovativo e “tecnologico” per studiare le modalità della conoscenza, ambientato in una città, Napoli, che lotta contro un corrosivo degrado sociale per riaffermare la sua storica importanza nel mondo scientifico.
L’Associazione italiana di Scienze Cognitive (al cui interno opera una sezione di giovani ricercatori, la AISC Junior) promuove infatti la ricerca e le applicazioni della scienza cognitiva in Italia. Per “scienza cognitiva” si intende un tipo di approccio interdisciplinare allo studio del comportamento e della vita mentale secondo la logica del confronto tra i metodi, i quadri di riferimento teorici e i dati empirici di discipline diverse, che vanno dalla psicologia alla linguistica, dalle scienze biologiche all’intelligenza artificiale. In tal modo diventa possibile stabilire un legame tra lo studio dei comportamenti e delle capacità cognitive del singolo posto nel contesto sociale in cui esso opera, finalizzando la ricerca alla comprensione dei fenomeni naturali e sociali ed alla creazione di tecnologie innovative. La professoressa Rosaria Conte, Presidente dell’AISC, ha gentilmente risposto alle nostre domande:
“A conclusione del Convegno AISC, come potrebbe definire lo stato dell’arte delle scienze cognitive in Italia? Quali prospettive si aprono nel contesto internazionale della ricerca in tale campo?”
Rosaria Conte: “Lo definirei come un settore in crescita sia nel numero degli iscritti che continua a crescere soprattutto fra i giovani, sia nella qualità dei lavori scientifici, sia nelle iniziative (si veda AiscBook, la directory online degli scienziati cognitivi italiani realizzata dal coordinatore del gruppo giovanile dell'Associazione, Cesare Bianchi). Tuttavia, il nostro paese non offre un'adeguata formazione ai giovani interessati, nè riconoscimento accademico o professionale a chi fa ricerca o operare nel settore. Il rischio di frantumazione è sempre alle porte quando si profila la necessitò di ripararsi sotto uno specifico ombrello disciplinare. Di conseguenza, se vuole sopravvivere, la scienza cognitiva italiana deve investire sula propria interdisciplinarità, sia attraverso la creazione di gruppi ed iniziative interdisciplinari, sia attraverso la formazione post-laurea (scuole, master, ecc.).”
“Quali potrebbero essere i temi di spicco per le prossime iniziative di AISC?”
Rosaria Conte: “Alcuni temi sono suggeriti inevitabilmente dall'attualità scientifica. Mi riferisco al rapporto fra scienze della mente e neuroscienze e in particolare (secondo la formulazione efficace proposta da Domenico Parisi, pioniere della scienza cognitiva italiana), le basi materiali della mente. Altri temi meno ovvi, ma forse più strategici, sono le architetture integrate della mente che consentano la realizzazione di sistemi cognitivi capaci di automatismi flessibili, di apprendimento a vari livelli di profondità, di intelligenza emotiva e motivazionale, e l'implementazione di queste architetture in sistemi embodied.” (Rosaria Conte, LABSS - Laboratory of Agent Based Social Simulation - Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, CNR, Roma)
Nel corso dei lavori del Convegno AISC, l’approccio darwinista riportato in un contesto socio-cognitivo e relazionale ha offerto anche lo spunto per analisi etologiche, in particolare sui cosiddetti “comportamenti di cura” degli animali, che sembra abbiano caratteristiche trasversali e comuni ai comportamenti della specie umana: la “zoopedagogia” (Iacovone, 2009) si situa quale lettura in chiave formativa ed evolutiva basata sul “potenziale di apprendimento selettivo naturale” in rapporto alle modalità di interazione tra il soggetto e l’ambiente, con risposte ogni volta diverse.
Dalle relazioni presentate emerge, anche per i non addetti ai lavori, la necessità di integrare i risultati ottenuti nella ricerca e nella sperimentazione, attualmente in corso in Italia sull’argomento, con l’effettiva rispondenza “sul campo”: il che, trattandosi di scienza multidisciplinare, coinvolge sia la psicologia tradizionale, sia le ultime frontiere dell’informatica applicata alla conoscenza umana. In tal senso viene spontaneo chiedersi se le cosiddette scienze cognitive – storicamente fondate sulle “scienze umane” di derivazione comtiana – siano ad oggi più affini allo studio della psiche o non ricadano, piuttosto, in una sorta di globalizzazione dell’algoritmo. L’intelligenza artificiale può effettivamente aiutare a comprendere i processi cognitivi dell’individuo? E soprattutto, non rischia di contrapporsi all’intelligenza emotiva? Lo abbiamo chiesto al rappresentante di AISC Junior, Cesare Bianchi, che sta svolgendo le sue ricerche su questo tema:
“Storicamente l'intelligenza artificiale ha sempre avuto due anime: da un lato un approccio più ingegneristico, vòlto a far svolgere alle macchine compiti complessi in maniera ottimale, benché con meccanismi molto distanti da quelli umani; dall'altro lato un approccio psicologico, che a fronte di una teoria costruisce un modello computazionale e confronta il suo output con quello umano. Questo secondo approccio può sicuramente portare degli insight sul funzionamento della nostra mente, ed anche sull'evoluzione delle nostre attuali capacità. Ad esempio in moltissimi ambiti è stato dimostrato che tipologie di comportamento apparentemente complesse possono "emergere" da meccanismi semplicissimi. E' il caso ad esempio dei comportamenti di evitamento di ostacoli e "navigazione", anche complessi, che robot con reti neurali incredibilmente semplici riescono ad evitare (S. Nolfi, D. Floreano, 2000). Ed è un fenomeno di cui mi sto occupando anche nelle mie ricerche, laddove ho mostrato come alcune tipologie di ragionamento analogico possono emergere da processi semplici ed in genere inconsci, come la formazione di ipotesi parziali e la loro successiva modifica e raffinamento (Bianchi, Costello, 2008, 2009).
Per quanto riguarda l'intelligenza emotiva, negli ultimi anni si è iniziato a studiarla anche in termini "artificiali", tuttavia molte delle teorie (Mayer, Salovey, Caruso, Sitarenios, 2001; Davies, Stankov, Roberts, 1998; Salovey, Brackett, Mayer, 2000; Cherniss,Goleman, 2001) nascendo da una matrice di scienze cognitive (ovvero dello studio del ragionamento) presuppongono (anzi spesso vogliono dimostrare) una sostanziale razionalità e determinismo dei processi, che si scontra con la natura subconscia ed irrazionale delle emozioni. Il "gap" tra teoria psicanalitica e modellizazione è ancora enorme, e d'altronde, a mio parere, non è compito delle scienze cognitive colmarlo: già tentare di comprendere le complesse interazioni tra ragionamento, memoria (a breve e a lungo termine), distrazione, pragmatica, euristiche, percezione, comportamento, linguaggio, etica, etc. è un compito improbo. Questo non vuol dire presupporre che non abbiamo emozioni, ma sperare che nel "ragionamento" esse abbiano un ruolo marginale: il campo è sempre aperto a chi vuole apportare nuova conoscenza.” (Cesare Bianchi, PhD Student, School of Computer Science and Informatics, University College Dublin, Ireland).
Bibliografia
Marco Carnesecchi , Antonio Rizzo. Il Sudoku tra Teoria dei Modelli Mentali e
Cognizione Distribuita, 2009
Maria Luisa Iavarone, Impatto del darwinismo in ambito formativo Spunti per una "etologia pedagogica, 2009
Stefano Nolti, Dario Floreano, Evolutionary robotics : the biology, intelligence and technology of self-organizing, MIT press, London 2000
Mayer, John D.; Salovey, Peter; Caruso, David R.; Sitarenios, Gill; Emotional intelligence as a standard intelligence, Emotion. Vol 1(3), Sep 2001, 232-242
Davies, Michaela; Stankov, Lazar; Roberts, Richard D; Emotional intelligence: In search of an elusive construct, Journal of Personality and Social Psychology. Vol 75(4), Oct 1998, 989-1015
Salovey Peter, Brackett Marc A., Mayer John D, Emotional intelligence: key readings on the Mayer and Salovey model, in: “Models of emotional intelligence”, Cambridge University Press, 2000
Cherniss, Cary; Goleman, Daniel, The emotionally intelligence workplace, Jossey Bass, , CA (USA), 2001
Bianchi C., Costello F. (2008). Un Modello dell'Emergenza ed Uso del Ragionamento Analogico nell'Apprendimento di Categorie. Proceedings of the Fifth Conference of the Italian Association for Cognitive Science
Costello F., Bianchi C. (2009). A Two-Process Account of Analogical Category Learning. Proceedings of the 2nd International Analogy Conference
Individuato nuovo gene responsabile della Sindrome di Noonan
Un nuovo gene-malattia responsabile della sindrome di Noonan è stato scoperto grazie alla collaborazione di alcuni Istituti italiani ed americani. Il lavoro descritto nell’articolo Mutation of SHOC2 promotes aberrant protein N-myristoylation and causes Noonan-like syndrome with loose anagen hair è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nature Genetics (Nat Genet. 2009 Sep;41(9):1022-6).
Il lavoro, coordinato dal dr. Marco Tartaglia dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) di Roma e dal dr. Bruce. Gelb della Mount Sinai School of Medicine di New York, e con la collaborazione dei dr. Elia Di Schiavi e Paolo Bazzicalupo dell’IGB del CNR, ha permesso di individuare, con un approccio multidisciplinare SHOC2 come nuovo gene reponsabile di questa malattia dello sviluppo.
Attaccamento e Percezione del Rischio
RIASSUNTO
Lo scopo della presente rcerca è stato quello di studiare la relazione tra gli Stili di Attaccamento e la Percezione del Rischio. Sono state analizzate due diverse dimensioni della percezione del rischio: la gravità e la probabilità che si avveri. Ad un campione di 212 individui (101 maschi, 111 femmine) sono stati somministrati il questionario “Experience in Close Relationships” di Brennan et al. e un questionario sulla Percezione del Rischio. A conferma delle nostre ipotesi, i risultati hanno mostrato che l’attaccamento influenza la percezione del rischio nel terzo fattore “esposizione personale” e nel quarto “diversità”.
Tecnologia digitale, motore o minaccia per l’innovazione?
Molti pensano che la tecnologia sia il motore e la guida dello sviluppo. Ma è proprio così? Quante volte è il caso a giocare un ruolo determinante nelle grandi innovazioni? Tanto che gli stessi protagonisti non sempre sono in grado di prevedere le ricadute delle loro scoperte, come nel caso del motore di ricerca Google o del social networking. “Ed è proprio in queste situazioni che diventa prioritario raccontare storie vere, piuttosto che cercare di teorizzare”. E’ quanto sostiene Francesco Antinucci nel suo ultimo libro L’algoritmo al potere. Vita quotidiana ai tempi di Google (Laterza editori). Antinucci, direttore di ricerca all’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Consiglio nazionale delle ricerche ha al suo attivo numerose pubblicazioni che affrontano tematiche che riguardano l’apprendimento e la comunicazione in relazione alle tecnologie digitali. In questo volume intende illustrare, attraverso una piacevole trattazione, alcuni casi esemplificativi di innovazioni, partendo proprio dal contesto in cui sono nate, fino alle applicazioni inaspettate e sorprendenti che ne sono scaturite e che hanno cambiato il nostro modo di vivere.
Una questione di pelle
Una pelle nuova, nuova in senso stretto, che permetterebbe agli ustionati di attendere la rigenerazione di quella propria: questa è la grande “invenzione” che arriva dalla Francia alla fine di Novembre.
La pelle definita “usa e getta” è stata creata da Christine Baldeschi presso l'INSERM (Institute for Stem Cell Therapy and Exploration of Monogenic Diseases) presso Evry Cedex .
Il rivestimento del corpo,quello che comunemente chiamiamo pelle, svolge un ruolo importante nella fisiologia umana. La pelle ha una funzione protettiva poiché rappresenta una barriera difensiva tra il corpo e l'ambiente esterno; una funzione sensoriale in quanto sono presenti delle terminazioni nervose, che ricevono e trasferiscono al cervello vari stimoli come il calore e il dolore; una funzione escretrice che le consente di eliminare con il sudore, una certa quantità di sostanze di rifiuto che danneggiano l'organismo ed infine una funzione di assorbimento e scambio poiché essa non è completamente impermeabile ai gas, consentendo la traspirazione.
SIGMA e Public and Private Partnership: quando lo spazio diventa business
Il pubblico e il privato si incontrano e collaborano insieme per sviluppare nuovi progetti in cui il rischio e i ritorni economici sono condivisi. (fabrizio zucchini SpaceMag www.spacemag.it) Si chiama “PPP” e sta per “Public and private partnership”, un modello di business nato nei paesi anglosassoni ma ampiamente rodato anche oltralpe, che rivoluziona il tradizionale rapporto tra istituzioni e capitali privati.
AISC 2009, il ruolo dell’Italia nelle scienze cognitive
Con intervista a Rosaria Conte, Presidente AISC e Cesare Bianchi, Ricercatore AISC
(a cura di Luisa Sisti)
Il Darwin Year 2009 si avvia alla sua conclusione: darwinismo e complessità cerebrale, robotica evolutiva e apprendimento, processi e-learning e non da ultimo, il sudoku quale opportunità di testare la “Teoria dei modelli mentali” negli ambiti quotidiani (M. Carnesecchi, 2009), sono stati alcuni tra gli argomenti affrontati nel corso del VI Convegno Annuale dell’Associazione Italiana di Scienze Cognitive (AISC, www.aisc-net.it) svoltosi a Napoli il 25 e 26 novembre scorso, in concomitanza con il VI Workshop italiano di Vita Artificiale e Computazione evolutiva (WIVACE 2009) e la manifestazione “FuturoRemoto: un viaggio tra scienza e fantascienza”. Nell’ambito di quest’ultima iniziativa, organizzata presso la “Città della Scienza” di Bagnoli, si è tenuto peraltro l’VIII Convegno Nazionale sulla Comunicazione della Scienza (3-5 dicembre). Un contesto, dunque, innovativo e “tecnologico” per studiare le modalità della conoscenza, ambientato in una città, Napoli, che lotta contro un corrosivo degrado sociale per riaffermare la sua storica importanza nel mondo scientifico.
Medicina

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Dall'eroe perfetto all'eroe imperfetto: perché il cinema ci racconta di giovani imbranati e bruttarelli, senza risparmiare neanche Batman
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