In particolare, la faccia da gioco è un’espressione facciale caratterizzata dall’apertura rilassata della bocca che somiglia fortemente al sorriso umano e a quello di numerose specie di scimmie. Di fatto per i cani ha la stessa funzione che per noi hanno gli smiles quando scriviamo un messaggio di testo che potrebbe essere frainteso. L’inchino è invece una postura che coinvolge tutto il corpo dell’animale e che viene eseguito quando il compagno di gioco comincia a perdere interesse e a rispondere alle azioni in modo rallentato. È a questo punto della partita che il giocatore più motivato si mette “in posa” inchinandosi per risvegliare la voglia di giocare nel partner.
“Il cane è uno dei più popolari, se non il più popolare, tra gli animali da compagnia, e chiunque ne possieda uno è interessato a capirne il linguaggio– spiega la professoressa Elisabetta Palagi dell’Ateneo pisano coordinatrice delle ricerche – grazie a questi studi si possono comprendere, un tassello alla volta, i raffinati segnali comunicativi che questi animali hanno sviluppato nel corso della loro storia evolutiva per comunicare con i propri simili e con noi”.
Le ricerche pubblicate su Current Zoology e Animal Behaviour sono state ideate e condotte dall’Unità di Etologia del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa con il contributo di Veronica Maglieri, dottoranda della professoressa Palagi, di Fosca Mastrandrea studentessa magistrale del corso in “Conservazione ed Evoluzione” e di Anna Zanoli Dottore di Ricerca all’Università di Torino e collaboratrice del team pisano. Le ricerche hanno avuto il contributo dell'agenzia formativa "hashtag formazione e benessere".